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lunedì 28 dicembre 2009

Tre i luoghi sacri che accoglieranno le orchestre dirette dalla Grassi: il 28 dicembre e il 4 gennaio a Vico Equense, il 5 a Cesinali.

Tre concenti per il direttore d’orchestra Gina Grassi tra Napoli ed Avellino.

Gli eventi sono promossi dall’agenzia artistica Casertana “Euroartists Management” .


L’agenzia artistica casertana “Euroartists Management” dopo il successo riscosso lo scorso 18 dicembre con la Kiev String's Orchestra e il saxofonista Gaetano di Bacco presso il teatro Don Bosco di Ragusa vede, nel proprio cartellone vari appuntamenti concertistici. Nello specifico, tre di questi, calamiteranno l’attenzione in Campania. In occasione del primo, dei tre concerti, che si terrà il 28 dicembre in provincia di Napoli, l’agenzia Euroartists Management proporrà una propria produzione. Il 28 dicembre, infatti, si terrà a Vico Equense , alle ore 19,30, presso la Chiesa SS Annunziata (ex-cattedrale) a cura della Città di Vico Equense, assessorato Turismo e spettacolo, il concerto per pianoforte ed orchestra con Bruno Canino e l’Orchestra Sinfonica di Dnepropetrov’k diretto da Gina Grassi. L’evento, oltre ad esser caratterizzato dalla presentazione ed interpretazione di una delle molteplici produzioni dell’agenzia artistica, vede impegnata nella direzione d’orchestra, il maestro Gina Grassi. Gina Grassi è nata a Solofra (AV), in una famiglia di famosi pittori. Da giovanissima inizia gli studi musicali conseguendo il diploma di Pianoforte presso il Conservatorio Statale “D. Cimarosa” di Avellino, sotto la guida del M° Anna Maria Lauro. In seguito intraprende gli studi di composizione e direzione di coro con i Maestri Carlo Mormile e Ciro Visco di Napoli, ed Ottavio De Lillo di Bari.
Si diploma in Musica Corale e Direzione di Coro presso il Conservatorio Statale “N. Piccinni” di Bari e, dopo aver studiato con il Maestro Marco Angius di Roma, si diploma in Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio Statale “U. Giordano” di Foggia. Segue corsi di Alto perfezionamento in Direzione d’Orchestra presso l’Accademia “J.Napoli” a Cava de’ Tirreni (SA), presso l’Accademia Musicale Pescarese sotto la guida del M° Donato Renzetti e presso la Fondazione “Ars Accademy” di Roma sotto la guida del M° Bruno Aprea, diplomandosi con il massimo dei voti. La Grassi, inoltre, è titolare di cattedra presso il Conservatorio Statale “D.Cimarosa” di Avellino. È da ricordare che la stessa Grassi sarà impegnata nel dirigere, il 4 gennaio, sempre a Vico Equense, alle ore 19,30, presso la Chiesa SS. Ciro e Giovanni, il concerto per violino ed orchestra con Francesco Manara , primo violino del Teatro alla Scala di Milano, accompagnato dalla Kiev Chamber Orchestra .Tale evento è curato della Città di Vico Equense, assessorato Turismo e spettacolo. Il 5 gennaio invece, alle ore 19.30, si terrà il Concerto per coro ed orchestra con Polifonica Collegiata Solofra e la Kiev Chamber Orchestra, sempre diretta da Gina Grassi, questa volta a Cesinali, provincia di Avellino. Detto concerto, curato della Pro-loco di Cesinali, si terrà presso la Chiesa San Rocco .
Lucia Vagliviello

venerdì 18 dicembre 2009

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mercoledì 16 dicembre 2009

DOSSIER SIFAR


Colpo di Stato: le strade sono pattugliate dall'esercito, il sinistro sferragliare dei mezzi blindati rompe il silenzio teso della capitale. Gli oppositori sono già stati arrestati e trasferiti in località segrete. Le libertà civili sono sospese; ogni mezzora la televisione di Stato trasmette un messaggio del generale…X…, che spiega che le Forze Armate hanno assunto il potere per sventare gravi minacce eversive. Parlamento e governo sono esautorati, una giunta militare avoca a sé tutti i poteri. Coprifuoco e divieto di assembramenti. Sospesa la pubblicazione di qualsiasi giornale non espressamente autorizzato dalla giunta golpista. "Sono misure dure e severe, ma inevitabili per stroncare alla radice i piani sovversivi di…"
La gente è chiusa in casa. Nelle strade c'è quiete, ma nell'aria si respira una forte tensione…
Quando accadde tutto ciò in Italia? Mai. Però, forse, qualcuno voleva che accadesse .O forse voleva solo che si temesse… Era il luglio del 1964 e il Paese affrontava una crisi di Governo che non era come le altre; venivano al pettine i primi nodi della nuova formula

politica, il centro - sinistra. La paura dominava una destra, che temeva involuzioni di tipo collettivistico, la paura dominava una sinistra, che temeva involuzioni di tipo autoritario. Probabilmente la paura dirigeva anche le azioni dell'Autorità che avrebbe dovuto mantenere, dall'alto della sua carica, i nervi a posto: il Presidente della Repubblica. Chi di sicuro non aveva paura, bensì sicurezza e decisione (forse anche un po' in misura eccessiva… ) era uno dei più stimati ufficiali dell'esercito, il generale Giovanni De Lorenzo. Col senno di poi, alcuni lo definirono aspirante golpista; altri, astuto carrierista, avventuriero maneggione.
Le vicende di cui ci occupiamo accaddero nel luglio 1964 e passarono alla storia col nome di "Scandalo SIFAR". Se e quanto in quella ormai lontana estate furono realmente minacciate democrazia e libertà, ognuno lo valuterà da sé, avendo la pazienza di leggere con noi la ricostruzione di quei giorni. Ma per comprendere meglio il clima in cui si generarono alcuni eventi, è necessario rifarci ad alcuni anni prima e vedere insieme la situazione politica che si era creata nel nostro Paese agli inizi degli anni sessanta.




Col quarto governo presieduto da Alcide De Gasperi (in carica dal 31 maggio 1947) era cessata la collaborazione tra democristiani, comunisti e socialisti che aveva caratterizzato i governi del dopoguerra, basandosi ancora sulle alleanze stabilite, in comune chiave antifascista, in seno al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale). Iniziava nel Paese, non solo in Parlamento ma anche sulle piazze, una contrapposizione frontale tra Partito Comunista e Democrazia Cristiana, che avrebbe conosciuto molti momenti di tensione, favoriti anche dal corrispondente clima internazionale, che vedeva l'URSS chiudersi nella "Cortina di Ferro" coi suoi Paesi satelliti, uniti pure da un'alleanza militare (il Patto di Varsavia), mentre i Paesi occidentali a loro volta si riunivano, Stati Uniti in testa, in una corrispondente e contrapposta alleanza, la NATO.
L'avvento delle cosiddette "democrazie popolari" a guida comunista nei Paesi dell'Est e il blocco di Berlino e la successiva, definitiva, divisione della Germania, non fecero che aumentare in Europa la paura per il possibile dilagare del comunismo. Questa paura era tanto più forte in Italia, perché nel nostro Paese esisteva il più forte partito comunista occidentale. A favorire poi le tensioni sociali e politiche contribuivano senza dubbio gli atteggiamenti miopi e gretti di una certa destra liberale e democristiana, incapace di rendersi conto che le grandi migrazioni interne verso il triangolo


industriale del Nord, che avrebbero contribuito al miracolo economico e all'industrializzazione del Paese, andavano compensate da reali miglioramenti di vita per la classe operaia. Se quest'ultima ebbe per diversi anni il PCI e il suo omologo nel sindacato, la CGIL, come guide, ciò fu dovuto anche alla scarsa capacità dei partiti di maggioranza di avviare una seria politica di riforme sociali.
D'altra parte in diversi settori della Democrazia Cristiana iniziava a farsi strada l'idea di coinvolgere nella responsabilità di governo il Partito Socialista, anche per favorire il lento sganciamento che questo partito stava già effettuando dal PCI; un socialismo non di stampo marxista, e che non facesse quindi paura a quell'elettorato moderato che

rappresentava il maggior serbatoio di voti della DC, poteva essere la chiave di volta per gestire un paese che intanto cresceva in modo tumultuoso. Ai nostri giorni il quadro politico è completamente cambiato e forse queste considerazioni possono sembrare astruse; ma si consideri che per oltre quarant'anni il dilemma "o coi comunisti o con la democrazia cristiana" fu il nodo centrale della politica italiana.
A livello internazionale erano gli anni della guerra fredda, che conobbe peraltro anche veri e propri eventi bellici che tennero il mondo col fiato in sospeso, come la guerra di Corea. Ad accrescere timori e confusione contribuivano poi, internamente, le correnti di sinistra del PSI, masochisticamente legate al PCI e le incertezze di Pietro Nenni, per anni leader del PSI; infine, le perplessità del governo americano (la cui influenza era innegabile anche sulle decisioni di politica interna italiana) circa un ingresso dei socialisti al governo pesavano sulle reali possibilità di manovra dei vertici della DC.
Agli inizi degli anni Sessanta il clima politico del Paese si poteva insomma così riassumere: timide aperture a sinistra da parte della DC verso il PSI, osteggiate da una parte da liberali e destra democristiana, e dall'altra parte dai comunisti, che non gradivano certo uno sganciamento socialista dall'opposizione.
Questo iniziale dialogo sembrò crollare nel 1960, quando dopo l'ennesima crisi di governo (il secondo governo presieduto da Antonio Segni cadde dopo che il PLI ritirò il suo appoggio, accusando la DC di "guardare troppo a sinistra"), il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, affidò l'incarico di formare il nuovo governo al democristiano Fernando Tambroni. Questi, con un governo monocolore democristiano, ottenne alla Camera la fiducia solo grazie ai voti determinanti del Movimento Sociale Italiano (MSI), partito con chiara impronta neofascista, formato perlopiù da nostalgici.
La DC invitò immediatamente il Governo a dimettersi, ma il presidente Gronchi, dopo un inutile mandato esplorativo a Fanfani, respinse le dimissioni di Tambroni, rinviandolo al Senato per completare la procedura della fiducia. Il clima nel Paese si fece bollente e il culmine delle tensioni si ebbe dopo le manifestazioni di piazza di Roma, Reggio Emilia (dove cinque manifestanti furono uccisi dalla polizia) e Genova, indette per protestare contro il congresso del MSI che doveva convocarsi in questa città per il 2 luglio.
Il 27 luglio 1960 entrava in carica il governo presieduto da Amintore Fanfani; monocolore anch'esso, ma sostenuto da socialdemocratici e liberali, con l'astensione del PSI e dei monarchici. Era il primo passo concreto per l'ingresso del PSI nella stanza dei bottoni, anche se i socialisti si limitavano a non opporsi.
La politica di astensione dei socialisti sarebbe durata fino al primo governo presieduto da Aldo


Moro (grande sostenitore del centro sinistra), che entrò in carica il 5 dicembre 1963, con Pietro Nenni vicepresidente; il PSI diventava ufficialmente partito di governo, ottenendo anche i ministeri della Sanità (affidato a Giacomo Mancini), i Lavori Pubblici (Giovanni Pieraccini) e il Bilancio (Antonio Giolitti). In quegli anni avevano contribuito a rasserenare il clima politico internazionale anche i mutati atteggiamenti sia del governo americano, con l'elezione di Kennedy alla Presidenza USA, sia della Chiesa, che aveva avuto in Giovanni XXIII un Pontefice non solo popolarissimo, ma anche acuto osservatore politico dell'evoluzione della società.
I lettori ci scuseranno questa digressione, non brevissima, ma necessaria, per inquadrare gli avvenimenti che ci apprestiamo a rileggere insieme. Il primo governo Moro non ebbe vita facile: il boom economico dei primi anni sessanta iniziava già a sgonfiarsi e gli italiani dovevano fare i conti con una nuova e sgradevole realtà, l'inflazione, che falcidiava soprattutto i redditi delle classi più deboli, quegli operai e quella piccola borghesia che avevano iniziato da pochi anni a godere un poco di benessere. Lo scontento popolare trovava eco nel governo: i socialisti accusavano Moro di non aver tenuto fede al programma progressista e temevano un'ulteriore indebolimento del loro Partito, già abbandonato da 26 deputati e 11 senatori, che per protestare contro l'appoggio socialista al governo avevano fondato il PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria), che si era posto all'opposizione, in sintonia con PCI. Per motivi opposti, accusando il partito repubblicano di eccessivo sinistrismo, Randolfo Pacciardi se ne era staccato, fondando l'Unione Democratica per la Nuova Repubblica, partito dalla vita peraltro effimera, al quale aveva aderito una strana congerie di personaggi, da ex missini, a ex socialdemocratici, a monarchici.
Insomma, come dicevamo all'inizio, venivano al pettine i nodi di un'alleanza politica che era ancora tutt'altro che stabile, in una società dove erano ancora molto forti,

soprattutto in campo industriale, le componenti francamente reazionarie, alle quali si opponevano peraltro spesso velleitarismi barricadieri del PCI e della CGIL, col solo risultato di allarmare la parte cosiddetta moderata dell'elettorato.
La crisi latente esplose il 25 giugno 1964, quando il governo Moro fu messo in minoranza alla Camera su un capitolo del bilancio dello Stato che prevedeva il finanziamento alle scuole private, osteggiato da socialisti e repubblicani. Aldo Moro presentò le dimissioni e a questo punto, come vuole la Costituzione, spettava al Presidente della Repubblica la soluzione della crisi.
Antonio Segni era al Quirinale dal 6 giugno 1962, eletto con 443 voti al nono scrutinio, grazie all'appoggio determinante dei suffragi missini e monarchici. Segni, contrario all'ingresso dei socialisti nel governo, era stato fortemente sostenuto nella sua elezione alla massima carica dello Stato proprio da Aldo Moro, dominus della DC e principale sostenitore del centro sinistra, che voleva così dare un messaggio rassicurante alla destra democristiana, per averne in cambio la via libera al proprio progetto politico. Segni non godeva di buona salute e veniva descritto come uomo di carattere estremamente ansioso. Di certo si trovò al centro di una crisi politica tutt'altro che facile, con i partiti della liquefatta maggioranza che si scaricavano a vicenda la responsabilità per la crisi di governo e che non riuscivano a trovare un accordo su un programma comune per ridare una guida al Paese.
Se temeva la formazione di un governo troppo spostato a sinistra (tra l'altro, uno dei punti in discussione era l'istituzione delle Regioni, vista ancora da gran parte della DC come la creazione di pericolose roccaforti comuniste, specie in Toscana, Liguria ed Emilia Romagna), Segni era preoccupato anche dal progetto della destra democristiana, di comporre un governo monocolore di tecnici, con chiara impronta reazionaria: il ricordo dei tumulti contro il governo Tambroni era ancora troppo vivo. Infine l'eventuale scioglimento delle Camere e il ricorso a nuove elezioni rischiava di tradursi in una grave sconfitta per la DC. In questo preoccupante clima, pare che il Presidente della Repubblica avesse trovato conforto in un uomo che sprizzava invece energia e sicurezza: il generale Giovanni De Lorenzo.
Giovanni De Lorenzo si poteva definire un militare dalla carriera brillante: in prima linea nella lotta partigiana, dal 1955 al 1962 aveva diretto il SIFAR (Servizio Informazioni Forze Armate Riunite), ossia il servizio di spionaggio e controspionaggio militare. Dopo questo incarico, ne aveva ricevuto un altro, non meno prestigioso, quello di comandante generale dell'Arma dei Carabinieri (la Benemerita ai tempi faceva parte dell'esercito e il suo comandante generale era sempre un ufficiale provenienti dai ruoli di altre armi). Di quelli che furono i metodi di gestione del generale De Lorenzo sia come capo del SIFAR, sia come comandante generale dell'Arma, si sarebbe iniziato a parlare, come vedremo, tre anni dopo. Nei giorni di quella difficile crisi di Governo ci fu solo, il 13 luglio 1964, uno stringato comunicato del Quirinale che annunciava che il Presidente della Repubblica aveva ricevuto al Quirinale il generale Giovanni De Lorenzo.
Di lì a pochi giorni la crisi si concluse: il 17 luglio Aldo Moro, riconfermato alla Presidenza del consiglio dei Ministri, comunicò a Segni la lista dei Ministri e il nuovo Governo (al quale non partecipava il socialista Giolitti, sostituito al Bilancio dal collega di partito Pieraccini) ebbe la fiducia delle Camere il 22. Il programma, per ammissione degli stessi socialisti, risultava annacquato, in particolare per l'accettazione, obtorto collo, della politica deflazionistica e per l'esclusione di nuove nazionalizzazioni, nonché per il rimando a tempi migliori di ogni discussione sulla formazione delle Regioni. Sul quotidiano socialista Avanti! comparve, il 26 luglio 1964, un editoriale firmato da Pietro Nenni, col quale il leader socialista, quasi preoccupato di giustificarsi, spiegava che il PSI aveva preferito continuare la collaborazione al governo con la DC, perché l'alternativa sarebbe stata solo quella di un Governo di destra, "… nei cui confronti il ricordo del luglio 1960 (cioè il governo Tambroni, N.d.R.) sarebbe impallidito".
Qui conviene fare un attimo di sosta per chiarire alcuni punti che possono apparire formali, ma che in verità hanno un'importante sostanza. Il Presidente della Repubblica nel nostro ordinamento è "irresponsabile", né esercita funzioni di governo. Ciò vuol dire, agli effetti pratici, che ogni atto del Presidente della Repubblica deve essere controfirmato dal ministro competente per materia (che se ne assume la responsabilità) e che i contatti con i dirigenti dello Stato competono ai singoli Ministri; il Presidente della Repubblica può incontrare i dirigenti dello Stato alla presenza del Ministro competente, e di certo non può impartire direttive di alcun tipo.
Lo stesso titolo di comandante supremo delle Forze Armate non ha contenuto operativo, tant'è che per le questioni militari il Presidente della Repubblica è affiancato da un consigliere

militare. Queste precisazioni sono importanti per comprendere che appariva strano che il Presidente della Repubblica ricevesse al Quirinale il comandante generale dei Carabinieri senza la presenza del Ministro della Difesa e senza che il comunicato del Quirinale chiarisse motivi e contenuti dell'incontro. Ad alimentare le prime voci contribuì anche una frase di Pietro Nenni (che spesso amava esprimersi in modo sibillino), secondo il quale uno dei motivi risolutori della crisi di governo sarebbe stato il "rumore di sciabole". Chiacchiere su De Lorenzo ne correvano, ma perlopiù erano relative al suo periodo presso il SIFAR, sussurrandosi da parte di molti che il servizio di spionaggio e controspionaggio non si occupasse solo di sicurezza dello Stato, ma anche di fare il ficcanaso nella vita privata degli uomini politici più in vista dell'opposizione. Comunque il governo di centro sinistra annacquato entrò in carica ed ebbe vita lunga rispetto alla media: un anno e mezzo, fino al 21 gennaio 1966.
La bomba scoppiò l'11 maggio 1967; dopo una serie di articoli apparsi sulla rivista L'Europeo, e passati abbastanza sotto silenzio, nei quali si insinuavano gravi responsabilità da parte del Presidente della Repubblica nella gestione della crisi di governo di tre anni prima, quel giorno il settimanale L'Espresso uscì nelle edicole con un clamoroso titolo di copertina: "Finalmente la verità sul SIFAR: 14 luglio 1964, complotto al Quirinale. Segni e De Lorenzo preparavano il colpo di Stato".
L'articolo, firmato da Eugenio Scalfari e Lino Jannuzzi, chiamava in causa sia Antonio Segni (che il 7 agosto 1964 era stato colpito da trombosi cerebrale e il 6 dicembre dello stesso anno aveva rassegnato le dimissioni per ragioni di salute), sia il generale De Lorenzo, accusando quest'ultimo di aver predisposto un piano segreto che prevedeva, con la sola partecipazione dell'Arma dei Carabinieri (e perciò denominato "piano Solo") l'arresto e la deportazione in Sardegna di numerose persone considerate "pericolose per l'ordine pubblico", l'occupazione della RAI e di altri importanti edifici pubblici della capitale, nonché dello stesso Quirinale, in funzione "difensiva" da eventuali atti sovversivi. Parimenti dovevano essere prese sotto controllo dei carabinieri le centrali telefoniche e telegrafiche. Le liste di persone da arrestare e deportare erano fornite dal SIFAR, sul quale De Lorenzo continuava ad esercitare un forte potere, seppur non ufficiale, tramite uomini a lui fedelissimi, piazzati negli uffici più importanti ai tempi della sua direzione del servizio militare di spionaggio.


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L'articolo, che forniva date e riferimenti precisi, scatenò una violenta bagarre in Parlamento e lo stesso 11 maggio 1967 il ministro della Difesa, il socialdemocratico Tremelloni, nominava una commissione di inchiesta, presieduta dal generale Aldo Beolchini e composta dal gen. Umberto Turrini e dal consigliere di Stato Andrea Lugo, incaricata di verificare quanto affermato dall'Espresso. A questa indagine ne seguirono altre: quella interna ai carabinieri, affidata al vicecomandante dell'Arma, il gen. Giorgio Manes; un'altra inchiesta del ministero della Difesa (commissione Lombardi, 1968) e un'inchiesta parlamentare (1969), che si concluderà con una relazione di maggioranza e diverse relazioni di minoranza.
25 marzo 1964. Al comando generale dell'Arma dei carabinieri si tiene un'importante riunione. Si tratta di un rapporto che viene tenuto dal comandante generale, De Lorenzo, presenti i comandanti delle tre divisioni carabinieri (generale Markert, generale Cento e generale Celi), il comandante la brigata meccanizzata, generale Loretelli, il comandante la XI brigata, generale Simonetti e i generali Fiore e Javarone. In tale riunione viene data disposizione ai tre comandanti divisionali di predisporre un piano che consenta, alla sola Arma dei Carabinieri di far fronte, con i soli suoi mezzi e uomini, ad eventuali situazioni di emergenza. Le bozze della prima stesura del "Piano Solo" vengono redatte velocemente e consegnate al capo del 2° reparto del comando generale, colonnello Tuccari; questi il 16 aprile convoca telefonicamente a Roma i tre capi di stato maggiore divisionali per fornire loro le direttive necessarie per armonizzare le tre bozze.
Al piano principale se ne affianca un altro, denominato "Piano SIGMA", che prevede il richiamo, l'impiego e l'accasermamento di alcune migliaia di carabinieri in congedo, necessari per far fronte alle situazioni di emergenza, senza dover ricorrere alle altre forze armate

o di polizia preposte alla tutela dell'ordine pubblico. Col 10 maggio 1964 il "Piano Solo" può dirsi completato in ogni particolare. Nel mese di giugno vengono consegnati ai generali comandanti le divisioni carabinieri gli elenchi di persone da arrestare (viene usato il curioso termine di "enucleare"), forniti dal SIFAR. Queste liste contengono i nominativi non solo di persone già note per la loro pericolosità oggettiva (terroristi, pregiudicati per reati di tipo politico ecc.) , ma anche di persone ritenute potenzialmente pericolose per la loro appartenenza a partiti di sinistra, sindacati, associazioni, nonché anche di personalità politiche della maggioranza, ritenute però non affidabili.
Il 27 giugno 1964 si svolge un'ultima riunione, presenti i comandantidelle legioni carabinieri, per mettere a punto i dettagli operativi. Con questa riunione il "Piano Solo" è definitivamente pronto e può scattare in ogni momento, ma solo per ordine proveniente dal comandante generale.
La redazione di piani di emergenza è prassi normale per le Forze Armate; ma nel caso specifico del "Piano Solo" le anomalie erano molte e gravi: -
il piano prevedeva non solo l'esclusiva partecipazione dell'Arma, ma anche la totale segretezza nei confronti delle altre forze preposte alla tutela dell'ordine pubblico; -
del piano non era al corrente neppure il Ministero dell'Interno, al quale esclusivamente compete la tutela dell'ordine pubblico, da esercitare tramite la Direzione Generale di Pubblica sicurezza, diretta dal Capo della Polizia. Il Ministero dell'Interno compila e aggiorna periodicamente piani di ordine pubblico, che prevedono l'impiego, oltre che della Polizia, anche dei Carabinieri, della Guardia di Finanza ed eccezionalmente di reparti delle Forze Armate (esercito, marina e aviazione); -
i piani di emergenza prevedono sempre attività repressive e / o preventive da esercitarsi nell'ambito delle leggi che regolano la materia, né possono mai consentire atti arbitrari, quali la cattura e la deportazione di persone "presunte pericolose" per le loro idee politiche; -
in ogni caso i piani di emergenza vengono redatti ed aggiornati su ordine dell'autorità politica (Ministro dell'Interno), mentre il "Piano Solo" era un'iniziativa autonoma del comandante generale dell'Arma dei carabinieri.

Ma a tutte queste anomalie nel comportamento del comando generale dell'Arma si affiancavano quelle che venivano alla luce nell'attività del SIFAR. Questo organismo, come risultò dalle diverse inchieste, aveva iniziato dal 1959 una sistematica schedatura di migliaia di persone, non giustificata da esigenze di sicurezza. I responsabili provinciali degli uffici del SIFAR avevano ricevuto l'ordine di iniziare a schedare e fascicolare ogni informazione concernente le persone che a qualsiasi titolo si occupavano di attività politica o sindacale, alla maggioranza o all'opposizione, presenti sulle loro zone di competenza. Le informazioni archiviate non riguardavano solo le opinioni espresse o le attività strettamente politiche effettuate, ma comprendevano fatti della vita privata, elencazioni delle proprietà, comportamento dei familiari, abitudini intime, eventuali rapporti extra coniugali.
Al 1962, si accertò, i fascicoli conservati presso il SIFAR avevano raggiunto l'assurda cifra di 157.000. Di questi solo poche migliaia potevano avere una ragion d'essere in base ai compiti d'istituto dello spionaggio militare. Non solo, scoperchiata la pentola dei servizi segreti, vennero fuori altre cose interessanti, prima fra tutte il fatto che da anni il SIFAR si era occupato di un'infinità di cose, molto difficilmente ricollegabili alla sicurezza interna o allo spionaggio e controspionaggio. Enrico Mattei, il centrifugo capo dell'ENI, che non aveva mai nascosto la propria avversione al Patto Atlantico, era stato oggetto delle attenzioni dei nostri 007, che tennero anche per anni uno stretto rapporto con la Confindustria, alla quale era prassi normale fornire le informazioni da quest'ultima richieste in materia di personale da assumere o circa i comportamenti di diversi esponenti del mondo sindacale. Vennero alla luce anche finanziamenti a giornali e giornalisti e ad associazioni dalla vita effimera, nonché una intensa attività informativa sui politici della stessa maggioranza, a seconda della loro propensione o meno alla svolta politica rappresentata dall'ingresso dei socialisti al Governo.
Insomma, il SIFAR si occupava di un po' di tutto, spiava tutto e tutti e fascicolava, rinnovando in questo modo di agire i non onorevoli fasti di Mussolini, che d'abitudine raccoglieva fascicoli su amici e avversari, ben sapendo che prima o poi potevano venire utili.
Da quello che risultò dalle diverse inchieste, questa frenetica attività informativa sarebbe iniziata sotto la Presidenza del predecessore di Antonio Segni al Quirinale. Giovanni Gronchi

aveva l'abitudine di tempestare il generale De Lorenzo (che, come vedevamo, diresse il SIFAR dal 1955 al 1962) di richieste di informazioni di ogni tipo e il generale, spregiudicato quanto il Presidente, divenne ben presto l'uomo più informato d'Italia, a beneficio non solo del Presidente, ma anche suo proprio.
La brillante carriera di De Lorenzo (che lasciata l'Arma dei carabinieri avrebbe ottenuto un'ulteriore promozione, divenendo Capo di Stato Maggiore dell'esercito), fu infatti facilitata anche da questa sua posizione, che lo rendeva a un tempo utilissimo e temutissimo, nonché capace di ricattare o quantomeno mettere in imbarazzo molte personalità, politiche e militari. Ma le posizioni di potere generano anche le invidie e ben presto nel SIFAR si formò un "sotto - SIFAR"; uomini a loro volta tutt'altro che limpidi, come il generale Aloja o il colonnello Rocca (morto suicida, con un suicidio molto poco chiaro) agirono, più che nella preoccupazione della legittimità, solo in funzione anti - De-Lorenzo. Del resto, il fatto stesso che le informazioni circa i piani militari del 1964 e le attività del SIFAR pervenissero alla stampa prima che alla magistratura, la dice lunga sul modus agendi che ormai si era instaurato nei servizi segreti militari.
Era prassi normale tenere i segreti nel cassetto, in attesa di utilizzarli a proprio beneficio o a beneficio di chi li avrebbe ben compensati. De Lorenzo comunque perse il posto di capo di stato maggiore dell'esercito in seguito al doppio scandalo "Piano Solo - SIFAR", ma si consolò dandosi alla politica e venne eletto deputato, il 19 maggio 1968, nelle file monarchiche, dalle quali passò poi agilmente al MSI, dimostrando, se ancora ve ne era bisogno, che il massimo interesse che lo spingeva in ogni scelta era il tornaconto personale: il PDIUM, retto da Covelli, uomo fuori dal tempo, ma grande galantuomo, era un partito destinato ad estinguersi, mentre il MSI, guidato da Almirante, era un partito tenuto nel ghetto dalle altre formazioni politiche, ma che dava molte più garanzie di mantenere la presenza in Parlamento.
La degenerazione del SIFAR spinse il Parlamento a porre mano alla riforma dei servizi di informazione militare, costituendo il nuovo SID (Servizio Informazioni Difesa), con compiti e dipendenze gerarchiche inequivoche; il ministro della Difesa Tremelloni assicurò che si era dato corso alla distruzione dei fascicoli illegalmente compilati, ma nessuno fu mai in grado di poter verificare con mano come e quanto avvenne questa distruzione (né si sapeva se esistessero copie, e in che numero…). Resta lecita a questo punto una domanda fondamentale: in quel luglio 1964 si progettò davvero un Colpo di Stato?
Se al generale De Lorenzo di possono imputare molte colpe, di certo l'uomo non era uno stupido e appare poco credibile che un militare della sua esperienza credesse davvero di poter controllare un Paese vasto come l'Italia con la sola Arma dei carabinieri (per quanto rinforzata da qualche migliaio di richiamati), senza poter tra l'altro sapere le eventuali reazioni degli altri organi dello Stato preposti alla tutela dell'ordine pubblico. La preparazione del "Piano Solo" appare molto di più come un'ostentazione di forza e di organizzazione, e anche una intimidazione: a beneficio di chi? Antonio Segni, gravemente minato nel fisico, non fu mai più in grado di chiarire la sua reale posizione nella vicenda, ma si possono fare delle supposizioni legittime sulla base dei fatti.
Il "Piano Solo" consentiva a De Lorenzo di presentarsi come l'uomo in grado di difendere il Paese dall'emergenza sovversiva, trovando nel Presidente Segni l'uomo che non desiderava altro che sentirsi rassicurato, probabilmente essendo in quelle condizioni psicologiche che spingono a non riflettere più, ma ad aggrapparsi alla mano che viene tesa, senza troppo chiedersi se quella mano non nasconda anche un anello avvelenato. Parimenti le "voci" su un rischio di colpo di Stato potevano comunque servire a tenere a bada una sinistra, che a sua volta non dimostrò in tutta la vicenda né determinazione né idee chiare. Si pensi che Nenni (lo stesso che aveva parlato di "rumore di sciabole" nella soluzione della crisi di governo), ammonito dal segretario del PSI, De Martino, sulla inaffidabilità di De Lorenzo, ne approvò in Consiglio dei ministri la nomina a capo di stato maggiore dell'esercito, accontentandosi di "assicurazioni sulla lealtà" del chiacchierato generale, espresse da Taviani (Ministro dell'Interno) e Andreotti (Ministro della Difesa). Chi ne uscì vincitore su tutti fu il generale, promosso a un incarico superiore e di fatto dominatore delle ansietà di una classe politica che si mostrò fondamentalmente pavida.


De Lorenzo alla guida di un Colpo di Stato? E perché mai? Quali vantaggi ne avrebbe mai tratto? Di sicuro ne trasse molti dicendo e non dicendo, progettando ed ostentando sicurezza. Segni invece sarebbe stato realmente disponibile? Nessuno lo può dire, ma giova comunque ricordare che l'ordine operativo per il "Piano Solo" poteva essere dato da una sola persona, il comandante generale dell'Arma, insomma, ancora lui, il generale Giovanni De Lorenzo.
Piano Solo - SIFAR: una vicenda da basso impero, uno scandalo squallido da cui tutti uscirono inzaccherati, politici e militari. E in fondo gli unici ad uscire a testa alta dalla vicenda furono i giornalisti, Scalfari e Jannuzzi, che esercitarono il diritto-dovere di informazione e, se anche calcarono la mano su presunti pericoli corsi dalle libere istituzioni, fecero sapere un po' meglio agli Italiani come funzionava l'Italia.(
storiain.net)

LE MIE ESTERNAZIONI



lunedì 14 dicembre 2009

ATTENTATO,ATTENTATO ATTENTATO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!


Premetto di non essere un Berlusconiano,ma condanno ugualmente l’atto assurdo,ma che Emilio Fede ,mentre recita il “Pater Berluscon” nel tg4,mi parli di atto di terrorismo,perdonatami ma mi viene da ridere !! Ricordate Braida ,comico di Zelig , che recitava “attentato,attentato” ? Ebbene questo poveraccio che sta in cura alla salute mentale da dieci anni,non lo si può certo definire un terrorista !! Io paradossalmente vorrei augurarmi che i veri terroristi adottino questi nuovi metodi,il lancio dei souvenir o delle scarpe,invece di imbottirsi di esplosivo.Non vi nascondo che vedere il volto insanguinato di una “persona”,mi ha fatto tristezza,ma vi garantisco anche che a farmi tristezza è la malattia mentale dell’attentatore,che piu’ di sbatterlo in cella,andrebbe curato e seguito in modo migliore.Poi come se non bastasse la ligua di E.Fede,ci si sono aggiunti anche i titoli di prima pagina,di grandi testate,”Attentato a Berlusconi” vi riporto alcune reazioni politiche,fatte secondo il mio modesto pensiero,senza ne sapere e ne tener conto che il “pericolosissimo attentatore terrorista assassino”in realtà è una persona “MALATA”(Roberto Diiorio)

BOSSI
‘’Quello che hanno fatto a Berlusconi e’ un atto di terrorismo’’: lo ha detto all’ANSA il ministro Umberto Bossi.

CAPEZZONE

“Ho purtroppo assistito allibito, come tanti cittadini, all`indegna aggressione subita dal Presidente Berlusconi”. Lo dichiara in una nota Daniele Capezzone, portavoce del Pdl.

“I seminatori di odio - aggiunge - fanno scuola. Quanti, dai giornali, nella politica e dalle tv, hanno per mesi diffuso livore e negatività contro il premier dovrebbero interrogarsi sulle conseguenze delle loro parole e del loro incitamento a fare di Berlusconi il bersaglio di violenze come quella di stasera. In tanti dovrebbero vergognarsi e scusarsi con Berlusconi e con gli italiani”.

CASINI
"La violenza anche in politica è intollerabile e lo è tanto di più quando sono in corso manifestazioni pacifiche. Berlusconi ha la nostra solidarietà senza se e senza ma". Lo ha detto il leader Udc, Pier Ferdinando Casini.

ENRICO LETTA

"È da stigmatizzare il gesto violento di cui è stato oggetto il presidente del Consiglio e riteniamo assolutamente disdicevole e grave queste forme anche violente di contestazione". Lo dichiara il vice segretario del Pd, Enrico Letta.

DI PIETRO

"Io non voglio che ci si mai violenza, ma Berlusconi con i suoi comportamenti e il suo menefraghismo istiga alla violenza". Antonio Di Pietro commenta così all’ADNKRONOS quanto accaduto a Milano dove il presidente del Consiglio è stato aggredito da un contestatore.

"Io -aggiunge il leader dell’Idv- condivido le rimostranze dei cittadini che ogni giorno vedono un premier che tiene bloccato il Parlamento per fare leggi che servono a lui e soltanto a lui, mentre milioni di cittadini perdono il lavoro e faticano ad arrivare a fine mese".

BERSANI

"Un gesto inqualificabile che va fermamente condannato". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha commentato l’episodio di violenza di cui è stato vittima il presidente del Consiglio a Milano.

I GIOVANI DEL PDL
Dicono tutti di essere scioccati i testimoni dell’aggressione a Silvio Berlusconi oggi in Piazza Duomo, a fianco del palco allestito dietro al Duomo per la manifestazione di tesseramento del Pdl.
Il premier stava, infatti, salutando alcuni dei simpatizzanti dando loro la mano quando lo hanno visto accasciarsi. Con lui si trovava Marco Bessetti, un giovane del Pdl, che ha visto il premier ‘’tirarsi indietro’’. ‘’Sono scioccato, e’ allucinante - ha detto - perche’ non solo ho sentito il ‘toc’ forte ma l’ho visto accasciarsi’’.
Il giovane non ha visto l’aggressore, ma altri che si trovavano al di la’ delle transenne l’hanno visto e descrivono una persona sui 40 anni con un piumino beige e che e’ stato subito fermato.

‘’Tutta colpa di Di Pietro’’, ‘’la galera a Di Pietro’’ sono alcuni dei commenti della gente’’.

NAPOLITANO

"Esprimo la più ferma condanna del grave e inconsulto gesto di aggressione nei confronti del presidente del Consiglio - al quale va la mia personale solidarietà - e il più netto, rinnovato appello perchè ogni contrasto politico e istituzionale sia ricondotto entro limiti di responsabile autocontrollo e di civile confronto, prevenendo e stroncando ogni impulso e spirale di violenza". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo l’aggressione a Milano del premier, Silvio Berlusconi.

STAMPA ESTERA

Le foto e il video dell’aggressione a Berlusconi a Milano stanno facendo il giro del mondo e alcuni giornali stranieri danno ampio risalto all’episodio.

"Berlusconi ferito a sangue in un attacco", titola la Bbc nell’apertura dell’edizione on line. La notizia è in primo piano anche su "Le Figaro" che però usa toni più pacati e titola "Berlusconi leggermente ferito da un manifestante". Lo spagnolo El Mundo apre il sito web con il video dell’aggressione e titola "Berlusconi colpito dopo un comizio a Milano". La "FoxNews" di Murdoch dedica una breaking news all’episodio: "Berlusconi riceve un colpo...letteralmente" mentre la Abc rileva la "faccia sanguinante" del premier italiano.

LA RUSSA

"Ho corso con gli agenti di polizia per allontanare l’aggressore, che rischiava un possibile linciaggio". Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che intervistato al TG1 ha condannato "il clima di odio" di questi giorni. "Se non ci si ferma con la violenza verbale saranno guai", ha detto La Russa, ricordando che "è già capitato" che poi qualcuno passi all’aggressione fisica.
Berlusconi, ha aggiunto il ministro, "è stato aggredito dopo un discorso nel quale è stato moderato come non mai".


BONDI

"Al TG5, invece di esprimere la sua solidarietà, il signor Di Pietro ha detto delle cose infami degne di lui". Lo afferma il coordinato del PdL e ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi. "Spero - aggiunge - che tutti prendano le distanze da questo losco personaggio che neppure in queste ore sa tenere a freno la sua malvagità".


FASSINO

"Nessuna ragione politica può giustificare un’aggressione personale, che dunque va condannata nel modo più netto". Lo afferma l’ex segrataruo dei Ds Piero Fassino. "Occorre - sottolinea l’esponente del Pd - che la vita politica non sia inquinata dalla violenza, ed è responsabilità sia di chi sta in maggioranza sia di chi sta all opposizione impegnarsi per abbassare la temperatura e per restituire alla politica e alle sue idee civiltà e rispetto".


BINDI

"Al Presidente Berlusconi la mia personale solidarietà e quella del Pd per l’aggressione subita questa sera al termine del suo discorso a Milano. Il Pd rifiuta e condanna ogni forma di violenza, anche politica, e resta fermamente ancorato ai valori delle libertà costituzionali". Lo dichiara Rosy Bindi, presidente dell’Assemblea nazionale del Pd.



SCHIFANI


"Esprimo la mia solidarietà personale per questo vile gesto ritengo che sia giunto il momento che la politica si interroghi a 360 gradi. Occorre fare il punto sul linguaggio adoperato dalla politica in questi ultimi giorni, il clima di tensione che mette a rischio la pacifica convivenza del paese". È il commento del presidente del Senato, Renato Schifani, al Tg1, all’aggressione al premier Berlusconi a Milano.

"Berlusconi - ha proseguito Schifani - ha vinto le elezioni ha diritto di guidare il paese, può essere contestato ma quando si compiono gesti del genere è compito di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione di interrogarsi e di fermarsi nella logica di un confronto che deve basarsi sui progetti e sulle idee e non sulle accuse personali sull’attacco personale e addirittura minare l’incolumità fisica di un alta carica dello Stato. Dobbiamo riflettere attentamente e questo va fatto bene, presto e in fretta".



FINI

"Solidarietà doverosa e condanna di un gesto di violenza che non può e non deve in alcun modo nè minimizzato nè giustificato". Lo ha detto al Tg1 il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha aggiunto: "il contrasto anche aspro non può legittimare o giustificare quanto avvenuto. È veramente un brutto giorno per l’Italia e c’è il dovere di tutte le forze politiche, e lo sottolineo perchè mi sembra ci sia stata qualche dichiarazione francamente inaccettabile, di fare fronte comune perchè l’Italia non riviva gli anni della violenza; chi ha 50 anni si ricorda quegli anni, che non devono tornare".


CARFAGNA

"La vile e ingiustificabile aggressione al Presidente del Consiglio è il frutto di un clima torbido e delle parole avvelenate sentite nelle scorse settimane, sfociate addirittura in una manifestazione ‘contra personam’, frequentata da poca gente, ma osannata da commentatori e presunti intellettuali". Lo afferm ail ministro per le pari opportunità Mara carfagna. "L’impressione - dichiara - è che l’opposizione, debolissima ed egemonizzata da quell’Antonio Di Pietro che ancora oggi non si vergogna di scherzare col fuoco e, di fatto, porta fuori il suo partito da quell’insieme di regole democratiche condivise fatte di confronto duro ma corretto, stia facendo come negli anni Settanta, quando il Pci, per non dovere affrontare la propria base, chiuse un occhio e cullò al suo interno quelli che sarebbero diventati terroristi assassini". "Auspico - conclude la Carfagna - che gli esponenti del Pd, specie quelli scesi in piazza al cosiddetto No Cav Day, chiedano scusa al presidente Berlusconi e ritornino sulla strada delle regole democratiche".


CICCHITTO

"Leggiamo la dichiarazione di Di Pietro su Berlusconi; essa conferma che egli è un autentico provocatore che sta scatenando una spirale di violenza nel Paese approfittando della debolezza politica dei suoi alleati. Vedremo se verrà confermata la linea di alcuni esponenti politici di fare con questo figuro addirittura un ridicolo Cln". Lo dice Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL, che aggiunge: "Con Di Pietro al massimo si possono fare le brigate rosse e le brigate nere che hanno caratterizzato i momenti peggiori della vita politica italiana. In effetti se ci fosse un minimo di razionalità politica intorno a lui bisognerebbe fare un autentico cordone sanitario".


VATICANO

"È un fatto molto grave e preoccupante, che manifesta il rischio reale che dalla violenza delle parole si passi alla violenza nei fatti". Lo afferma il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Ogni violenza - aggiunge - va fermamente condannata senza incertezze da tutte le parti politiche e dalle diverse componenti della società.
Al Presidente Berlusconi, così irresponsabilmente colpito, va la nostra doverosa solidarietà".
(quotidianonet.ilsole24ore)


mercoledì 9 dicembre 2009

Sulmona con la Kiev String's Orchestra e il saxofonista Gaetano di Bacco.

Il cartellone prevede molteplici appuntamenti musicali a partire dal 18 dicembre . Prima data a Sulmona con la Kiev String's Orchestra e il saxofonista Gaetano di Bacco.

Euroartists Management, realtà casertana in continua evoluzione.


Plausi e consensi per l’agenzia artistica casertana che continua ad affermarsi sul territorio nazionale ed internazionale.

L’agenzia artistica “Euroartists Management” nasce a Caserta nel 2001 grazie al M° Angelo Taddeo, il quale ha curato, tutti i dettagli delle attività sinora promosse dalla stessa, concernenti l’aspetto musicale oltre ad ogni singolo evento realizzato, ottenendo ottimi riscontri .L’agenzia Euroartists Management sin dalla nascita ad oggi,vanta innumerevoli collaborazioni con artisti di fama nazionale ed internazionale in tutte le discipline musicali. Con la lirica ha polarizzato l’attenzione con la realizzazioni di concerti che vedevano, quali esponenti di spicco del settore: Luciana Serra, Renato Bruson, Monteserrat Caballè, Katia Ricciarelli, Rajna Kabaiwaska e tanti altri. Inoltre, l’ agenzia artistica, prima citata, ha prodotto per varie istituzioni più di 1000 opere teatrali tra le quali : Traviata, Aida, Nabucco, Simon Boccanegra, Trovatore, Rigoletto, Otello, Norma, Tosca, Turandot, Manon Lescaut, Madama Butterfly, Suor Angelica, Bohemè, Le Villi, Edgar, Barbiere di Siviglia, Nozze di Figaro, Don Giovanni, Vedova Allegra, Cin Cin là, Pagliacci e la Cavalleria Rusticana.
Nella musica sinfonica, invece, ha collaborato con artisti quali : Francesco Manara, Simonide Braconi, Massimo Polidori, Salvatore Accardo, Roberto Fabbriciani, Alexandru Tomescu, Giuseppe Andaloro, e Bruno Canino. Non sono mancate le formazioni cameristiche che ha rappresentato in vari concerti come ad esempio : il Quartetto della Scala, i Solisti del Teatro S. Carlo, il Quintetto dei Berliner Philarmonic, I Cameristi di Praga, la Kiev String’s Orchestra, il Quartetto della Filarmonica di S. Pietroburgo, la Camerata di Zurigo, il Wien Quartet e i Solisti di Budapest.
“Euroartists Management” ha inoltre svolto concerti in tutta Italia rappresentando artisti in vari festival e concorsi nazionali ed internazionali. Non è certamente fermo il settore riguardante la musica pop leggera che ha visto, la propria orchestra, accompagnare artisti come Antonella Ruggiero, Tosca, Jenny B, Jetro Tull oltre a vantare collaborazioni durante lo svolgimento di spettacoli particolari che vedevano protagonisti : Milva, Angelo Branduardi, Nicola Piovani e altri.
A breve, l’agenzia, sarà impegnata in una serie di spettacoli che si svolgeranno sul territorio nazionale. Il calendario in programma prevede una prima data stabilita per il prossimo 18 dicembre con la Kiev String's Orchestra con il saxofonista Gaetano di Bacco presso il Teatro di Sulmona mentre, il 28 dicembre si terrà il concerto della Filarmonica di Dniepropetrovs'k , una propria produzione, con Bruno Canino a Vico Equense , Napoli. Il nuovo anno inizierà alle ore 16.00 con il Concerto della Filarmonica di Dniepropetrovsk presso il Teatro del Giglio di Lucca, diretto dal M. Elio Boncompagni. Il 4 gennaio, nuovamente la provincia di Napoli ospiterà gli artisti dell’Euroartists , precisamente a Vico Equense dove si svolgerà il concerto di Francesco Manara, primo violino del Teatro alla Scala di Milano, con la Kiev Strings Orchestra


Lucia Vagliviello

giovedì 3 dicembre 2009

A natale in bed and breakfast a Palermo

L'atmosfera natalizia è ormai entrata nel vivo e internet offre nuove possibilità di organizzare le proprie vacanze: settimana bianca o città di cultura, fa poca differenza, la rete mette a disposizione tutte le possibilità per una buona prenotazione. Il suggerimento per una vacanza piacevole, che interrompa i ritmi impossibili del lavoro viene dal Zyz, bed and breakfast di Palermo, una struttura accogliente e confortevole, situato in pieno centro storico.

La Cattedrale, infatti, celeberrimo monumento tra i più importanti dell'intera Sicilia, si trova a pochi metri di distanza dai locali, che spaziano da camere piccole a camere più grandi, ambienti di oltre 30 metri quadri, con terrazza affacciata sugli splendidi palazzi del centro.

L'offerta di Natale è presto svelata: se prenoti 3 notti, una è gratis. Un'occasione imperdibile considerando la comodità di poter pernottare in centro, in un locale tranquillo, immerso nei sapori e nella commistione di gusti e stili quasi mistica di Palermo, dove tutto è visitabile a piedi, in pratica. La promozione è valida fino al 31 gennaio 2010 ed è già attiva.

Per maggiori informazioni: B&b Palermo, ZYZ - tel. +39 3283159700

Ecco il sito del Circolo Sardo di Veicoli d'Epoca

Il Circolo Sardo auto e moto d'Epoca S.C.Q.. si rifà l'abito, grazie ai servizi della Harres Multimedia Srl di Cagliari. Il circolo, attivo fin dal 1981 non si occupa solo del recupero della memoria attraverso la cura e la conservazione di veicoli d'epoca, ma anche della loro certificazione e quindi in senso lato di uno sport che ha molto a che vedere col costume e la storia dell'automobilismo.

Animato dalla passione di tantissimi soci, il Circolo si presenta in rete dacendo convergere due interessi distinti: quello della passione per le corse e quello della cura per i veicoli di valore. Dal sito, infatti, è possibile documentarsi e interagire con la nuova sede inaugurata nel 2006, per conoscere i dettagli sulla certificazione e sugli eventi organizzati.

Il Circolo è responsabile dell'organizzazione, per esempio, della celebre corsa Cagliari-Sassari-Cagliari, rievocazione storica e tradizionale, che illustra meglio di qualunque altra cosa lo spiirito della Sardegna e gli anni ruggenti di un certo automobilismo avventuroso. Attivo anche in altre manifestazioni, mette a disposizone il proprio parco veicoli per celebrazioni pubbliche e private. Una splendida gallerie fotografica completa un insieme di pagine dal tipico sapore sardo, dominate da passione e ospitalità.

Per maggiori informazioni: Circolo Sardo Automoto d'Epoca SCQ
Auto d'Epoca Cagliari, Sardegna.

mercoledì 25 novembre 2009

VIAGGIA CON VOYAGESILLUMINATION

Un Viaggio col corpo e con la mente

Voyagesillumination è un marchio che nasce nel 2003 da un'idea di Selene Calloni.
Voyagesillumination organizza viaggi spirituali, per portare le persone al di fuori della moderna frenesia di vivere e fuori dall'ingranaggio della fretta per trasportale in un tempo dilatato che lascia spazio per l'interiorità.
L'agenzia di viaggi risponde alle moderne esigenze, proponendo un nuovo modo di viaggiare, con l'obiettivo di condurre l'individuo a fare esperienza dei luoghi, a farglieli interiorizzare nella sua interezza con gli occhi, con il corpo e con la mente.
Voyagesillumination organizza viaggi di gruppo e viaggi con diverse destinazioni: India, Argentina, Bretagna, Birmania, Cina, Egitto, Iran, Tibet, Mongolia, Nepal, Yemen sono solo alcune delle mete che puoi trovare tra le offerte elencate nel sito. Voyagesillumination abbina alle proposte di viaggio una vasta ricerca antropologica e l'esplorazione di modelli filosofici e psicologici di frontiera.
Ogni mese sono a disposizione nuove mete e nuovi viaggi.
Puoi scaricare il catalogo direttamente dal nostro sito, puoi trovare tutti i viaggi che organizziamo, e le proposte per il mese di dicembre. Guarda le fototo dei nostri viaggi.
Parti con noi, ulteriori informazioni sono nel nostro sito voyagesillumination
http://www.voyagesillumination.com/
Fonte
Ufficio stampa web agency
www.netmar.it

A dicembre ti aspettiamo a Milano all'Hotel Augustus

A Milano l'Hotel Augustus ti accoglie con diverse proposte a prezzi convenienti per offrirti una piacevole permanenza a dicembre .
Augustus vanta una posizione centrale e comoda, è situato vicino alla stazione, a pochi passi dalla Metropolitana (Linea 2-3), é la soluzione perfetta per un per un rilassante soggiorno a Milano
Potete gustarvi la Ricca colazione a buffet, dolce e salata, servita nell'ambiente caldo, confortevole della sala ristorante. Augustus offre: Reception 24h, American Bar riservato ai clienti, garage privati annessi all’edificio per la vostra auto.
Abbiamo camere con diverse soluzioni, Junior, Classic, Prestige, tutte confortevoli, climatizzate, elegantemente arredate, tranquille e ubicate all’interno dell’edificio al riparo dai rumori cittadini.
Per il mese di dicembre Augustus ti offre la possibilità di alloggiare a Milano a prezzi scontati.
Cogli l'occasione Natale, Santo Stefano e San Silvestro ti aspettiamo a Milano all'Hotel Augustus.

Ulteriori informazioni sono reperibili al sito web Hotel Augustus http://www.augustushotel.it/
Fonte
Ufficio stampa web agency
www.netmar.it

I social network..parlano molto




Il Social Media Marketing è un ramo del Marketing che crea visibilità nei social media nelle comunità virtuali e aggregatori 2.0.

SMO, Social Media Optimization, rientra nelle tecniche sem, seo, indica la gestione della comunicazione integrata nelle diverse piattaforme che il Web 2.0, mette a disposizione agli utenti (siti di Social Networking, foto video e slide sharing, comunità 2.0, wiki, etc.)

Col Social Media Marketing si possono creare conversazioni con utenti/consumatori; i corporate blog o siti di Social Networking, contribuiscono a sviluppare una relazione 1:1 con l'utente.

I social network sono un ottimo mezzo di diffusione per il marketing virale che si presenta al loro interno sotto forma di filmati, ad esempio you tube o video sharing, dove l'interessato, pubblica un contenuto che ritiene interessante, con l'obiettivo di generare "hype" e diffusione dello stesso. Cerca di creare un effetto virale che guida sempre più utenti a visionare il video e dunque, a far circolare il messaggio, per raggiungere il maggior numero di utenti possibile.

Il social media marketing ti consente di comunicare coi tuoi clienti e utenti.

Sono diversi i social network con cui ogni giorno gli utenti comunicano tra loro: twitter, linkedIn, my space e tra i più utilizzati in Italia c'è Facebook, è costituito da pagine e gruppi. Le pagine sono più adatte per pubblicizzare un prodotto o una società, possono essere utilizzate come prolungamento del sito mentre i gruppi sono più appropriati per pubblicizzare un evento e creare azioni di marketing virale con riscontro a breve termine. L'Italia partecipa in maniera attiva all'utilizzo di social network.

La Member Community ( comprende blog e social network), ha quasi raggiunto la quarta posizione tra le categorie web più visitate in assoluto, ci sono 242 milioni di utenti e una penetrazione sul totale navigatori forte in tutti i mercati: 51% di Svizzera e Germania, 80% del Brasile, e una media globale del 67%”. Il nostro paese è sopra la media, con il 73% degli internauti italiani che visitano blog e social network. In un contesto in cui la pubblicità tradizionale sta vivendo una crisi di credibilità, i social network offrono straordinarie opportunità per avvicinarsi ai consumatori in modo più aperto e diretto.

Fonte netmar

sabato 21 novembre 2009

Natale 2009 in Toscana da Erboli Residence

Con la volontà e l’impegno di fare trascorrere dei momenti sereni, spensierati e allegri a chi la saprà cogliere, Erboli Residence apparecchia a festa l’Offerta Natale 2009 in Toscana per il 25 Dicembre nello scenario imbandito di luci e colori del Chianti.

Nata dalla ristrutturazione di un’antica casa colonica, Erboli Residence a Cavriglia in provincia di Arezzo è oggi una moderna casa vacanze con piscina in Toscana con 14 appartamenti da 2, 4 e 6 persone, dotati di cucina moderna e bagno doccia pronti a soddisfare qualunque richiesta ed esigenza di soggiorno. Inserita tra le Offerte per il Ponte dell’8 Dicembre e le Offerte per il Capodanno 2010, l’
Offerta Natale 2009 in Toscana di Erboli Residence si concretizza nei seguenti punti:

  • Soggiorno di 4 giorni e 3 notti a Erboli Residence,

  • Pranzo di Natale in ristorante con le migliori pietanze della cucina toscana.

  • Ed inoltre è:

  • Gratis per il bambino che dorme in culla,

  • Scontata del 10% per i bambini minori di 10 anni,

  • Ugualmente scontata del 10% per chi prenota entro il 05 Dicembre 2009.


Come si può facilmente evincere dalla varietà dei punti che la compongono, l’offerta Natale a Cavriglia di Erboli Residence è idealmente e potenzialmente rivolta a chiunque desideri trascorrere un Natale di vera pace in un luogo ricco di profumi e di paesaggi mozzafiato. Dalla famiglia con bambini e ragazzi alla coppia che cerca un luogo romantico, dal gruppo di amici alla comitiva che cerca una tranquilla destinazione per il 25 Dicembre, l’offerta è studiata per accontentare chiunque desideri vivere il Natale e dei giorni speciali in un luogo speciale.

Trovandosi poi per il Natale 2009 ad Erboli Residence, è facilmente possibile raggiungere città come Siena, Firenze ed Arezzo, visitare i centri del limitrofo Valdarno, oppure immergersi nella magica atmosfera del Chianti per scoprire in queste destinazioni l’arte, l’artigianato, la cultura, l’enogastronomia e tante altre espressioni della Toscana, che saranno sicure chiavi di volta per vivere una vacanza di relax, benessere, svago e divertimento.

Per conoscere il prezzo dell’offerta e per ulteriori informazioni:

Erboli Residence di Cannoni Snc
Località Erboli, 166
52022 – Cavriglia (AREZZO)
Tel: +39 055/95.91.87
Mobile: +39 348/86.31.828
Fax: + 39 055/95.44.659
Web:
www.erboliresidence.it
E-Mail: info[at]erboliresidence.it

mercoledì 18 novembre 2009

Nuovo prestigioso patrocinio per il Roma Expo Franchising / A new prestigious patronage to the Roma Expo Franchising 2010

Giunge ancora una volta l’ambito e prestigioso alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’ottava edizione del Roma Expo Franchising che si svolgerà dal 16 al 18 aprile 2010 alla Fiera di Roma.

Il riconoscimento, che si aggiunge a quelli del Ministero dello Sviluppo Economico e quello delle Pari Opportunità, costituisce la più alta testimonianza degli sforzi compiuti in questi anni dalla FIF e dagli organizzatori della manifestazione per diffondere la cultura dell’impresa e del buon franchising su tutto il territorio nazionale, attraverso il contributo anche di numerose istituzioni locali.



Once again, the high patronage of the Presidency of the Council of the Ministries rewards the Roma Expo Franchising show, coming to its eighth edition. As usual, the event will take place at the venue of Fiera di Roma from 16 to 18 April 2010.

This recognition, in addition to those of the Ministers of the Economic Development and of the Equal Opportunities, bears the highest witness of the efforts, made all along the years by the FIF and by the Organizers in order to spread the business’ culture and the “good franchising” all over the Italian territory, with the contribution of many local institutions.

lunedì 16 novembre 2009

IL FRANCHISING E L’IMPRENDITORIA FEMMINILE

L’impegno della Federazione Italiana Franchising attraverso il Roma Expo Franchising porta al prestigioso riconoscimento del ruolo svolto da parte del Ministero delle Pari Opportunità. Giunge infatti in questi giorni la Concessione del Patrocinio del Ministro Mara Carfagna per la prossima edizione della manifestazione insieme al personale apprezzamento per il lavoro svolto dalla presidente Patrizia De Luise e dall’organizzazione della manifestazione a sostegno dell’imprenditoria femminile.

Nei passati dodici mesi, il numero delle imprese guidate da donne o con forte presenza femminile (circa un quarto del totale delle imprese italiane) ha infatti continuato a crescere, incrementando al 30 giugno scorso di 21.342 unità quelle esistenti un anno prima. Il bilancio positivo ha portato così il totale delle imprese registrate presso le Camere di commercio a 1.446.543 unità, corrispondente ad una variazione dell’1,5% a fronte di una sostanziale stabilità dello stock complessivo delle imprese italiane (diminuito dello 0,2% nel periodo).

Questi i dati più significativi che emergono dalla foto scattata dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile, l’indagine semestrale realizzata da Unioncamere sulla base dei rilevamenti del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio presso cui operano, sulla base di un Protocollo di intesa siglato nel 1999 tra Ministero dell’Industria e Unioncamere, i Comitati per l’imprenditoria femminile. Composti da rappresentanti delle associazioni di categoria presenti sul territorio, i Comitati hanno il compito di realizzare e favorire azioni promozionali a 360 gradi per la valorizzazione dell'imprenditoria femminile.

Numerose le iniziative esistenti a favore dell'autoimpiego, che hanno l'obiettivo di favorire l'inserimento nel mondo del lavoro, attraverso la creazione di imprese di piccola dimensione e a basso rischio nel quale ben si inserisce il sistema del franchising.

Ed è in questo contesto che ben si inserisce l’impegno del Roma Expo Franchising che si propone come vero e proprio market place, nell'intento di sviluppare l'opportunità di realizzare incontri mirati tra i franchisor e le future imprenditrici, favorendo anche incontri formativi e conoscitivi mediante seminari e workshop presieduti da esperti del settore che contribuiranno a diffondere la cultura dell'impresa, del mercato e del franchising stesso.

La segreteria organizzativa della manifestazione è a disposizione di Associazioni ed organizzazioni di categoria per studiare iniziative congiunte da sviluppare durante i tre giorni della manifestazione che si svolgerà dal 16 al 18 aprile 2010 alla Fiera di Roma. Per contatti 0686200792.
franchising@gruppopublimedia.it

giovedì 12 novembre 2009

Settimana della cultura ad Agrigento

Il FAI e Confindustria Nazionale organizzano la Settimana della Cultura, una manifestazione che ha lo scopo di sensibilizzare l'attenzione sulla difesa del patrimonio storico, artistico e culturale del nostro paese, attraverso una serie contemporanea di iniziative su tutto il territorio nazionale. Ad Agrigento, con la collaborazione dell'Arcidiocesi, dell'amministrazione comunale e degli enti culturali della città, FAI e Confindustria locale promuovono la manifestazione, in una terra contrassegnata da un ricchissimo passato e presente culturale, simboleggiato dalla Valle dei Templi.

In occasione di questi eventi aderiscono all'iniziativa anche gli operatori turistici del territorio, tra gli hotel ad Agrigento, il Colleverde Park, che insiste sulla via panoramica del celebre sito archeologico greco, rinnova la promozione "fuga romantica", estesa a tutto l'anno, che permette di usufruire di una speciale offerta: se prenoti per tre notti, nei giorni tra il 20 e il 22 novembre 2009, una notte è gratis. In più viene offerta la connessione wi-fi gratuita e una coppa di vino sul panorama della Valle dei Templi.

Per maggiori informazioni sulla Settimana della Cultura di Agrigento e le promozioni collegate ad essa dell'Hotel Colleverde, visita la pagina Offerte Agrigento.
A cura del Colleverde Park Hotel, via panoramica della Valle dei Templi, Agrigento.

mercoledì 4 novembre 2009

REGIONE LAZIO: IL ROMA EXPO FRANCHISING E' FIERA INTERNAZIONALE

L'organizzazione dell'ottava edizione del Roma Expo Franchising che si terrà alla Fiera di Roma dal 16 al 18 Aprile prossimi entra nel vivo e lo fa con l'annuncio di una grande novità: la qualifica di "Fiera Internazionale".

Giunge infatti in questi giorni la comunicazione che la Regione Lazio con determinazione dirigenziale n. C1852 ha provveduto ad autorizzare con qualifica "internazionale" la manifestazione.

Tale qualifica, oltre ad essere un giusto riconoscimento agli sforzi di organizzatori e promotori, costituisce anche un' ulteriore facilitazione per le imprese che desiderano esporre al Roma Expo Franchising in quanto il regolamento di molte Camere di Commercio, al fine di sostenere ed incentivare le imprese iscritte, prevede l'erogazione di contributi per la partecipazione a fiere in Italia riconosciute internazionali dalle Regioni e riportate nel calendario definito dal coordinamento interregionale per le fiere.

Con il Roma Expo Franchisng salgono a quota 10 le fiere internazionali che si svolgono a Roma, su un totale di poco più di 200 in Italia.

Il Roma Expo Franchising, conferma quindi la sua importanza ed id il suo prestigio, rivendicando un ruolo primario nel panorama dello sviluppo economico del nostro paese e nel mercato fieristico internazionale, creando nuove opportunità per la promozione e lo sviluppo delle imprese.

AL ROMA EXPO FRANCHISING IL PATROCINIO DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

A conferma delle profonde relazioni istituzionali e del riconosciuto ruolo di volano per l'impresa, anche la prossima edizione del Roma Expo Franchising godrà del Patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico. Giunge infatti in queste ore tale prestigiosa concessione insieme ai voti augurali del Ministro per il pieno successo della manifestazione.

Che il franchising sia un settore in controtendenza al quale molti giovani guardano con speranza ed intraprendenza è un fatto ormai assodato. Volume d'affari, punti vendita e personale addetto portano tutti un segno positivo ed il Roma Expo Franchising è uno degli strumenti di recruiting più valido ed affermato. L'ottava edizione sarà ospitata come sempre nei padiglioni della Fiera di Roma dal 16 al 18 Aprile 2010 ed offrirà un'ampia panoramica delle novità del settore.

lunedì 26 ottobre 2009

Il metodo etopsicocinologico ( http://www.sussurra-al-tuo-cane.com/ )

Mi risulta molto difficile a parole esprimere le sensazioni che può dare riuscire ad essere mentalmente molto vicino ad un cane. Si tratta di una serie di pulsioni che si possono ricevere quando si ha un animo appagato, soddisfatto, ma non si tratta solo di questo. C’è anche qualcosa che riguarda la sfera emozionale di chi ha fatto una scoperta o ha ricevuto qualcosa che da tempo si aspettava ma mai arrivava. Magari il tutto può essere incluso in una sola parola, senza aver paura di ridurne il suo vero significato: FINALMENTE. Sì, perché con i miei cani, ma anche con quelli dei miei clienti, si è creata quella giusta armonia, quel feeling che crea la situazione giusta per un rapporto altamente edificante.

Da cosa deduco questo? Dalle situazioni di ogni giorno. Ora, ad esempio, ho sospeso per 15 minuti la stesura di questo libro per portare giù i cani ad espletare i propri bisogni corporali. Li ho portati nel grande giardino condominiale e non mi si sono allontanati più di 10 metri. Dopo aver preso un po’ d’aria (visti i 30 e passa gradi in casa) siamo tornati su. E’ bastato un ANDIAMO A CASA detto in tutta tranquillità e tono di voce quasi soffiato e tutti ci siamo diretti verso il nostro appartamento come un unico branco. Prima di salire le scale di casa mi sono fermato un attimo per togliere collare e guinzaglio ad Opalino; Taniusha, Gosha e Mozart si sono fermati ad aspettare senza che io dicessi niente, senza che nemmeno li guardassi. Quando ho fatto il primo passo si sono mossi tutti in simbiosi con me. Mi hanno aspettato alla fine della seconda rampa (forse non si è capito ma io sono un bradipo) e poi sempre insieme siamo andati tutti verso la porta. Se la situazione con i miei cani è questa lo devo senz’altro al mio metodo d’approccio. Devo aver seminato davvero bene.

Dunque, in cosa consiste questo mio metodo? Intanto armarsi di tanta pazienza e soprattutto una calma ascetica. Quando ho iniziato ad addestrare Taniusha, spesso mi arrabbiavo quando le cose non andavano come volevo e naturalmente lei si rifiutava di continuare anche piuttosto offesa, quasi volesse farmi capire che non me la dovevo prendere con lei se io non ero in grado di spiegare cosa cercavo. In effetti, abbassando i miei livelli di aggressività da primate isterico urlante e dandomi la calma che tuttora possiedo le cose sono letteralmente cambiate. Ora sono loro, i miei cani, soprattutto Taniusha e Gosha che mi danno lo sprone per lavorare divertendosi anche quando io preso dall’afa non ho l’energia per continuare. Tutti, dalla più addestrata (Taniusha) alla meno addestrata ed inserita da poco nel nostro nucleo (Teodora) si muovono insieme a me come se fossimo un unico organismo. A volte basta uno sguardo, a volte non serve nemmeno quello, come se loro riuscissero a leggermi nel pensiero (ma probabilmente hanno memorizzato particolari mimici del mio corpo quando siamo in certe situazioni). Sicuramente non è solo la mia calma che permette questo, ci sono altri fattori che sono intervenuti in modo da rendere questa nostra convivenza una situazione perfetta.

Ha influito molto lo studio dell’etologia, della psicologia canina ed il successivo uso delle varie tecniche comportamentali su quei cani che, al contrario dei miei, presentano forti problemi di gestione e patologie del comportamento; questo mi ha consentito di esplorare la mente dei cani da un punto di vista mai immaginato. Lo studio del loro linguaggio gestuale, i segnali calmanti/pacificanti, la loro struttura sociale, le relazioni di interscambio all’interno di essa. Il mio modo di muovermi sicuro e continuo, il porre la mia voce ad un tono molto basso (i cani non sono sordi, anzi hanno un apparato uditivo molto più sviluppato del nostro e perciò non c’è bisogno di gridare ciò che si chiede), il rendermi interessante spesso con esercizi e giochi nuovi, il saper sfruttare a scopo comunicativo quei sensi particolarmente sviluppati nei nostri amici a quattro zampe: olfatto, udito e vista. Soprattutto il non imporgli assolutamente nulla, ma chiedere la loro collaborazione; non ho mai voluto obbligarli nemmeno alle competizioni sportive per cani (e tantomeno alle esposizioni). Ciò che mi interessa di più è il loro benessere fisico e psichico, la loro felicità e non alimentare il mio spirito egocentrico, come ho visto e vedo fare spesso. Poveri cani, sfruttati, anziché capiti.

Per quanto riguarda il lavoro con gli altri cani, oltre a tutto questo insieme di comportamenti, che sicuramente servono a rilassare, ho aggiunto un particolare fondamentale: la casa dove essi abitano. E’ un controsenso non utilizzare questo fattore. E’ lì che effettivamente ci si rende conto dei comportamenti anomali del cane ed è in quell’ambiente che vi è una maggiore percentuale di probabilità di rendere le terapie comportamentali un successo. Chi porta il cane al campo ha due sole possibilità: o il cane impara a controllare le sue pulsioni eccessive solo in quel luogo e con l’addestratore (e quindi a questo punto a cosa servono i proprietari?) o il cane non impara assolutamente nulla perché posto in un luogo a lui sconosciuto e perciò “ostile”. In entrambi i casi si tratta di un insuccesso. Fra l’altro molti campi sfruttano questi fattori a fini commerciali (“Se tu hai sempre bisogno di me, verrai sempre da me e perciò io guadagnerò di più”). Certo neanche io lavoro gratis, ma utilizzando l’abitazione come luogo in cui svolgere le varie terapie comportamentali ottengo due fondamentali obiettivi: lavorare in collaborazione con cane e proprietario ed insegnare ad entrambi una corretta gestione dei rapporti sociali.

Per dare una definizione più giusta, si potrebbe dire che il metodo da me studiato ed elaborato per le interazioni fra cani ed umani èetopsicocinologico, poiché si occupa della gestione dei rapporti di comunicazione e delle relazioni sociali fra le due specie (cioè canis lupus familiaris e homo sapiens sapiens) nel pieno rispetto dell’etologia e della psiche canina. I suoi principi possono essere utilizzati per la normale vita quotidiana, per la correzione di comportamenti scorretti sia da parte del proprietario che da parte del cane e per il recupero e la rieducazione dei cani sofferenti di patologie del comportamento.

I principi, dunque, sono quelli elaborati dall’etologia e dalla psicologia canina. Questi principi hanno una legge che è la base fondamentale del metodo, legge che io ho chiamato REGOLA DELLE QUATTRO “C”:CONOSCENZA, COMUNICAZIONE, COMPRENSIONE, COLLABORAZIONE. Infatti, attraverso la conoscenza dell’etologia e della psiche del cane si riesce ad instaurare un rapporto di comunicazione che consente fra le due specie (noi ed i cani) maggiore comprensione e per tale motivo il cane vi darà la sua più assoluta collaborazione. Nessun segreto, dunque, ma solo questa piccola regola. In appoggio alla parte comportamentale, composta da tutte le tecniche possibili atte ad instaurare una buona e quanto più chiara relazione comunicativa, vi è anche quella riguardante l’addestramento che deve essere sempre improntato nel massimo rispetto dell’identità del cane. Per quanto mi riguarda io uso il metodo classico ed il clicker training, utilizzando a volte una tecnica mista fra i due. Tuttavia, possono essere utilizzati tutti quei metodi di addestramento che agiscono secondo le stesse regole. E’ quindi escluso qualsiasi metodo coercitivo.

Perciò, se veramente volete bene al vostro cane, seguendo i principi del METODO ETOPSICOCINOLOGICO, cercate innanzitutto di rendergli la vita tranquilla, sviluppate insieme a lui le sue doti e capacità, non costringetelo mai a fare ciò che non vuole, ad esempio, se ha paura a salire in auto fategli capire che non c’è nulla di pericoloso, se teme l’asciugacapelli perché rumoroso, rendeteglielo piacevole Non forzate mai le scelte del vostro cane: a questo modo rischiereste di aumentare le sue ansie e di allontanarlo da voi. Seguite le indicazioni ed i consigli che questo libro può darvi e vedrete il vostro cane trasformarsi da insicuro o poco socievole a felice di vivere accanto a voi.

giovedì 22 ottobre 2009

Kamaleontika, tutta da condividere


Kamaleontika Agency2.0 sui social network: Facebook, Twitter, YouTube


Continua l’ “invasione” di Kamaleontika, agenzia di comunicazione unconventional, che, spinta dal desiderio di condividere col mondo le proprie sfide e lanciare continuamente messaggi, sfrutta a pieno ogni potenzialità del web 2.0 per conoscere e farsi conoscere. Con uno sguardo sempre attento su cosa succede intorno e in continua ricerca di tutto ciò che è nuovo ed originale, si affida alla grande interazione con l’esterno che mettono a disposizione i social network per spaziare e comunicare. Da Facebook a YouTube, da YouTube a Twitter: quale sarà il prossimo??

Virginia Giuccioli
Responsabile ufficio stampa
v.giuccioli@kamaleontika.com

lunedì 19 ottobre 2009

A Roma il 30 ottobre degustazione di Vini Falanghina


Il 30 ottobre presso lo Sheraton Rome Hotel & Conference Center, la falanghina sarà in degustazione per tutti gli enoappassionati della capitale.
L'evento si inserisce nel programma di Falanghina Felix 2009- la Rassegna Regionale dei vini da uve falanghina svoltasi a S.Agata dei Goti il 3 e 4 ottobre 2009.
L'evento inizierà alle 11:30 con la presentazione dei risultati raggiunti con l'ottava edizione di Falanghina Felix e proseguirà con le degustazioni dei vini delle cantine partecipanti al banco di assaggio allestito dai sommelier della FISAR Nazionale.

I partecipanti potranno provare i vini vincitori del Premio Falanghina Felix 2009 ed assaggiare gli altri capolavori della viticoltura campana proposti alla Rassegna.

L'ingresso è libero e gratuito.

Per info: info@falanghinafelix.com
0824317745

domenica 18 ottobre 2009

Primo centro multidisciplinare della psoriasi in Calabria

Nasce all’Ospedale Beato Angelo di Acri (Cs)


Il primo Centro multidisciplinare della psoriasi in Calabria



La psoriasi é una malattia diffusissima nel nostro paese,basti pen-
sare che siamo secondi soltanto alla Francia,per incidenza.La per-
centuale (3,1% della popolazione)é pero’sensibile ad aumenti se si
considera che molto spesso talune forme della patologia non ven-
gono diagnosticate o confuse con altre.Fino a qualche anno fa si riteneva la psoriasi come una dermatosi riguardante solo la pelle,
poi si é scoperta la connessione con l’artropatia psoriasica e quindi
oggi si puo’parlare di malattia sistemica con il coinvolgimento di
altri organi e apparati,condizionata dall’alterazione dei loro meta-
bolismi in grado di attivare altre patologie come:infezioni virali,
epatite HCV,alterazioni dell’umore,depressione e altro.
A questo punto il paziente come si gestisce?Quali i suoi punti di
riferimento?
Il ruolo del suo medico curante diviene importantissimo.D’ora in poi tocchera’a lui orientare il suo assistito nella giungla di terapie
topiche e sistemiche esistenti:il malato psoriasico inizia qui il suo
peregrinare,fatto dai consigli del medico,amici,parenti,farmacisti,
erboristi e quant’altro.Ma nel frattempo cosa succede?Il paziente
sta male,fuma,é depresso,spesso beve molto,e la sua malattia
avanza e progredisce.
Dall’esperienza di Dermatologa ambulatoriale e studiosa della
psoriasi,la Dott.ssa Rosa Lucia Filippelli elabora e realizza l’idea
di un ambulatorio integrato per la patologia, interdisciplinare,dove
intorno al malato ci saranno specialisti a valutare il disturbo per
poter quindi istruire una terapia mirata alla guarigione.Da ricorda-
re che le terapie di questi ultimi trent’anni hanno compiuto passi da gigante e quindi la viva esigenza di seguire il paziente in base
ai suoi bisogni:dal dermatologo all’internista,dal reumatologo allo
psichiatra.Una reale consulenza,cioé,a 360°.Sara’il primo centro
dove trovera’accesso lo psoriasico,con tutte le sue innumerevoli problematiche:un articolato e completo punto di riferimento dove
alleviare e guarire tale malattia,perché di psoriasi si puo’guarire.
Il servizio é stato reso possibile oltre che alla disponibilita’della
Dott.ssa Rosa Lucia Filippelli anche grazie alla sensibilita’della
Direttrice sanitaria Dott.ssa Anna Di Donato,del Direttore di re-
parto Medicina Dott.Luigi Mazzuca,della Dott.ssa Chiarina Pallone,reumatologa,del Dott.Antonio Strati,psichiatra.Specialisti,
tutti,che,senza compensi aggiuntivi di alcun genere,resteranno al servizio di chi soffre.
Comincia,cosi’,una nuova era per la psoriasi,sperando di poter parlare”una tantum”di sanita’che funziona in Calabria,di medici
validi,consapevoli e preparati che operano secondo scienza e coscienza quotidianamente,senza che alcuno metta in evidenza
le intrinseche difficolta’cui va incontro ogni giorno:dalla carta
che manca allo strumento che non si puo’acquistare per mancanza
di soldi.


Dott.ssa Rosa Lucia Filippelli