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martedì 30 gennaio 2018

Il Migno in radio con il nuovo singolo Gennaio



In radio "Gennaio", il nuovo singolo di Francesco Mignogna in arte "Il Migno", brano che anticipa l'uscita del nuovo album del cantautore toscano, prevista nel 2018.
E' un brano lento e poetico, ma con un' impronta rock. Intenso e malinconico, è dedicato ad un amico. Scritto con Giovanni Germanelli, registrato e arrangiato presso il Seven Floor studio da F.Mignogna, è accompagnato da un videoclip che è stato girato in giro per l' Islanda, sfruttando dei passaggi caratteristici che rendono unica questa terra. Mix e master a cura di Alex Marton.




Biografia

Arrangiatore, musicista ed autore per : Viola Valentino, Scialpi, Valeria Rossi, Leandro Barsotti, Den Harrow, Lidia Pastorello (Amici 2011), Paolo Macagnino (Amici 2013) e per vari ragazzi di “Io canto” e “Ti lascio una canzone”. Ha inoltre firmato canzoni con Paolo Limiti ,Vladi Tosetto e scritto un brano per il film "Italian businness". I suoi brani sono stati programmati su molte radio italiane tra cui: Radio Italia, Radio 105, Radio Uno RAI. Fa parte della giuria di idoneità di Area Sanremo per le selezioni  della regione Toscana. La sua attività si alterna tra Live e il suo studio di Piombino.


domenica 28 gennaio 2018

Intervista di Alessia Mocci a Cinzia Migani: vi presentiamo il progetto Dire Fare Donare



“[…] il volontario assume le vesti di agente di prossimità dando vita a nuovi processi relazionali, ricucendo relazioni interrotte, diventando risorsa per la comunità. La relazione che si instaura fra le persone in difficoltà, i servizi, le organizzazioni del terzo settore e i singoli volontari coinvolti nell’azione rappresenta un valore aggiunto irrinunciabile non solo come riscatto valoriale in una società a forte valenza individualistica, ma anche come ancora di salvezza degli abitanti di un contesto comunitario. È questo un antidoto prezioso per evitare le derive narcisistiche.”Cinzia Migani ‒ “Dire Fare Donare”

Dire Fare Donare. La cultura del dono nelle comunità in trasformazione” è un progetto editoriale pubblicato a maggio del 2017 dalla casa editrice Negretto Editore (sede a Mantova) per la collana di scienze sociali “Cause e affetti” curata da Cinzia Migani.

Di formazione filosofica, Cinzia Migani, si occupa dal 1990 di progett-azione sociale con particolare attenzione alle reti di volontariato contro l’esclusione sociale.

È stata responsabile dell’Area Salute Mentale dell’Istituzione G.F. Minguzzi della Provincia di Bologna dal 1998 al 2000, successivamente e sino al 2009 ha ricoperto la posizione di Responsabile dell’Area Ricerca ed Innovazione Sociale e Responsabile di “Aneka. Servizi per il benessere a scuola”. Dal 2010 collabora con A.S.Vo che gestisce VolaBo, il centro di servizio della città metropolitana di Bologna, in veste prima di coordinatrice e poi di direttora di VolaBo.

Ha curato la pubblicazione di libri sul disagio scolastico e sulla salute mentale per la Carocci Editore e dal 2008 collabora con la Negretto Editore per la quale ha portato a termine lavori come “Follia gentile. Dal manicomio alla salute mentale”, “Il Teatro illimitato. Progetti di Cultura e Salute mentale” ed il progetto di cui parleremo in questa intervista “Dire Fare Donare”. 

A.M.: Ciao Cinzia, ti ringrazio per aver accettato questa intervista che verterà soprattutto sul progetto “Dire Fare Donare” pubblicato a maggio 2017 per la casa editrice Negretto Editore. Una prima domanda per capirne la genesi: come nasce l’idea della stesura del libro?

Cinzia Migani: Questa pubblicazione prende le mosse dal progetto Il volontariato è un dono di tutti. La cultura del dono per stare bene e nasce con l’intento di raccogliere molteplici punti di vista, testimonianze, riflessioni sul dono e sulla cultura del dono. Fra gli interrogativi di fondo che sostanziano lo scritto segnalo: se e in che modo il dono può diventare volano di reciprocità e attivatore di nuove relazioni sociali e come muta la relazione fra donatore e ricevente nelle nostre comunità, caratterizzate da radicali trasformazioni sociali, economiche e politiche. Il lancio del progetto è avvenuto il 4 ottobre 2015 in occasione della Giornata del Dono, voluta e promossa dall’Istituto Italiano della Donazione. L’istituzione della Giornata del Dono ha dato l’occasione per aprire il sipario al tema più ampio del volontariato e della solidarietà nel campo della cura e della salute di comunità e per connettere percorsi ed interventi con altre reti territoriali che lavorano su temi vicini e integrativi come le associazioni del dono di sangue e organi. Il progetto “Il volontariato è un dono di tutti” è promosso da VolaBo – Centro Servizi della provincia di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna e realizzato in collaborazione con la rete delle associazioni del dono di sangue e organi. Il progetto è, inoltre, realizzato grazie alla collaborazione dei Centri di Servizio per il Volontariato, delle organizzazioni del terzo settore, delle Aziende USL/DSM-DP e degli enti pubblici delle città che hanno aderito. L’iniziativa è inoltre patrocinata da Avis Regionale.


A.M.: L’introduzione de “Dire Fare Donare” si apre con una tua domanda: “Si può ancora parlare di volontariato o è più corretto parlare di volontariati?”. Pensi che sia ancora necessario riflettere su questo quesito oppure le possibili risposte sono state date dal responso del pubblico dei lettori?

Cinzia Migani: Oggi più che mai è indispensabile porsi la questione per capire e sostenere coloro che – come i volontari prestano il proprio impegno gratuitamente per scommettere su un mondo con confini più estesi e più “equo”. Molteplici sono le riflessioni portate dai lettori e da chi ha condiviso con noi il percorso o da altri compagni di viaggio che rappresentano una nuova narrazione. Fra le  diverse  riflessioni meritano una attenta considerazione i centri di servizio per il volontariato che si stanno ponendo il problema dei profili anagrafici dei volontari, di  analizzare le diverse motivazioni che spingono le persone ad impegnarsi in attività di volontariato, di comprendere la diversità delle molteplici esperienze possibili, le modalità di incontro con i volontari, le peculiarità di ciascun modello per offrire percorsi più utili di formazione, comunicazione, progettazione e consulenza. Tornando alla domanda iniziale ci sembra possibile affermare senza indugio che la vita senza gli altri non è vita e l’atto del dono rappre­senta una apertura all’alterità e al fenomeno del volontariato. È così l’atto del dono rappresenta una apertura all’alterità. L’individuo sente il bisogno di appartenere ad una comunità, di legarsi agli altri e donare significa legarsi all’altro. Il dono diventa risorsa per sé e per gli altri là dove si privilegia la dimensione della generatività, del dono che facilità l’empowerment e valorizzazione di chi lo riceve.


A.M.: I curatori de “Dire Fare Donare” sono sei in totale, oltre a te troviamo Matteo Scorza, Andrea Pagani, Giancarlo Funaioli, Roberta Gonni ed Ennio Sergio. Vi conoscevate prima dell’inizio della stesura del libro oppure è stata occasione per intavolare un discorso sul volontariato?

Cinzia Migani: Anche se operiamo in contesti diversi in realtà ci conosciamo da diversi anni, il rapporto più recente a livello di gruppo, ma altrettanto significativo, è quello instaurato con Andrea Pagani che per VolaBo ha curato il percorso di scrittura. Andrea è stato scelto da chi come, Roberta e Ennio, aveva già avuto modo di apprezzarne le doti in aula di formazione e le pubblicazioni. La scelta è stata proprio felice. Io, Giancarlo e Roberta collaboriamo da anni a VolaBo. È a Volabo che è maturata la necessità di capire meglio se e come era evoluta la visione di dono dei volontari delle centinaia di associazioni che ci interpellano nella nostra azione quotidiana per costruire interventi e azioni volte a trasformare i contesti di appartenenza, per affrontare emergenze, per ridurre le disuguaglianze, per sognare un mondo più attento alle persone e all’ambiente.  Con Matteo e Ennio abbiamo condiviso diverse forme di collaborazione per la realizzazione di progetti a carattere socio sanitario e di volontariato, fra questi il Progetto del dono che ha occasionato la pubblicazione. Un progetto che si interseca con quello del teatro e salute mentale descritto in una precedente pubblicazione dell’editore Negretto: il teatro illimitato, Progetti di cultura e salute mentale. Ognuno di loro è profondo conoscitore dei temi trattati nel libro e portatore di pensieri sul tema del dono, dei pensieri e delle riflessioni che emergono negli interventi presenti nel libro o nelle parole chiave delle sezioni curate, ma anche di coloro che ci hanno donato il loro racconto.

A.M.: “Dire Fare Donare” nelle sue 270 pagine è un lavoro che presenta anche altri collaboratori, infatti ritroviamo nelle tre sezioni del libro tanti altri nomi di volontari che hanno voluto contribuire, come per esempio la parte dedicata ai racconti sul dono curata da Andrea Pagani. Fra tutti i racconti inseriti c’è uno che ti ha colpito maggiormente e di cui ci vuoi parlare?

Cinzia Migani: Limitandoci alla parte curata da Pagani: tutti i racconti, in coerenza con lo spirito del gruppo e con la linea del corso di formazione impostata dallo scrittore Andrea Pagani, rispondono all'idea del Dono, sono cioè racconti che intendono la scrittura e l'esperienza del racconto (e quindi della vita) come momenti di condivisione, di confronto, di conoscenza di sé e degli altri. In particolare, se dovessi condurre una scelta assolutamente personale (legata cioè ad un carattere dello stile della scrittura), mi hanno colpito i racconti che fanno riferimento al contatto con altre realtà, con altre culture ed altre civiltà, come il racconto di Elena Gardenghi sul mondo ellenico (con ascendenze e citazioni della classicità greca), il racconto di Alessandra Scisciot sulla condizione dei migranti a Lampedusa (in una chiave però molto simbolica, intimista, poetica, dove la realtà oggettiva si riverbera in una dimensione lirica e quasi magica) e il racconto di Erica Balducci e Martina Salieri sulla condizione dei bambini dell'est, spesso in una condizione di disagio, dove la vicenda di cronaca diventa spunto per profonde riflessioni esistenziali e universali. Ma comunque tutti i racconti della raccolta sono veicoli di arricchimento e conoscenza collettiva, in una idea di dono e di partecipazione democratica ad un progetto culturale ed umano collettivo. Segnalo anche che la scelta della fotografia di Silvia Camporesi in copertina. La sua fotografia ha il valore di un racconto a più mani: un racconto fatto dalle singole identità narranti che si incrociano per dare vita ad una unica trama collettiva volta a mettere in evidenza il dono delle relazioni interpersonali.

A.M.: Ritengo che la scelta del titolo del libro sia molto calzante ed in sé racchiuda il nucleo fondante dei diversi pensieri e studi espressi: dalla parola all’azione, e che l’azione sia il donare. Ma in questa società dedita al neoliberismo come possiamo iniziare a concepire la donazione come necessaria? È essa stessa una lotta contro la “crisi” e la volontà di diseguaglianza di pochi a discapito di molti?

Cinzia Migani: La scelta del libro è frutto di uno scambio fluttuante fra alcune colleghe di VolaBo e i curatori del libro. Occuparsi della cultura del dono in una comunità in trasformazione significa fare una scelta culturale.  Ma, come sottolinea il professor Stefano Zamagni, si tratta anche una scelta di cultura economica. La scelta dell’economia civile. Certo una scelta che non è in linea con la cultura capitalistica che riconosce le donazioni, i filantropi ma non il dono. La donazione infatti sono essenzialmente rappresentate da oggetti, il dono invece rappresenta quanto viene trasferito attraverso la relazione interpersonale.
Scrive Stefano Zamagni nel capitolo Il ruolo profetico del volontariato: “il contributo più significativo che il volontariato può dare alla società di oggi è quello di affrettare il passaggio dal dono come atto privato compiuto a favore di parenti o amici ai quali si è legati da relazioni a corto raggio, al dono come atto pubblico che interviene sulle relazioni ad ampio raggio.”
La cultura del dono consente di favorire la partecipazione di tutti alla co-costruzione di una comunità più vivibile, perché rimette in circolo il principio di fraternità anche a livello economico.

A.M.: VolaBo, il Centro Servizi per il Volontariato della Città metropolitana di Bologna, è una realtà che gestisci come direttora e che ovviamente ha promosso il libro. Ci racconti qualcosa di VolaBo e ci spieghi come entrare a farne parte?

Cinzia Migani: VolaBo nasce su volontà di A.S.Vo (Associazione per lo Sviluppo del Volontariato), una associazione senza fini di lucro, autonoma, pluralista che si ispira a principi di carattere solidaristico e democratico per essere al servizio delle organizzazioni di volontariato (OdV) della città metropolitana di Bologna. Da alcuni mesi, in base alla Legge delega per la riforma del Terzo settore n. 106/2016 (legge 106/2016), VolaBo ha il compito, in qualità di CSV, di organizzare, gestire ed erogare servizi di supporto tecnico, formativo ed informativo per promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari in tutti gli enti del Terzo settore (4,8 milioni secondo i dati del Censimento Istat Non Profit 2011). In prospettiva ASVO auspica la partecipazione alla gestione condivisa del Centro Servizi di un numero sempre maggiore di organizzazioni di volontariato in modo da rappresentare significativamente la pluralità di esperienze e competenze locali. L’associazione è aperta a tutte le organizzazioni di volontariato che abbiano esclusivo fine di solidarietà e che basino la propria attività sull’apporto personale, spontaneo e gratuito dei propri volontari. È stata la consapevolezza della prospettiva di allargamento della base sociale a tutti i volontari del terzo settore e la trasformazione dei contesti culturali e sociali di riferimento delle associazioni che ha favorito il confronto allargato sul tema del dono. Per fare parte della base sociale oggi è sufficiente essere organizzazione di volontariato, a breve anche di associazione di promozione sociale, e presentare la domanda di ammissione.

A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Negretto Editore? La consiglieresti?

Cinzia Migani: Il rapporto instaurato con la casa editrice Negretto Editore è molto positivo. Diverse le ragioni della preziosa collaborazione, fra queste la linea editoriale e la serietà dell’Editore. Non ho dubbi che consiglierei di avere rapporti con la casa editrice.

A.M.: Quali sono le tue novità editoriali per il 2018? Ci puoi anticipare qualcosa?

Cinzia Migani: Per il 2018, 40 anni dopo l’uscita della legge di riforma psichiatrica, la cosiddetta legge Basaglia, ho in cantiere una pubblicazione che centra l’attenzione sulla storia della psichiatria a Bologna, sul ruolo dei cittadini, delle associazioni e dei servizi nel favorire la liberazione delle persone rinchiuse nelle istituzioni totali. Al centro della pubblicazione le vicende di persone che hanno trascorso parte della loro vita in manicomio e vicende storiche di alcune istituzioni totali situate a Bologna e Imola. La questione interessa particolarmente ai volontari, contrari ad ogni forma di prevaricazione. Il 2018 si caratterizzerà comunque ancora come l’anno del dono e quindi come occasione per promuovere il libro Dire Fare e Donare.

A.M.: Salutaci con una citazione…

Cinzia Migani: Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quando amore mettiamo nel dare. Madre Teresa di Calcutta

A.M.: Cinzia ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e confido che in tanti si interessino al grande progetto del Dono che portate avanti. Ti saluto con le parole di Henrik Ibsen: “Un migliaio di parole non lasciano un’impressione tanto profonda quanto una sola azione.

Written by Alessia Mocci
Ufficio Stampa Negretto editore

Info
Acquista “Dire Fare Donare”
https://www.ibs.it/dire-fare-donare-cultura-del-libro-vari/e/9788895967301
Sito VolaBo
http://www.volabo.it/
Facebook Negretto Editore
https://www.facebook.com/negrettoeditoremantova/
Sito Negretto Editore
http://www.negrettoeditore.it/
Recensione “Dire Fare Donare”
http://oubliettemagazine.com/2017/11/08/dire-fare-donare-di-a-a-v-v-la-cultura-del-dono-e-del-volontariato-nelle-comunita-in-trasformazione/


Fonte
http://oubliettemagazine.com/2018/01/22/intervista-di-alessia-mocci-a-cinzia-migani-vi-presentiamo-il-progetto-dire-fare-donare/


venerdì 26 gennaio 2018

Alice Caioli: da oggi in radio il brano in gara al Festival di Sanremo 2018 nella categoria Nuove Proposte, accompagnato dal videoclip ufficiale


La giovane artista siciliana in gara alla 68^ Edizione del Festival della Canzone Italiana tra le Nuove Proposte con l’etichetta Round 35.



Firmata dalla stessa Alice Caioli insieme a Paolo Muscolino, che ne ha anche curato la produzione. La canzone è un’intensa ballad dal forte impatto melodico, ricca di suggestioni elettroniche e dal sapore r’n’b.
Il brano scelto dalla Commissione capitanata dal Direttore Artistico Claudio Baglioni, parla di lei e del proprio vissuto in relazione al mancato rapporto con il padre. Una finestra come portale attraverso cui mettersi in contatto con la figura paterna. “Specchi rotti” è la metafora della discrepanza tra la percezione di se’ allo specchio in una visione intatta, solida e perfetta e quella che è invece la vera essenza, spesso frammentata e a pezzi.



Il video, per la regia di Alberto Cosenza, è stato girato a Castel di Tusa, in provincia di Messina, presso la struttura Atelier sul Mare, un museo albergo dove 22 delle sue stanze sono vere e proprie "camere d'arte" in quanto ideate da artisti di diversi campi.
"La torre di Sigismondo" è la camera in cui sono ambientate la maggior parte delle scene del video ed è firmata dall'artista cineasta Raùl Ruiz. Il fulcro della stanza, dalle pareti nere e nude, è costituito da un grande letto rotondo girevole di tre metri di diametro, che occupa quasi tutto lo spazio della torre. Ma ecco l’artificio che diventa arte e bellezza: in contrasto con l’idea di uno spazio di reclusione, il soffitto si apre completamente, donando all’ospite attore/spettatore la possibilità di rinascere, di vivere il passaggio salvifico dalle tenebre alla luce, e metaforicamente il letto bianco diviene quella luna che, con il soffitto aperto, illuminerà il cielo stellato. Quell'enorme finestra in cima alla stanza ricorda proprio la stessa finestra citata da Alice nel suo brano.



giovedì 25 gennaio 2018

MATTEO ROVATTI: “AMAMI DAVVERO” è il nuovo singolo in radio dal 5 gennaio



L’amore vince il tempo e lo spazio riportandoci in una dimensione eterna” è il messaggio del cantante emiliano già autore per i Nomadi.

Amami Davvero” è un brano che grida il desiderio di amare e di essere amati in ogni istante fino a vincere il tempo e lo spazio. La padronanza della comunicazione testuale emersa dal singolo conferma le capacità autorali dell’artista già firma per i Nomadi.

«L’amore è la ragione della nostra esistenza. Come il sole splende oltre le nuvole così l’amore regna aldilà del tempo e dello spazio. Riusciamo a comprendere l’amore unicamente quanta accettiamo di abbandonarci alle sue regole. Solo in quel momento ci è concesso di vedere ciò che esiste da sempre. Solo in quell’istante amiamo veramente.» Matteo Rovatti





Matteo Rovatti | Voce
Maurizio Mancini | Tastiere
Mixaggio e Mastering | Maurizio Mancini
Fotografie | Enrico Coppola
Artwork | Giuseppe Lo Presti
Radio Date | 5 Gennaio 2018
2018 Indian


BIO
Matteo Rovatti nasce a Sassuolo il 17 Agosto 1972 ed è autore e compositore di tutte le sue canzoni.
Nel Marzo del 2008 pubblica il suo CD “VEDERE” contenente cinque canzoni inedite.
Nel Luglio del 2008, con il suo singolo “VEDERE”, partecipa alla tappa di Carpi del concorso “FAMMI SENTIRE LA VOCE” organizzato da Radio Bruno, ed arriva in finale alla tappa di Formigine vincendo il Premio Magazine.
Nell’Ottobre del 2009 partecipa al Teatro Carani di Sassuolo al concerto Africa AidWATER FOR CHILDREN” organizzato da Africa Nel Cuore e Croce Rossa Italiana.
Nel Giugno del 2012 apre il concerto dei “NOMADI” al Campo Sportivo di Castelvetro.
Nel Febbraio del 2015 apre il “XXIIIº TRIBUTO AD AUGUSTO_NOMADiNCONTRO” al Teatro Tenda di Novellara.
Matteo Rovatti è autore e compositore insieme a Giuseppe Carletti e Massimo Vecchi della canzone “TUTTO VERO” pubblicata nel nuovo disco di inediti dei Nomadi “LASCIA IL SEGNO” uscito il 19 Maggio 2015.
Nell’Ottobre del 2015 esce il suo nuovo singolo “VA DI VIVERE” pubblicato dai “NOMADI”.
Nel Gennaio del 2016 annuncia il suo nuovo singolo “LONTANO” pubblicato dai “NOMADI”.
Nel Febbraio del 2016 apre il “XXIVº TRIBUTO AD AUGUSTO_NOMADiNCONTRO” al Pala Enel Energia di Novellara.
Nel Maggio del 2016 apre il “XXVIIIº RADUNO NAZIONALE FAN NOMADI” al Teatro Tenda di Casalromano.
Nel Maggio del 2016 lancia il suo nuovo singolo “QUESTA VITA” pubblicato dai “NOMADI”.
Nel Giugno del 2016 apre il “COME POTETE GIUDICAR TOUR NOMADI” a Mestrino di Padova.
Nel Giugno del 2016 apre la prima tappa del “FESTIVAL SHOW” a Udine.
Nel Luglio del 2016 partecipa al concorso “SULLA VIA (EMILIA) PER WOODSTOCK” vincendo il Premio Carlino D’oro messo in palio dal “RESTO DEL CARLINO”.
Nel Luglio del 2016 apre la terza tappa del “FESTIVAL SHOW” a Brescia.
Nell’Agosto del 2016 apre la quinta tappa del “FESTIVAL SHOW” a Jesolo.
Nell’Agosto del 2016 apre il “XXVº RADUNO NAZIONALE ESTIVO FAN NOMADI” in Piazza San Bartolomeo a Castagnole delle Lanze.
Nel Novembre del 2016 si esibisce al “MAPEI STADIUM DI REGGIO EMILIA” durante l’intervallo della partita di Serie A TIM SASSUOLO-ATALANTA.
Nel Settembre del 2017 esce il suo nuovo singolo “L’ESTATE TORNERÀ”.
Nel Novembre del 2017 con il suo nuovo singolo “L’ESTATE TORNERÀ” si posiziona al primo posto della Classifica Indipendenti Emergenti.



Contatti e Social




TIZIANO ALBANESE: “FRANCESCO, STORIA DI UN UOMO” è l'opera musicale per pianoforte solista, orchestra e voci recitanti, scritta dal pianista e compositore italiano



L’album strumentale racconta San Francesco ponendo al centro la “figura dell’uomo” messa spesso in secondo piano rispetto alla “figura del santo”.



Tiziano Albanese ha sempre cercato un ponte fra la musica colta e quella più popolare sperimentando contaminazioni tra linguaggi e generi diversi. Nascono così partiture di aspetto accademico ma con strutture aperte (tipiche del pop o del jazz, vedi La Regola) che rendono originale l’intero lavoro.
L'idea alla base dell'opera è di mostrare la dimensione umana di San Francesco d'Assisi. Lontana dal voler essere un racconto dei miracoli, si è cercato di evidenziare fatti e accadimenti che sono comuni a tutti noi: la giovinezza, la malattia, il contrasto con il padre, il desiderio di un progetto di vita, fino al culmine rappresentato da uno dei testi più belli e importanti della letteratura italiana: il Cantico delle Creature. Per rendere il tutto originale e accattivante si è ispirato a un linguaggio musicale immediato, simile al mondo musicale delle colonne sonore ma senza cadere nelle trappole dei luoghi comuni, in un lavoro di ricerca articolato che ha dato i suoi frutti con diversi brani. A cominciare con La giovinezza energico e incalzante, oppure con l'evocativo Giorno e notte, fino a La Regola, cuore pulsante dell'album e anche dello spettacolo dal vivo, che rappresenta l'esperimento più riuscito di contaminazione tra vari linguaggi e generi.
Brani con melodie in contrappunto (La Malattia e Vocazione) o a volte inquietanti (Il Padre) oppure con sonorità jazz (Ritratto), squarci di vita quotidiana raccontati ora dal vibrafono, ora dal pianoforte che esplodono in un finale carico e pieno di emozioni (Cantico delle Creature).



Grazie ad una salda esperienza che lo vede musicista e compositore per la Rai (sue alcuni dei motivi utilizzati da trasmissioni come Ballarò e Report), Tutor per il CPM music institute di Milano; Tiziano Albanese ha raggiunto la maturità artistica che lo ha condotto a realizzare un progetto musicale di altissima qualità.

TRACKLIST
1. Viveva ad Assisi un uomo… (voce recitante) 00’44”
2. La giovinezza 01’07”
3. Giorno e notte 02’33”
4. Colpito da una lunga malattia… (voce recitante) 00’31”
5. La malattia 02’55”
6. Vocazione 03’11”
7. Il padre udito gridare… (voce recitante) 00’13”
8. Il padre 01’58”
9. Vedendo che di giorno in giorno… (voce recitante) 00’25”
10. La Regola 02’59”
11. Quanto era incantevole… (voce recitante) 00’21”
12. Ritratto 05’43”
13. Altissimu, onnipotente, bon Signore… (voce recitante) 00’21”
14. Cantico delle Creature 05’58”
Edizioni: RAI COM
Pubblicazione album: 2014
BIO
Tiziano Albanese, pianista e compositore italiano, nasce musicalmente all’inizio degli anni novanta, sulle spalle un’intensa formazione a 360° prima diplomandosi col massimo dei voti in Pianoforte e Composizione presso il Conservatorio e poi collaborando con il CPM music institute. Esploratore della materia sonora e libero da pregiudizi verso qualsiasi genere musicale, attende diversi anni prima di pubblicare il suo primo album L’invito della Follia (ed. Rai Com, 2012). Si è esibito in tanti concerti in Italia come pianista, compositore e direttore d’orchestra, dividendo il palco al fianco di nomi come Cecilia Gasdia, Mons. Marco Frisina, Michele Placido, Sergio Rubini, Flavio Insinna, Cesare Bocci. A Milano nel 2008 conosce lo storico chitarrista Franco Mussida, fondatore della PFM te presidente del CPM music institute, con cui svolge tuttora una preziosa collaborazione come tutor di pianoforte e armonia e come docente nelle carceri con il “Progetto CO2 - Controllare l’odio”. In Molise, la sua terra d’origine, è Direttore artistico della Scuola di Musica ATENA a Termoli, uno spazio dedicato ai giovani talenti, che segue con grande passione insieme a diversi professionisti e alla moglie e pianista Tecla Marcovicchio. Insegna anche nelle scuole pubbliche ma questo non gli ha impedito di continuare a suonare, scrivere e incidere brani intensi e affascinanti come “La Malattia”, “La Regola”, Gioia, Sottovoce”, esempi di discografia che gli hanno permesso di ricevere stima e attenzione negli ambienti della Rai, che negli ultimi anni utilizza spesso i sui brani in documentari di Rai Storia e in trasmissioni televisive come Report, Ballarò, Sconosciuti.
Ha inciso per AlfaMusic, Edizioni Curci, e dal 2011 in esclusiva per le Edizioni musicali RAI. Con il suo ultimo ispirato lavoro, “FRANCESCO storia di un uomo (ed. Rai Com, 2014) ha avuto il privilegio di esibirsi nelle Celebrazioni Nazionali di Assisi, di ricevere dal Vaticano la Benedizione Apostolica di Papa Francesco, e di aver ottenuto un record di ascolti in Russia in pochi mesi, sulla piattaforma Yandex Music, superando il milione e cinquecentomila streaming con il brano
La giovinezza”.


Contatti e social

ANDREA MAESTRELLI “NON È VERO” ARRIVA IN RADIO IL BRANO VINCITORE DI AREA SANREMO 2018


Il giovane cantautore toscano, già vincitore del Premio Lunezia e portiere della Nazionale Italiana Cantanti, è in lizza per Sanremo Giovani con un singolo che omaggia il cantautorato pop italiano di nuova leva.

"NON È VERO" è una mappa che attraversa i momenti di solitudine che hanno portato l’autore alla riflessione sui gesti e sulle abitudini del suo quotidiano. Il treno è il viaggio metaforico che avanza fra le immagini del percorso di vita che lo hanno accompagnato da sempre. Un’apologia dell’amore inteso come punto di partenza e non di arrivo.




Etichetta: Rusty Records

BIO

Andrea Maestrelli è un cantautore empolese classe 1991. A 13 anni inizia a suonare la chitarra e a comporre i primi brani musicali, mostrando un precoce talento per la scrittura. Nel 2011 inizia il suo percorso artistico importante raggiungendo i 60 finalisti del Festival di Sanremo nella sezione “Nuove Proposte” per tre anni consecutivi fino al 2014. Nell’estate del 2014 si è fatto notare per aver vinto il Premio Lunezia con il brano “Holden". Nel 2015 esce il suo primo album "E' Arrivato Remo" (Rusty Records) prodotto da Davide Maggioni e candidato ai 40 dischi opera prima del premio Tenco. In forza con la Nazionale Italiana Cantanti, ha recentemente vinto il Premio Inedito di Torino. Nel 2017 ha intrapreso un lungo tour benefico nei teatri toscani, perla popolazione di Amatrice colpita dal terremoto il 24 Agosto 2016. A Maggio 2017 firma il nuovo inno dell’Empoli Fc.





Briciole il primo singolo di Davide Marchi



A Gennaio 2018 nelle radio è uscito "Briciole", il singolo d'esordio di Davide Marchi.
Un brano pop, presente nelle principali classifiche indipendenti italiane,  che nasce dalla riflessione di un uomo che sta cercando un proprio equilibrio interiore, una dimensione stabile del proprio essere, una solidità psichica e affettiva che stenta ad arrivare. 
Dal contesto di vita in cui si trova, sente di non ricevere "risposte" esaurienti alle proprie domande e la delusione è tale che persino gli sbagli non sono più visti come uno stimolo per crescere e migliorarsi, ma solo come esperienze negative. 

Nel brano si percepisce questa insoddisfazione di fondo, questa rabbia, in cui tutto assume un significato relativo, tranne l'amore.

Siamo alla presenza di un uomo che cerca di realizzarsi  proprio attraverso l'amore, ma le proprie fragilità, con cui deve convivere e lottare ogni giorno, lo fanno sentire vuoto e incapace di donarsi pienamente. 

"Quel che rimane, al di là di tutto e nonostante tutto, sono solo briciole..."


Biografia:
Davide Marchi nasce a Modena nel dicembre del 1971.
Durante gli studi universitari in scienze dell’educazione, consolida l’amore per la musica, studiando prima chitarra, poi batteria e pianoforte.


Nel suo percorso di vita emerge sempre di più il desiderio di raccontarsi ed esprimersi attraverso la creazione di brani pop. Alcune sue opere sono state apprezzate per la freschezza e l’essenzialità dei testi. Attualmente in uscita con il suo primo singolo, raccontando le  contraddizioni e le difficoltà del quotidiano, si prepara al giudizio più importante: quello del grande pubblico. 

mercoledì 24 gennaio 2018

VIRGINIA LANFRANCONI “ABBIAMO LA SOLUZIONE” il nuovo brano dell’elegante cantautrice pop



Ironia naïf e malinconia, che da sempre caratterizzano la personalità della giovane artista comasca, si intrecciano a perfezione in un brano dal sound delicato ma incisivo che offre una visione positivista delle problematiche relazionali della nostra società.



Abbiamo la soluzione” è un brano dalle linee melodiche e musicali sinuose: l’effetto che la canzone vorrebbe produrre nell’ascoltatore è quello di trasportarlo metaforicamente in mezzo ad un lago con le onde che cullano soavemente la piccola imbarcazione. Una visione che richiama la tranquillità, la serenità, la gentilezza. Stati d’animo che si contrappongono alla ormai consolidata frenesia che attanaglia l’epoca moderna. Il brano vuole inoltre, in giusta misura, far sorridere l’ascoltatore attraverso le cadenze e le fioriture che richiamano i classici cartoons.
La canzone è stata composta inizialmente in inglese e francese con il titolo “We’ve got something new for little minds”, ma si è deciso di proporla in italiano per mandar un messaggio più diretto e coinvolgere il maggior numero di persone possibile.





«Il tutto parte da sensazioni conseguenti ad una serie di spiacevoli esperienze personali che hanno annebbiato l’animo, ma grazie alle quali abbiamo aperto gli occhi e ricominciato con più fiducia in noi stessi, per poi sfociare nell'ambito globale delle “persone tossiche”. Da sempre l’interazione con la gente è un problema comune, andare d’accordo non è per nulla facile, alle volte, in casi estremi, persino persone che reputavi amiche puntano il dito e ti giudicano con presunzione. La maggior parte di queste comuni “persone nocive”, che nel brano sono chiamate “piccole persone” (come si suole alle volte dire), sfidano qualsiasi logica creando situazioni imbarazzanti, conflitti inutili, difficoltà e soprattutto stress. Tentiamo sempre di instaurare un sano dibattito risolutivo giustificandoci a parole con la coscienza a posto, proviamo a risolvere il discorso facendo ragionare, riflettere… Ma tutto sembra vano. Quale può’ essere quindi il comportamento da assumere in questi casi? La soluzione è apparentemente banale, ma unica, semplice, e alla portata di tutti: un sorriso! Mossa che distacca con gentilezza, non servono ulteriori parole, serve solo aver capito che è inutile continuare a tirare la corda e farsi risucchiare da un vortice senza fine». VIRGINIA LANFRANCONI

Autoproduzione
Radio date: 24 novembre 2017

BIO

Virginia Lanfranconi, classe 1991, intraprende lo studio di canto e pianoforte dalla tenera età, in adolescenza si avvicina al mondo della chitarra ed incomincia a realizzare le prime canzoni. Nel corso del tempo collabora e partecipa vocalmente alla creazione di brani di autori della provincia di Como e dintorni. È cantante frontwoman nei “Musicanti di Javà” dal 2013 al 2017, quintetto acustico (voce, chitarra, fisarmonica, contrabasso, percussioni) il cui repertorio sposa brani della tradizione francese, italiana e inglese; prediligendo tematiche della scuola naturalistica di Émile Zola (povertà, mala, vita di periferia...).
Nel 2014 intraprende uno studio privato del Sound-Engineering. Studia canto dal 2016 con il Maestro e preparatore della voce Maurizio Zappatini. Fonda nel 2017 insieme a Federico Teatini, suo stretto collaboratore, il team di autoproduzione musicale “HUG A DEER”.
Il suo stile è contraddistinto dal binomio ironia naïf e malinconia, come personificazione di due grandi sentimenti da cui nascono ed attingono tutte le varie sfumature di cui è composto il nostro essere, la nostra vita: felicità e tristezza. Un genere di cantautorato moderno negli arrangiamenti, che a destra mira ad un simpatico sano rider/sorrider a cui fa seguito di norma una riflessione; mentre a sinistra tende ad una pungente introspezione, alle volte funesta, alle volte malinconica, creando uno spaccato apparente che in realtàà distante non è.
I brani del repertorio inedito sono in italiano, francese ed inglese.
Di ispirazione profonda sono stati: Edith Piaf, Janis Joplin, Jeff Buckley, Mia Martini, Matia Bazar, CCCP.
Di ispirazione profonda sono: Cristina Donà, Marlene Kuntz, Caparezza, Lady Gaga, Bombino, Red Hot Chili Peppers, Africa Unite.

PARTECIPAZIONI MUSICALI INTERESSANTI oltre ai LIVE nei CLUBS:

- BERN BUSKERS FESTIVAL 2012/2013/2014/2015
- TREMEZZINA MUSIC FESTIVAL 2015
  • MANTOVA CAPITALE DELLA CULTURA D’ITALIA 2016 - MEI
  • MASTERCLASS al C.E.T DI MOGOL AD AVIGLIANO UMBRO - SETTEMBRE 2016 -
  • FIM - FIERA INTERNAZIONALE DELLE MUSICA 2017

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FURIA “TU SEI MIO” è il singolo provocatorio della moderna cantastorie italiana



Con la produzione e collaborazione del Maestro Luigi Albertelli (autore di fama nazionale, fra i suoi successi “Ricominciamo”, “Non voglio mica la luna”, "La notte dei pensieri", “Ufo Robot" e innumerevoli altri), nasce il brano dell’artista vestita alla Corto Maltese che lancia l’album di prossima uscita “Cantastorie”.


«In “Tu sei mio” la mia canzone Innola donna esige il rispetto dall’ uomo, non vuole più stare al gioco del maschio, vuole essere trattata alla pari. Sentirsi finalmente Donna! “Tu sei mio” è nata ad un tavolo di un bar. Leggendo un giornale. Si chiacchierava io e il Maestro Albertelli sui fatti di cronaca e soprattutto sugli innumerevoli femminicidi. Da un mio scatto di rabbia sull’idea malata di possesso dell’uomo sulla donna è uscita dalla mie labbra ma ancor prima dalla mia testa la frase: “Tu sei mio ma soltanto se lo voglio io!” Canzone volutamente provocatoria e dal sound pop rock, scelto proprio per sottolineare il crescendo del testo. Fondamentale è stata la collaborazione del Maestro Gianfranco Fasano, che ha interpretato correttamente la mia rabbia e la mia voglia di gridare a tutti il mio sconforto. Sua la musica. Da questo trio, Furia-Albertelli-Fasano è nato il singolo che diventa filo conduttore del progetto di Furia con l’album “Cantastorie”. In seguito il pezzo venne arrangiato da un altro grande della musica italiana Marco Guarnerio. Successivamente, l’ultima versione, è stata remixata da Luigi Albertelli presso lo studio di Andrea Fresu Keep Hold. Cantastorie è un racconto. Un insieme di storie. Storie vere. Questo è il mio modo di fare musica. Ogni storia la devo sentire mia, nel profondo. Ed è così che per miracolo le parole si adattano alla musica e la musica alle parole». Furia


Furia ha scelto di presentarsi vestita alla Corto Maltese perché, oltre ad amare il famoso personaggio di Hugo Pratt, si identifica nella sue storie avventurose, come avventurosa è la vita di tutte le donne, che come il marinaio ribelle diventano antieroine per eccellenza. Il viaggio di Furia è un contenitore di storie vere narrate come cronache poetiche, alcune di un passato glorioso, altre di ferite antiche che ancora si aprono nel presente: di bambini e donne di ogni strato sociale, traditi nella loro essenza e negli affetti da chi si fidavano. Ma sono anche riflessioni sulla frattura necessaria e naturale che si è formata nei rapporti tra uomo e donna, e di come il ribaltamento dei ruoli e del potere nella coppia porti a conseguenze non sempre prevedibili. E la mutevole posizione della donna di oggi, tra ironia, sogni e speranze.

Furia è una moderna cantastorie che supporta le sue parole e la sua musica con narrazioni visive che sono spaccati di realtà.
Lei ci racconta le contraddizioni di una società, la nostra, che di veloce ha solo la connessione, mentre è ancora ferma sul pregiudizio e sulle disuguaglianze, in un conformismo di pensiero incapace di pensare fuori dagli schemi decisi dal sistema.  L’album in uscita nella primavera 2018 è composto da undici brani e vuole essere rivolto specialmente ai giovani, categoria maggiormente manipolata dai media. Una condivisione e un incontro tra la giovane cantautrice e il paroliere di lungo corso, con storie nuove, per raccontare che sullautostrada dellomologazione c’è sempre unuscita in direzione della libertà.

Produzione: Luigi Albertelli

BIO

Furia, nome d’arte di Tania Furia, nasce a Milano. Dal 2010 inizia la sua carriera artistica avvicinandosi prima alla musica jazz poi alle cover di musica pop italiana e straniera. Si esibisce in diversi locali, festival e teatri italiani. Nel 2011 partecipa alle selezioni di X Factor 5. Viene eliminata agli Home Visit. Questa la gavetta di Furia, simile a tante ragazze che vogliono inserirsi nel mondo della musica italiana. Ma finalmente nel 2015, proprio in un teatro, avviene lincontro con uno dei più grandi autori che ha segnato la musica italiana, il Maestro Luigi Albertelli, che diventa suo produttore e manager. Con lui nasce uno splendido sodalizio artistico che porta Furia a far emergere le sue qualità di autrice. Insieme decidono di usare come nome d’arte solo il cognome, Furia. Che caratterizza perfettamente il suo carattere. Ed inoltre, il destino vuole che sia anche il titolo di uno dei successi del Maestro, Furia il cavallo del west. Grazie all’insegnamento di Albertelli si scopre e diventa una vera cantautrice completa. Ma Furia in effetti è una cantastorie, le tematiche dei suoi testi sono la cronaca di storie vere e della situazione socio-culturale italiana attuale. Prendendo spunto dalla tradizione dei cantastorie che si avvalevano di cartelloni su cui veniva disegnata la storia che narravano, Furia utilizza installazioni video che l’accompagnano nella sua esibizione vocale. Indossa una divisa alla Corto Maltese, personaggio famoso del fumetto italiano, da lei amato e scelto per rappresentare la sua idea di donna: l’antieroina. Questa la sua originalità che la contraddistingue rendendola unica nel panorama musicale italiano. L’album dal titolo “Cantastorie” di prossima uscitanella primavera 2018, è composto da undici brani inediti. Il singolo di lancio è il brano “Tu sei mio”.
Dal maggio 2017 è in scena con lo spettacolo itinerante “E lasciami gridare” di e con Luigi Albertelli, dove interpreta i grandi successi dei 50 anni di carriera del Maestro.
Nell’Ottobre 2017 è ospite a TV2000 nel programma in diretta “Bel tempo si spera” con Luigi Albertelli. In questa occasione presenta in anteprima il suo progetto.



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