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mercoledì 16 aprile 2014

Dalle microalghe al bioetanolo di terza generazione per la mobilità sostenibile

Torino, 15 aprile 2014

A Torino, la Sea Marconi innova insieme al Politecnico e alle Università

Workshop BioAlma - 15 aprile 2014 ore 16.00 presso AGORÀ I3P, Via P. C. Boggio 59 - Torino

A Torino, dopo la FIAT, pioniera nell’uso del bioetanolo per la mobilità sostenibile (a partire dal Brasile) e le iniziative dello Slow Food con la valorizzazione del territorio, il progetto BioAlma (BIOcarburante da ALghe per la Mobilità sostenibile in Aree urbane) offre straordinarie opportunità di sviluppo sui temi strategici dell’EXPO 2015: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”.
Il 15 aprile presso l’Incubatore delle Imprese del Politecnico di Torino, si sono discussi gli attesi risultati del progetto BioAlma con l’apertura di Cristina Tumiatti, presidente dei Giovani Imprenditori di Torino e direttore commerciale della Sea Marconi, PMI d’eccellenza torinese. BioAlma è un progetto finanziato nel 2012 dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che ha visto la partecipazione della Sea Marconi, del Politecnico di Torino, dell’Università degli Studi di Torino e l’Università di Catania. Nel settore delle microalghe Sea Marconi ha partecipato al progetto europeo BioAlgaeSorb (FP7), concluso nel 2013.
All’interno di BioAlma si è sorprendentemente dimostrata la fattibilità di convertire in modo diretto le microalghe coltivate in laboratorio in bioetanolo di terza generazione: un nuovo carburante “bio” utilizzabile per il trasporto nelle aree metropolitane.
Già da alcuni anni la ricerca sta percorrendo la strada di trasformare le alghe in biocarburanti, soprattutto il biodiesel, con il progetto BioAlma invece si è esplorata una via del tutto innovativa e promettente: il team di ricerca è stato capace di passare dalla microalghe al bioetanolo sfruttando l’azione di particolari batteri, superando i più complessi e costosi procedimenti impiegati per la produzione di biodiesel (estrazione, essiccazione, estrazione dell’olio, transesterificazione).
L’innovazione consiste quindi nell’aver scoperto una nuova strada per la produzione di biocarburante da microalghe decisamente più semplice, più veloce, più economica. Questo porterà alla produzione di bioetanolo con impianti più piccoli (e dunque installabili più vicino alle are urbane) e minori investimenti di start-up.
L’impiego delle microalghe è perfettamente allineato con quanto richiesto dalla Commissione Europea (Direttiva “RED”, 2009/28/CE) , che ha stabilito che entro il 31 dicembre 2020 i produttori di carburanti per il settore trasporti dovranno ridurre di almeno il 10% le emissioni di gas serra (GHG). A ciò va aggiunto che a Bruxelles hanno messo le microalghe ai primi posti nella lista delle biomasse il cui contributo verso il raggiungimento dell’obiettivo del 10% sarà considerato altamente premiante rispetto ad altre fonti rinnovabili.
I risultati della ricerca del progetto BioAlma sono l’inizio di una filiera straordinariamente sostenibile, soprattutto grazie alle microalghe, che possono essere coltivate senza togliere spazio ai terreni agricoli, non richiedono necessariamente acqua pulita, crescono velocemente senza l’uso di pesticidi o fertilizzanti, hanno una elevata resa per unità di superficie coltivata offrendo moltissime applicazioni anche per gli scarti di produzione, assorbono quantità maggiori di anidride carbonica, consentono una drastica riduzione dell’impatto ambientale in termini di CO2 equivalente, con particolare riguardo alla riduzione di emissioni climalteranti (Global Warming Potential, GWP).

I partner di progetto

I partecipanti del Progetto BioAlma, sono:
1. Sea Marconi Technologies, il cui ruolo principale è invece nella fase di conversione della biomassa in biocarburanti, anche attraverso la realizzazione di prototipi in piccola scala dei processi di conversione presi in esame;
2. Il Politecnico di Torino (DIATI, DENERG, DISAT), coordinatore del progetto e con un ruolo trasversale, occupandosi degli aspetti di LCA e analisi energetica degli scenari e processi di produzione presi in considerazione nel progetto;
3. L’Università di Torino, nella persona del prof. Gianfranco Gilardi, esperto internazionale nell’ambito della conversione enzimatica;

4. L’Università di Catania (Dipartimento di Scienze Agronomiche, Agrochimiche e delle Produzioni Animali), con la responsabilità degli aspetti relativi ai processi di produzione (coltivazione) della biomassa algale, ed eventuali opzioni di miglioramento rispetto allo stato dell’arte.

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