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martedì 27 dicembre 2016

Olio d’oliva: un monopolio dei Paesi del Mediterraneo


L’olio extravergine di oliva è riconosciuto come l’alimento di punta della dieta mediterranea, sistema alimentare individuato come il più salutare per l’organismo umano e responsabile della maggiore longevità riscontrabile presso i Paesi che si affacciano sul suo mare.

In Italia, l’olio è una risorsa economica chiave e un volano per le economie del Mezzogiorno che rappresentano, insieme alla Toscana, l’eccellenza nostrana. L’olio extravergine di oliva pugliese assorbe il 37% della produzione italiana, quello calabrese il 33% e quello siciliano il 9,5%; in tutto, le tre regioni provvedono al 79,5% della produzione nazionale.

A livello globale, l’Italia è terza per produzione dopo Spagna e Grecia. L’Europa provvede per il 49% della produzione globale, seguita da Africa (31%) e Medio Oriente (16,5%). Oltre ai tre leader di mercato europei, Paesi di punta del segmento di mercato dell’olio di oliva sono Tunisia (che produce il 16% dell’olio mondiale), Marocco (8%), Turchia (7,5%) e Siria (6%). In totale, circa nove decimi della produzione mondiale di olio è sviluppata all’interno di Paesi dell’area mediterranea e solo la parte residuale è assorbita da realtà produttive sudamericane (Cile soprattutto) e dell’Estremo Oriente.

Le esportazioni


Lo scenario non cambia se si prendono in considerazioni le esportazioni: La Spagna è leader assoluta e provvede al soddisfacimento del 60% della domanda globale; l’Italia è seconda della specialità con il 23%; in tutto, i due paesi, insieme a Grecia e Portogallo, sono responsabili del 90% dell’export complessivo.

L’Italia precede la Grecia nelle esportazioni nonostante una produzione complessiva inferiore grazie alla comprovata qualità dei suoi oli: 41 etichette Made in italy vantano la dicitura DOP riconosciuta dall’Unione Europea, prima anche davanti alla Spagna, ferma a 24.

Gli Stati Uniti sono il Paese che acquista la maggior percentuale di olio di oliva dal mercato esterno, importando il 35% dell’olio mondiale; l’Unione Europea è seconda, con una quota del 19%. A seguire, troviamo Brasile (8%), Giappone (7%), quindi Cina e Australia (4% per entrambe), In totale, le realtà sopra elencate assorbono i quattro quinti della domanda complessiva di olio di oliva.

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