Il
Professor Alberto D'Atanasio, stimato professionista docente universitario,
nonché apprezzato curatore, critico ed esperto d'arte, affiancherà l'attrice
scrittrice Dalila Di Lazzaro in qualità di relatore insieme ad altri nomi di
spicco, durante la conferenza a tema su "il dolore e la speranza" che
si svolgerà Sabato 7 Marzo 2015 alle ore 18.00 presso la rinomata galleria
milanese "Milano Art Gallery" in Via Alessi 11, con l'organizzazione
del manager produttore Salvo Nugnes.
E'
ormai consolidato il prezioso ruolo svolto dall'arte terapia, anche
nell'alleviare varie tipologie di dolore e sofferenza e nel fornire un utile e
tangibile supporto terapeutico con efficaci risultati. L'arte terapia consiste
nella ricerca del benessere psicofisico, che si riflette di rimando anche a
livello fisico. Essa utilizza le potenzialità che ciascuno possiede, insite nel
proprio ego. Fin dalla preistoria c'è sempre stato nell'uomo il bisogno di
rendere manifesto il suo mondo interiore. L'arte permette un'espressione
diretta, immediata, spontanea, arcaica ed istintiva di noi stessi, che non
passa attraverso l'intelletto. Ognuno ha in sé delle risorse proprie e un
potenziale auto rigenerativo, che va stimolato adeguatamente. I materiali e le
tecniche, che il paziente utilizza gli permettono di esternare, plasmare e dare
un'identità al problema che la portato in terapia. Attraverso l'aiuto del
terapeuta è possibile raggiungere una nuova visione di tale difficoltà,
un'intuizione che lo avvicina alla risoluzione positiva.
Questo
argomento di particolare rilevanza e attualità evidenzia un grave problema
gestionale a livello sanitario, di cui la Di Lazzaro si rende portavoce
ufficiale, a testimonianza del concreto disagio sopportato dai malati cronici.
Lei stessa, che a seguito di un incidente stradale da oltre dieci anni ne soffre,
sottolinea "Il mio sogno è che possa essere proclamata una giornata
nazionale del dolore e magari una maratona tv per raccogliere fondi da
destinare alla ricerca. Voglio usare la mia immagine, la mia voce e continuare
a scrivere per chiedere di fare di più contro la sofferenza cronica. Si tratta
di un male invisibile per gli altri, difficile da diagnosticare e non
riconosciuto. Quindi possono passare anni prima che venga identificato e
trovata una cura adeguata. Per affrontare concretamente questo problema ci
vorrebbero equipe di medici, che uniscano le proprie competenze. Lo stesso vale
per la ricerca: in molti altri settori della medicina sono stati fatti passi da
gigante, sul dolore cronico non si è ancora giunti a risultati e cure
concrete".
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