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lunedì 29 settembre 2014

I vini delle Cinque Terre

Sebbene la produzione enologica delle Cinque Terre sia, oggi, una parte minoritaria rispetto a quanto accadeva qualche decennio or sono, i vini prodotti all’interno delle campagne dei cinque borghi di questa meravigliosa zona ligure costituiscono alcune delle realizzazioni più prelibate di tutto il Nord Italia. In particolar modo, al fine di favorire il prosieguo della tradizione enologica locale, da oltre 30 anni è attiva la Cooperativa Agricola che produce il Cinque Terre e lo Sciacchetrà, due vini a denominazione di origine controllata in grado di fungere da vero e proprio simbolo del settore.

Il Cinque Terre (ideale da assaggiare se tracorrete una Ferienwohnungen cinque terre) è un ottimo bianco, dal gusto delicato e dal colore paglierino, frequentemente abbinato a piatti di mare, a focacce speziate e a piatti a base di verdura. Il secondo è un passito dolce e liquoroso e, probabilmente, altresì una delle produzioni più tipiche e riconoscibili. Molto strutturato, lo Sciacchetrà è spesso accompagnatore di qualità di dessert e dolci composti.

Prodotto in quantità molto limitata, ottenuto dalla fermentazione delle uve del bianco (lasciate ad asciugare sui tralicci per almeno tre mesi), deve il suo nome dalla pigiatura che viene realizzata per la sua produzione: “sciacàa”, infatti, vuol dire “schiacciare”. Di qui il nome di questo vino ammirato e ricercato in tutta Europa.

Farmaci Biosimilari: un’occasione unica che l’Italia non può perdere

Le alternative ai farmaci biotecnologici originatori non sono copie a basso prezzo, ma farmaci frutto della ricerca e dell’innovazione con le stesse caratteristiche terapeutiche. “Malgrado si siano accumulate negli anni le prove di efficacia e sicurezza, in Italia è presente un quadro irrazionale, con variazioni enormi tra le Regioni e persino le ASL. Eppure i biosimilari potrebbero far risparmiare non meno del 25% della spesa” dice Francesco Colantuoni, vicepresidente di AssoGenerici.

“I tre farmaci biosimilari disponibili già oggi potrebbero fare risparmiare ben oltre il 25% rispetto alla spesa attuale” diceFrancesco Colantuoni, vicepresidente di AssoGenerici, a margine di un convegno romano dedicato ai farmaci biotecnologici a brevetto scaduto. “Invece la situazione italiana continua a mostrare elementi illogici. Certamente se paragoniamo il dato complessivo del nostro Paese rispetto a quello dei sistemi sanitari europei possiamo concludere che stiamo riallineandoci al dato generale: in Italia i biosimilari rappresentano circa il 30% del mercato di riferimento, contro il quasi 50% della Germania e il 40% circa di Francia, Spagna e Gran Bretagna. Tuttavia non si può non sottolineare come preoccupante la constatazione di una grande variabilità regionale e, addirittura, tra una ASL e l’altra nell’impiego dei biosimilari” prosegue Colantuoni.
“È un dato che non trova alcuna giustificazione sul piano clinico e scientifico: ormai da quasi un decennio sono disponibili le prove che il farmaco biosimilare è efficace e sicuro, perché lo dimostrano gli studi clinici necessari alla registrazione così come la sorveglianza post-marketing, che monitora l’uso quotidiano in corsia”.
Le Regioni devono essere sostenute nel raccogliere e mettere a disposizione dei clinici e del decisore sanitario tutte queste evidenze. “Spesso si sente dire che alla base della diffidenza nei confronti del biosimilare ci sia un principio di cautela nei confronti del paziente, ma si trascura di dire che questa diffidenza non c’è nel momento in cui il clinico decide di passare da un farmaco biotecnologico a quello “innovativo” appena registrato. Ma questi nuovi farmaci sono supportati dalle stesse prove di efficacia e sicurezza che può esibire anche il biosimilare, che è anch’esso un farmaco “nuovo”. Bisogna creare le condizioni perché il medico possa acquisire confidenza con l’uso del biosimilare, considerando anche la necessità di poter continuare a offrire le migliori cure possibili senza mettere a rischio i bilanci e, anzi, allargando l’impiego a una più vasta platea di pazienti”.

venerdì 26 settembre 2014

Isolamento termico interno o esterno, quali differenze?

L’isolamento termico per abitazioni può essere agevolmente raggiunto attraverso interventi interni o esterni (in aggiunta a quelli, più tradizionali e utilizzati in fase di costruzione o profonda ristrutturazione, di intercapedine). Ma quali sono le differenze tra le due diverse metodologie? In linea di massima, nell’isolamento termico interno il materiale isolante è posto all’interno dell’abitazione: in questo modo si evitano lavori complessi esterni, e si applicano materiali isolanti in sede di ristrutturazione.

Il principale problema è relativo alla possibile formazione di condense interstiziali: di contro, è una forma di isolamento che non comporta eccessive complessità, e permette una buona fruizione di un’ampia gamma di materiali alternativi. Nell’isolamento termico esterno si punta invece a realizzare un “cappotto” isolante, applicando uno strato esterno alla parete di supporto. Il materiale isolante sarà poi rivestito da uno strato di protezione.

Con queste caratteristiche, l’isolamento termico esterno è preferito quando si deve procedere a una nuova costruzione abitativa o, di contro, a interventi di ristrutturazione più o meno radicali, che riguardano generalmente l’intero edificio. In ogni caso, il nostro consiglio è quello di ricorrere all’attenta consulenza di un professionista, che potrà indicarvi la soluzione migliore per il vostro specifico caso, con chiara esposizione di costi e tempistiche di applicazione.

Lavastoviglie professionali per ristoranti, l’importanza di una vasta scelta

Quando si sta valutando l’acquisto di una lavastoviglie professionale per ristoranti o lavabicchieri, assume fondamentale importanza la necessità di procedere con una attenta valutazione delle alternative a pronta disposizione sul mercato. Considerando – di fatti – che non esiste una lavastoviglie professionale migliore delle altre per ogni contesto, diventa pertanto essenziale cercare di poter confrontare diversi dispositivi all’interno di un vasto catalogo, all’interno del quale optare per il modello che potrebbe essere più conveniente sulla base delle proprie esigenze.

 Per questo motivo, in fase di scelta è importante cercare di disporre di una gamma di alternative piuttosto nutrite, che possano differenziarsi per dimensione, carico e altre caratteristiche tecniche, consentendo quindi al cliente di trovare il dispositivo che meglio si addice alla propria cucina.

Cercate quindi di verificare l’effettiva presenza di varie alternative, e cercare di comprendere quale delle scelte possa essere quella maggiormente appropriata per le proprie esigenze, ferma restando la presenza di alcuni elementi qualitativi imprescindibili: rapidità di lavaggio, capienza e numero di coperti proporzionale alle effettive necessità, consumo energetico quanto più ridotto possibile, ottimizzazione nel consumo di acqua, vastità dei programmi di lavaggio, facoltà di poter contare su un’assistenza clienti di qualità, che possa intervenire per risolvere qualsiasi problema inerente l’utilizzo efficiente del dispositivo.

Ragusa Latte, presentata la nuova Mozzarella light


Ragusa Latte, presentata la nuova Mozzarella light
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Ragusa Latte, presentata la nuova Mozzarella light

Ragusa - La giornata inaugurale della 40ma edizione della Fiera Agroalimentare Mediterranea ha fatto da cornice, questa mattina, al lancio della nuova Mozzarella light della Società cooperativa Ragusa Latte.
Nel padiglione dell'Agroalimentare i dirigenti dell'azienda lattiero-casearia ragusana, al cospetto di una folta delegazione di autorità provinciali e regionali, hanno presentato ufficialmente al pubblico, alla stampa e agli operatori del settore il nuovo prodotto della neonata linea light che già da qualche giorno si trova nei banchi frigo dei supermercati della grande distribuzione organizzata. Continua a leggere >>Ragusa Latte, presentata la nuova Mozzarella light

giovedì 25 settembre 2014

Antonio Preziosi giornalista Rai, ”Radiocronaca di una crisi”

Negli ultimi anni l’informazione svolge un ruolo fondamentale perché si trova a operare in un contesto di crisi economica, sociale ed istituzionale che presta il fianco a fin troppo facili speculazioni. Con ”Radiocronaca di una crisi”, l’autore, il giornalista e direttore Rai Antonio Preziosi, oltre a spiegare le dinamiche dell’informazione, analizza la riorganizzazione della politica, della pubblica amministrazione, del bilancio dello Stato, delle attività produttive pubbliche e private e soprattutto di un sistema di Welfare ”europeo” che non viva l’interesse nazionale come un limite. Un’agenda politica che supera i confini nazionali e che scavalcando le barriere delle ideologie guarda davvero al bene comune di tutti.
Antonio Preziosi Radiocronaca di una crisi
Testo integrale dell’articolo apparso su Ansa il 23 luglio 2013
Antonio Preziosi Rai Radiouno
Il giornalista Antonio Preziosi, direttore RAI
Qual è il ruolo giocato dall’informazione negli ultimi anni? E’ la domanda da cui si parte per capire il peso dei media in campo economico. Vizi e virtù di una professione, quella del giornalista, che si propone di raccontare i fatti in modo chiaro, completo e verificato. Ma che è soprattutto in grado di condizionare i comportamenti sociali, orientare l’opinione pubblica e incidere sulla popolarità o meno di questo o quel provvedimento. E’ questo il perno su cui ruota ”Radiocronaca di una crisi”: non una cronistoria degli ultimi anni, ma un’analisi degli ostacoli che il cronista deve superare per essere ”vettore tra la notizia ed il cittadino”.
Il libro del direttore del Gr1 e di Radio1 Rai parte dall’assioma che l’informazione svolga un ruolo fondamentale perché si trova a operare in un contesto di crisi economica, sociale ed istituzionale che presta il fianco a fin troppo facili speculazioni. La professionalità, un mix di preparazione tecnica e di profondo senso dell’etica, rappresenta l’unica chiave che il giornalista ha a disposizione per svolgere al meglio la propria missione: quella di informare i cittadini.
Se i mezzi di informazione non avessero sviscerato la crisi spiegandola, questa sarebbe finita nell’oblio e diventata ancora più drammatica e pericolosa. E allora, l’informazione è anche e soprattutto uno strumento di alfabetizzazione per rendere consapevoli i cittadini e i loro comportamenti.
Perché offrire all’opinione pubblica quella ”cassetta degli attrezzi” necessaria a comprendere e utilizzare le misure che possono aiutare a superare la crisi significa influire sulla realtà, sul passaggio dalla crisi finanziaria alla ripresa economica. Soprattutto partendo dalla radio, che è il mezzo immediato per eccellenza di informazione: lo strumento di comunicazione fruibile sempre ed ovunque da chiunque in qualsiasi momento: anche nelle condizioni più difficili ed improbabili.
Con ”Radiocronaca di una crisi”, oltre a spiegare le dinamiche dell’informazione, l’autore si addentra in un’analisi che traghetta il lettore verso una nuova Europa: soffermandosi sulla riorganizzazione della politica, della pubblica amministrazione, del bilancio dello Stato, delle attività produttive pubbliche e private e soprattutto di un sistema di Welfare ”europeo” che non viva l’interesse nazionale come un limite. Un’agenda politica che supera i confini nazionali e che scavalcando le barriere delle ideologie guarda davvero al bene comune di tutti.

FONTEAnsa

Arriva Inpressweb.com, l'ufficio stampa online per la comunicazione d'impresa


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mercoledì 24 settembre 2014

Dare voce - Finale 2014

Volge al termine la II Edizione del Dare Voce, il primo contro-contest che sovverte le regole della competizione tra band musicali con ironia e premia autenticamente carisma e talento musicale. DAREVOCE è ideato e realizzato dalla A.C. l' Isola dell'Arte. Si tratta di una competizione aperta a band musicali e musica autoriale.

Formazione e-learning sostenibilità, nasce la Scuola Rinnovabili.it

Per rispondere alle nuove esigenze di formazione professionale sui grandi temi della sostenibilità ambientale, Rinnovabili.it, in collaborazione con Enti, Istituti di ricerca e Università ha inaugurato “Scuola di Formazione”

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E’ nata la Scuola di Formazione professionale di Rinnovabili.it, il nuovo servizio di e-learning dedicato a professionisti e focalizzato sui grandi temi della sostenibilità da sempre al centro dell’attività del quotidiano. Si inaugura proprio in questi giorni, con l’apertura delle iscrizioni al primo corso virtuale, il nuovo percorso didattico firmato da Rinnovabili.it e reso possibile grazie a rapporti di partnership con Enti, Università e Istituti di Ricerca stretti negli anni dalla testata.

CNR, ENEA, Università di Siena, Università La sapienza, Ordine architetti P.P.C di Roma e provincia, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, sono, infatti, solo alcune delle realtà con cui il quotidiano, diretto daMauro Spagnolo, collabora a livello scientifico. Da strumento dell’informazione telematica, Rinnovabili.it ha ovviamente scelto di puntare su un servizio di formazione a distanza che, grazie alle sue caratteristiche, permette una fruizione didattica semplificata, razionalizzando tempi e modalità didattiche.

Il perché sia nata la Scuola di Formazione Rinnovabili.it, lo spiega lo stesso Spagnolo: “Il valore “sostenibilità” sta rapidamente entrando in tutte le discipline tecniche che studiano e influenzano le future modalità di vita dell’uomo. Una rivoluzione epocale che stravolge i percorsi formativi convenzionali delle discipline tecniche, discipline che spesso si rivelano inadeguate anche nell’adempimento delle normative vigenti. Ciò porta ad una crescente domanda di aggiornamento”.
Il primo corso on line, dedicato a “L’efficienza energetica nella progettazione degli edifici” e realizzato in collaborazione con il DISPE dell’Ordine degli architetti di Roma e Provincia, ha già aperto le iscrizioni. Fino al 9 ottobre architetti, ingegneri, geometri, costruttori, ma anche studenti universitari e specializzandi potranno inviare la richiesta di partecipazione all’indirizzo scuoladiformazione@rinnovabili.it  e seguire in diretta streaming, il 16 e il 26 ottobre, i quattro moduli: “Perché l’efficienza energetica in edilizia”, “Come fare l’analisi energetica di un edificio”, “L’involucro del futuro: sistemi intelligenti passivi ed attivi”, “Guida all’attuale normativa per la detrazione fiscale sugli interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione edilizia”. Otto ore in totale che danno diritto a tutti gli architetti iscritti ad un Ordine professionale italiano di ottenere il rilascio di 8 Crediti Formativi Professionali. “Conoscere i criteri basilari dell’efficienza energetica nell’edilizia – aggiunge il direttore di Rinnovabili.it – è diventato, per un progettista, un requisito obbligato, e non più procrastinabile. E questo non solo per gli obblighi normativi, ma per una crescente sensibilizzazione dell’opinione pubblica che inizia a riconoscere anche un valore economico al plus della sostenibilità. Per questo abbiamo concepito un corso sintetico – solo 8 ore di lezione – ma molto articolato e ricco di informazioni pratiche per le esigenze professionali, che spazia dai principi basilari della bioclimatica ai sistemi più avanzati degli involucri energicamente intelligenti, dalla metodica dell’analisi energetica alle opportunità delle detrazioni fiscali”.

Gli fa eco l’architetto Patrizia Colletta, Consigliere dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e provincia e Presidente del Dipartimento “Progetto sostenibile ed efficienza energetica” oltre che corresponsabile scientifico del Corso: “L’efficienza energetica, i temi della riqualificazione dell’esistente e della sostenibilità ambientale hanno uno spazio enorme nella formazione professionale e nella progettazione in quanto configurano una grande opportunità professionale, perché sono gli asset strategici per aprire un nuovo ciclo edilizio in Italia. L’attenzione a questi temi da parte nostra è dimostrata anche dai numerosi corsi di formazione e giornate formative che offriamo ai nostri iscritti, in quanto solo cogliendo questa sfida si può ridare slancio alla nostra professione e al mercato edilizio”.

FonteRinnovabili.it

Ufficio stampa Rinnovabili.it
Stefania Del Bianco
ufficiostampa@rinnovabili.it

martedì 23 settembre 2014

Raccolta differenziata: Cosenza raggiunge il 52% grazie al Conai

  • In un solo anno, nel comune la raccolta differenziata è arrivata al 52,5 %, un valore ben al di sopra della media nazionale e soprattutto del Mezzogiorno
conai

(Rinnovabili.it) – Un conto sono le parole, un altro lo sono i fatti. Ed è con i fatti che nel Comune di Cosenzasi è deciso di affrontare la questione dei rifiuti urbani. Più precisamente con un accordo, quello stretto tra la stessa amministrazione e il Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, e che ha condotto in un solo anno a risultati importanti. La città ha portato la raccolta differenzia al 52,2%, un valore che non solo supera di gran lunga quello registrato dal Sud Italia – valutato in una media di circa il 28,9% secondo l’ultimo rapporto ISPRA – ma che fa invidia anche alla media nazionale, da cui si distacca di ben 11,9 punti percentuali. 
Il segreto del successo sta in pochi ma fondamentali ingredienti: formazione, informazione, capillarità egradualità. Ma per capire come questi fattori abbiano determinato in così poco un simile risultato bisogna fare qualche passo indietro.

Il protocollo d’Intesa tra il Comune di Cosenza e CONAI è stato siglato lo scorso 3 maggio 2013; prima di allora il servizio di raccolta differenziata, gestito dalla società Ecologia Oggi, era strutturato secondo il classico modello a cassonetto stradale, con risultati, in questo caso, ben al di sotto degli obiettivi minimi fissati dalla normativa nazionale e regionale. Il nuovo accordo introdotto, invece la modalità porta a porta: dal 10 luglio dello stesso anno, in modo graduale e attraverso la suddivisionein zone, il comune ha dato via alla fase operativa previa formazione di tutto il personale di servizio. Questo ha comportato un coinvolgimento pieno della cittadinanza, non solo attraverso la distribuzione dei Kit alle utenze domestichema anche e soprattutto tramite l’attività formativa effettuata all’interno di alcuni istituti scolastici

“Dopo un anno di attività, grazie alla proficua collaborazione con il Comune - ha commentato Roberto De Santis, Presidente CONAI  - possiamo dire di essere andati oltre le reciproche aspettative: Cosenza è tra le città più virtuose del Sud. Siamo convinti che questa positiva esperienza possa servire da esempio anche per altre comunità calabresi, in una Regione che vive, sul fronte dei rifiuti urbani, una situazione molto critica […] Si tratta ora di consolidare e migliorare i risultati raggiunti a Cosenza: CONAI conferma il suo impegno a tal fine”.

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E nell’ottimo trend dimostrato, il mese di febbraio 2014 spicca ancora di più grazie al picco di raccolta differenziata raggiunto (circa il 60%), che come spiega Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza, va considerato un “risultato storico”. “ Grazie alla determinazione dell’Amministrazione municipale e al prezioso supporto di Conai, il capoluogo bruzio può oggi equipararsi a Comuni del Settentrione dove le buone pratiche urbane sono una realtà consolidata da più anni. Ciò vuol dire che le grandi sfide di civiltà possono essere vinte anche sul nostro territorio”, aggiunge Occhiuto.

Al fine di ottimizzare le modalità di raccolta e di raggiungere e superare l’obiettivo del 65% previsto dalla legge (testo unico ambientale D.Lgs 152/2006 s.m.i.), si vuole sperimentare la cosiddetta “Zona Franca” l’applicazione dello stesso modello di raccolta presente sul resto della città con l’aggiunta di un sistema che consenta di misurare i conferimenti da parte delle utenze e premiare le stesse in base al numero di conferimenti corretti effettuati.
L’obiettivo è ora migliorare ulteriormente il dato ed entrare di diritto nella rosa dei 13oo comuni italiano che già oggi dimostrano di aver superato il 65% di differenziata finalizzata al riciclaggio. È questa, a detta del  Vice Presidente nazionale Legambiente  Stefano Ciafani la soluzione per allontanare lo spettro dell’emergenza nella Calabria e non solo. “Siamo felici che questa rivoluzione, dopo essere arrivata in alcuni comuni calabresi più piccoli, sia giunta ora, grazie anche al Conai, in un capoluogo come Cosenza. Solo replicando questo modello in tutta la regione, praticando la tariffazione puntuale e le politiche di prevenzione, e costruendo tanti impianti di riciclaggio, a partire da quelli per la frazione organica, si potrà archiviare la vergogna della dittatura delle discariche e delle emergenze con i rifiuti in strada che hanno caratterizzato la storia calabrese degli ultimi venti anni”.

Gusto Robusto promuove l'illustrazione vettoriale


Gusto Robusto seleziona i migliori artisti offrendo loro la possibilità di esprimersi liberamente nella realizzazione di opere digitali esclusive che stampa in edizione limitata. Opere che saranno promosse attraverso esposizioni, mostre, pubblicazioni e un nuovo mercato dell’arte con punto di riferimento www.gustorobusto.com.
L’ARTE VETTORIALE È ORIGINALE
Anche nell’arte digitale, come nell’arte tradizionale (ad esempio l’acquaforte o la fotografia), ogni esemplare che compone una serie in tiratura limitata firmata dall’autore è di fatto un originale e non la riproduzione di un’opera. In particolare la tecnica vettoriale è un’espressione artistica che richiede molta tecnica, precisione e dedizione.
Solo gli illustratori che la padroneggiano possono avvalersene per elaborare la propria visione. In cambio si ottengono immagini ad alta risoluzione indipendentemente dalle dimensioni di stampa. Questo perché, attraverso programmi come Illustrator, si inchiostra e si colora tracciando punti e linee, dette curve di Bézier, che di fatto sono la visualizzazione di regole matematiche.
Il file generato a computer viene usato per produrre tante lastre quanti saranno i colori di stampa. L’artista in persona ne controlla la qualità e appone la sua firma autentificando così ogni singola copia. 
TECNICA DI STAMPA
Il progetto è concepito in ogni aspetto per rendere al massimo la qualità del segno e del colore dell’opera.
Gusto Robusto ha scelto dunque la tecnica di stampa tipografica (offset) con colori Pantone su carta Fedrigoni.
I colori utilizzati nell’opera sono prestabiliti e limitati perché corrisponderanno poi agli inchiostri effettivamente usati in fase di stampa affinché la resa presenti il massimo della qualità.
CERTIFICATO DI AUTENTICITÀ
Le opere sono stampate in tiratura limitata.
Ogni opera è numerata, goffrata con punzone a marchio Gusto Robusto, firmata in originale e accompagnata da certificato di garanzia, anch’esso firmato dall’artista, che ne attesta originalità e qualità di realizzazione.
La matrice con la quale viene stampata l’opera è poi custodita in luogo sicuro presso Gusto Robusto a garanzia che non verranno mai più riprodotte opere non autorizzate.
Un’opera a tiratura limitata è un investimento di sicuro interesse per una nuova generazione di collezionisti che possono acquistare, ad un prezzo accessibile, un originale il cui valore è destinato ad aumentare.
Il più consolidato mercato della fotografia dimostra che una tiratura sold out è rivalutata dal 150% a quasi il 900%. .
Inoltre Gusto Robusto è disponibile come servizio per disegnare illustrazioni per azienda.
Se sei con noi allora restiamo in contatto, diventa un taster sottoscrivendo la nostra newsletter e seguendo il blogwww.gustorobusto.com.

ARCHITETTURA IN VETRO PER IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE


Aprono le nuove serre dell'orto botanico di Padova
all'insegna di tecnologia e innovazione




Padova, 15 settembre 2014. Il più antico orto botanico universitario del mondo si innova per tecnologia e ingegno grazie anche a un team di aziende che ha reso realtà l'ambizioso progetto dell'architetto Giorgio Strappazzon: un mix di architettura avveniristica, app, greentech e laboratori di ricerca.



LE SERRE
L'edificio che ospita le nuove cinque serre si presenta come un unico piano di vetro, lungo 100 metri e alto 18, grazie alla messa a punto di un nuovo sistema di fissaggio delle lastre che non prevede profili esterni. I pannelli prodotti da Veneto Vetro sono stati fissati con speciali piccoli tasselli Fischer, gli FZP-G, che infatti non prevedono forature passanti. La superficie dedicata alle piante passa così da 22mila a 37mila metri quadrati.
L’architettura, di forte impatto visivo, si posiziona in un contesto di altissimo valore storico, collegando visivamente il complesso di Santa Giustina e Sant'Antonio, e reinterpretando le regole compositive dell’impostazione cinquecentesca dell’antico Hortus cintus.
La suggestione offerta ai visitatori è amplificata da specchi d'acqua, laghetti tropicali e cascate; elemento che è il leitmotif del Giardino della biodiversità.
Il nuovo edificio si è guadagnato il soprannome di “Giardino delle meraviglie” non solo per la sua maestosa bellezza ma anche per il grado di innovazione. Come spiega il progettista, è stato «concepito come una grande foglia che respira, che produce ossigeno, che si apre e si chiude per regolare la sua temperatura». Una app rileva e interpreta i valori di ossigenazione e temperatura delle piante e crea il clima corretto. «Un edificio a impatto zero sull'ambiente, che purifica l'aria e ottimizza le risorse» dato che forma, articolazione degli spazi e materiali sono ottimizzati per sfruttare al massimo l’apporto dell’energia solare, recuperare le acque piovane e garantire l’autosufficienza energetica e idrica. Anche l'inquinamento atmosferico è considerevolmente abbattuto da una nanotecnologia applicata sulle superfici interne ed esterne. I pannelli opachi sono rivestiti con un composto fotocatalitico che sfrutta i raggi ultravioletti per dar luogo a una reazione chimica (si stimano150 metri cubi per metro quadro ripuliti dagli agenti inquinanti ogni giorno).
Lo stesso Renzo Piano durante una visita ha definito il nuovo edificio “un vero miracolo”. Doveva essere pronto in massimo 3 anni, in tempo per Expo 2015, e così è stato. È stato rispettato anche il budget di 20 milioni di euro «per portare avanti i nostri piani abbiamo trovato soluzioni adatte ai mezzi a disposizione e ce l'abbiamo fatta» conferma con orgoglio Strappazzon.
L'inaugurazione del 15 settembre 2014 apre le porte di questo nuovo polo d'attrazione con una previsione di 250mila visitatori nei prossimi due anni.



LA GALLERIA VETRATA
Il Giardino delle meraviglie è, come sintetizza il rettore Giuseppe Zaccaria, “storia, soluzioni tecnologiche e innovazione”. Durante la visita all'interno delle serre i visitatori ammireranno le 7.000 specie vegetali secondo la tematica del rapporto uomo/natura. Le informazioni saranno sì veicolate in forma digitale, grazie alla app sviluppata da H-art con tecnologia iBeacon, ma anche rese spettacolari da decine di pannelli espositivi in vetro temperato di grandi dimensioni realizzati da Veneto Vetro con stampa digitale Cromoglass. La scelta dell'allestimento in vetro stampato è ecologica ed efficiente perché in grado di resistere alle difficili condizioni climatiche delle serre e, al tempo stesso ridurre al minimo i riflessi. La continuità dell'immagine stampata e la sensazione che i vetri siano sospesi nel vuoto sono rese possibili dall'uso di tasselli Fischer, gli FZP-G, che non prevedono forature passanti.
«Questo orto botanico - spiega Telmo Pievani, filosofo delle scienze biologiche - è un grande viaggio nel rapporto tra l'uomo e le piante. Di come l'uomo abbia influito sul loro sviluppo e di come anche esse abbiano determinato lo sviluppo dell'uomo». Questo progetto è un caso esemplare di come sia possa innovare su tutti campi.



Linkografia
OrtoBotanico Padova 
VenetoVetro Progetti 
Sistemidi fissaggio Fischer
ArchitettoGiorgio Strappazzon dello studio VS associati 


Francesco Colantuoni AssoGenerici: Via libera UE a biosimilare insulina glargine

L’Unione Europea autorizza l’immissione in commercio del biosimilare di insulina glargine. “Il biosimilare – dichiara il VicePresidente AssoGenerici, Francesco Colantuoni - si sta affermando anche nelle patologie più impattanti. Necessario consenso scientifico e sociale su ruolo importante che questi farmaci sono pronti ad assumere” 

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“Non possiamo che esprimere grande soddisfazione, perché il farmaco biosimilare, pian piano, sta conquistando il posto che merita. Con queste parole Francesco Colantuoni, Vice Presidente di AssoGenerici, commenta la notizia dell’autorizzazione all’immissione in commercio, da parte della Commissione europea, per l’insulina glargine prodotta da Eli Lilly and Company e daBoehringer Ingelheim, e indicata per il trattamento del diabete negli adulti, negli adolescenti e nei bambini di età pari o superiore ai 2 anni.
Oltre a congratularsi con le aziende produttrici del nuovo biosimilare, “che sono aziende votate alla produzione di farmaci di marca – sottolinea Colantuoni – il che evidenzia ancora una volta come stia sfumando, anche nei fatti, la tradizionale contrapposizione fra aziende brand e aziende genericiste”, il Vice Presidente di AssoGenerici rileva che con l’autorizzazione concessa all’insulina di Lilly e Boehringer Ingelheim, “il biosimilare inizia ad affermarsi in aree terapeutiche importanti, caratterizzate da patologie a elevatissimo impatto sociale”.
Si tratta senza dubbio di una notizia che dà speranza a migliaia di pazienti – prosegue Colantuoni – e che arriva a pochi giorni da un evento che si svolgerà a Roma – dal titolo “Il decalogo dei farmaci biosimilari: 10 affermazioni da cui ripartire” – che a distanza di otto anni dall’introduzione dei primi biosimilari, cercherà proprio di fare il punto sull’evoluzione delle conoscenze cliniche e farmacologiche in questo campo, per aggregare un consenso scientifico e sociale attorno al ruolo che il biosimilare è ormai pronto ad assumere. Anche dal punto di vista del sistema – conclude Colantuoni – il biosimilare rappresenta una promessa che si sta pian piano trasformando in realtà: a beneficio dei pazienti, il cui accesso alle terapie è notevolmente favorito dall’arrivo sul mercato di questi farmaci; a vantaggio dei medici, che grazie al risparmio prodotto dai biosimilari dovrebbero esser messi in condizione di prescrivere farmaci innovativi sempre più efficaci; ma anche a favore del sistema sanitario nel suo complesso, che attraverso le economie garantite, insieme, da equivalenti e biosimilari, può sperare di riuscire a evitare i temuti tagli lineari, per continuare a offrire ai cittadini italiani livelli di assistenza universalistica che ci pongono ai primi posti a livello mondiale”.
FONTE: AssoGenerici

STANDING OVATION PER LA SINFONIETTA DI LUISA SELLO

Successo, approvazione e ‘standing ovation’ per l’orchestra d’archi La Sinfonietta ideata e condotta dalla flautista Luisa Sello. Dopo l’invito in ‘residenza’ presso la Fondazione Filippo Renati di Udine, i concerti del 5 e 6 settembre a Venezia (Palazzo Cavagnis) a al Duomo di Gemona del Friuli, hanno consegnato all’ensemble un meritatissimo ‘standing ovation’ e calorosissimi applausi. I due concerti presentavano in prima italiana il brano del compositore Valter Sivilotti, scritto per Luisa Sello, ‘L’incantesimo della Luna Nuova’, assieme ai concerti di Vivaldi (La Rustica e il fa maggiore n.5 op. X per flauto e archi) e il brillantissimo concerto in re minore di Carl Philippe Emanuel Bach, sempre per flauto e archi. La solista Luisa Sello, flautista presente nel panorama concertistico internazionale, ha presentato il lavoro di studio svoltosi presso la bellissima Fondazione Renati, luogo che diverrà residenza annuale per la preparazione di futuri progetti e dell’attività concertistica internazionale. Oltre all’invito all’Expo 2015, LA SINFONIETTA sarà infatti ‘testimonial italiano’ al Nuovo Festival di Hangzhou, in Cina. A Roma, presso la Cancelleria Pontificia, sarà poi protagonista, assieme al il trio Boy Band dei Free Boys, noto per aver superato tutte le classifiche di vendita dopo la loro partecipazione a XFactor, di un programma che sposa il repertorio classico con l’attualità della canzone e le sue rivisitazioni. Sempre a Roma, presso la Chiesa di Sant’Agnese di Piazza Navona, eseguirà musiche di Vivaldi e Mozart.
Formatasi nel 2011 sotto la guida dello storico Quartetto d’archi Prazak (Praga), LA SINFONIETTA opera come gruppo agile e aperto alla collaborazione con musicisti di altri paesi per creare un ‘humus’ artistico intergenerazionale ed interculturale. Al festival Udine Castello di Ottobre, sarà l’orchestra in ‘residenza’ per i solisti internazionali ospiti della prima edizione di questo evento.
L’apertura del Festival, domenica 5 ottobre, è assegnata alla chitarra del solista uruguaiano Alvaro Pierri, considerato il prosecutore di Segovia, che eseguirà con LA SINFONIETTA il concerto di Mauro Giuliani. Il 12 ottobre prevede la presenza esclusiva in Italia della star cinese Bian Liu Nian, performer di Erhu (strumento della cultura tradizionale cinese) e compositore della sigla dei giochi olimpici a Pechino, il quale presenterà, oltre ai brani classici, alcune sue composizioni per Erhu e orchestra d’archi appositamente scritte per questa occasione. Il Festival si concluderà domenica 19 ottobre con un programma squisitamente vivaldiano (solisti Patrick De Ritis 1° fagotto dei Wiener Symphoniker, la flautista kazaka Aigerim Dautbayeva, vincitrice del premio nazionale Shabit Kazakhstan, e la solista della Filarmonia serba Andjela Bratic. I concerti avranno luogo la domenica mattina alle ore 11.00 e saranno seguiti da un brindisi all’interno delle sale del Castello e dalla visita ai Civici Musei. Partner di questa prima edizione, oltre al Comune Assessorato alla Cultura che ne promuove la nascita, sono il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Regione FVG, la Fondazione Crup, sempre accanto alle iniziative promosse dagli AdM, Mediocredito ed Eurotech. Il Festival vede inoltre la collaborazione dei Civici Musei di Udine, della Fondazione Filippo Renati, di Euritmica, dell’Azienda Agraria A. Servadei dell’Università di Udine ed il patrocinio del Ducato dei Vini Friulani, nonché il supporto delle Aziende Agricole Visintini, Fedele, Borgo Judrio di Corno di Rosazzo e del Consorzio Montasio.

Sempre ad ottobre LA SINFONIETTA sarà protagonista di alcuni concerti per i comuni di Meduna (10 ottobre ore 19.30 – Auditorium), Martignacco (12 ottobre ore 17.30, Auditorium), San Giorgio di Nogaro (13 ottobre ore 20.00, Auditorium), Tavagnacco (19 ottobre ore 17.30, Auditorium), eventi inseriti nel progetto della Regione FVG ‘Giovanisssimi a Concerto’, ideato e promosso per avvicinare i piccoli ascoltatori alla Grande Musica Classica.

sabato 20 settembre 2014

Intervista di Alessia Mocci a Paoletto Sassaroli, autore del libro Nell’arcobaleno del bianco e nero

“Il nostro vivere era quasi provvisorio, osservavamo attenti la vita e quello che ci succedeva non faceva quasi parte di noi. Il ricordo che ho del nostro primo incontro è sensibilmente piacevole e in parte modificato dalla mia umana fantasia.”
Un incipit che mette in luce la mescolanza che si può avere quando ci si inoltra nei ricordi. Si guarda al passato cercando le spiegazioni di alcune decisioni in momenti di vita nei quali si ha il tempo per riflettere, il tempo per cercare verità.
Nell’arcobaleno del bianco e nero”, edito nel settembre 2014 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni, è il nuovo romanzo di Paoletto Sassaroli. L’autore, nelle sue opere, porta avanti un percorso secondo il quale, ognuno di noi, può scoprire le proprie potenzialità ed esprimere, dunque, ogni attimo del presente. Questo modo di intraprendere la vita annulla i sensi di colpa verso se stessi quando si guarda al passato e dona la possibilità di nuove esperienze.
Paoletto Sassaroli è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune curiosità su “Nell’arcobaleno del bianco e nero”. Buona lettura!

A.M.: “Nell’arcobaleno del bianco e nero” è il titolo del tuo nuovo romanzo. Dipingi per noi un arcobaleno bianco e nero, ma in realtà che cosa vuoi comunicare ai tuoi lettori?
Paoletto Sassaroli: A chi legge vorrei trasmettere le mie sensazioni, i miei stati d’animo, le mie paure, le mie fantasie. A volte, in passato, ho pensato che quello che provavo fossero state delle mie sensazioni personali. Con lo scrivere ho capito che siamo in tanti a provare, a sentire… ad ascoltare… Sentiamo accomunandoci negli stessi stati d’animo. Con questo scritto voglio parlare e sentire me, voglio far sentire ai lettori me, uno qualsiasi che è parte di loro.

A.M.: La dedica del tuo libro è molto particolare, infatti, in genere un libro si dedica ad una persona cara. La tua dedica è: “Per me”. Qual è la motivazione di questa scelta? (domanda utile a far capire il tuo animo di letterato, è una forte dedica, non male saperne il motivo)
Paoletto Sassaroli: “Per me”. Per me è rivolto a chi legge. Come dicevo nella domanda precedente chiunque legga questo scritto potrebbe ritrovarsi, in una frase, in un messaggio da me elaborato sotto forma di scrittura. Nella testa di qualsiasi persona la parola inconscio evoca un insieme di stati mentali difficili da decifrare. Per me è anche inteso come uno studio di me  stesso che osserva gli altri.

A.M.: Il romanzo vede come protagonista, Paolo, che da anziano ricorda la sua giovinezza ed il procedere degli anni. Che cos’è per te il passato?
Paoletto Sassaroli: Il passato per me è stato spesso doloroso, il passato relativo all’attuale è stato costruttivo. In questo scritto si nota forse questo ed è uno dei messaggi che voglio trasmettere a chi legge.  Il racconto vuole essere artisticamente da urlo, narrativamente curioso e lucidamente divertente ma è parte del mio passato. Di un passato spesso trascorso con problematiche che potrebbero essere le problematiche di tanti miei simili. 

A.M.: Ogni libro custodisce un po’ la vita del suo narratore. In quale percentuale pensi che la tua vita personale abbia inciso sulla trama?
Paoletto Sassaroli: Quello che è nel racconto è quello che è stato nella mia vita. Come detto nel libro, alcune sostanze (alcool, cannabis, ansiolitici, altri…) possono portare alla dipendenza. La dipendenza  monopolizza il nostro tempo e obbliga a limitare le attività sociali, professionali e familiari, con conseguenze negative sulla salute fisica ed morale…
Nel racconto poi vengono esternate e di conseguenza descritte altre tematiche importanti. Una tra tutte è quella dell’interazione con chi nasce in modo fortunato di noi… il rapporto con persone penalizzate dalla società, con bimbi portatori di handicap.


A.M.: Una novità importante è la partecipazione de “Nell’arcobaleno del bianco e nero” alla Fiera di Francoforte ad Ottobre. Riuscirai ad essere presente?
Paoletto Sassaroli: Sì, la signora Cristina Del Torchio è una persona squisita, amministratrice della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni e mi ha comunicato pochi giorni fa che sarò presente a questa splendida Fiera del Libro.

A.M.: Sei un lettore di letteratura contemporanea? Ci puoi far qualche nome di autori che ti hanno interessato nell’ultimo anno?
Paoletto Sassaroli: Mi piacciono diversi scrittori francesi come ad esempio: Echemoz, Mauvignier, Toussaint, Enard. Gli spagnoli Enrique Vila-Matas, Andres Neuman. Gli italiani Niccolò Ammaniti ed Antonio Pascale. Mi piace leggere in momenti della giornata non programmati da me per la lettura: voglio di considerare la scrittura qualche cosa di alternativo al tutto.

A.M.: Hai altre passioni oltre lo scrivere?
Paoletto Sassaroli: Dipingo e passeggio. Faccio lunghe passeggiate al mare per pensare e rigenerarmi.

A.M.: Letteratura e Web. Paoletto, sei molto attivo sui social network e soprattutto su Facebook. Quanto pensi sia utile il mondo del web per uno scrittore d’oggi?
Paoletto Sassaroli: Considero i social un piacevole gioco di società. Mi divertono. In certe sfumature sono molto superficiali. A me piace leggere tra le parole e soffermarmi mentalmente mentre leggo un periodo che mi interessa. Con la velocità dei social spesso non  ci riesco.

A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Paoletto Sassaroli: Mi trovo benissimo. Mi  ha dato la possibilità di esternare le mie sensazioni. Con la signora Cristina del Torchio ho un ottimo rapporto. L’ho ringraziata personalmente per la sua presenza nel campo dell’editoria.

A.M.: Salutaci con una citazione…
Paoletto Sassaroli: Vorrei salutare con una citazione alla Paoletto Sassaroli. Il Paoletto del social Facebook, nessuna citazione di autori… eccomi! “Per vivere ci vuole un pene grande!Questa frase non vuole essere di offesa per nessuno, è solo una esclamazione ed un  sogno che faceva una mia cara amica, poi siamo andati a curiosare in una libreria delle regione Marche e abbiamo cominciato a leggere insieme Philp Milton Roth uno dei più bravi e scandalosi scrittori statunitensi Ora vi saluto, alla prossima!

Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

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venerdì 19 settembre 2014

Quando c’era la luna di Roberta Ambrogio e Sara Stroppa: un romanzo scritto a quattro mani

Quando un oggetto A esercita una forza su un oggetto B, anche B esercita una forza su A. Le due forze hanno stessa direzione e stessa intensità ma versi opposti, e questo si chiama principio di azione e di reazione”.

Tra i tre principi della dinamica, il principio di azione e reazione enunciato nel 1687 da Isaac Newton con l’opera “I principi matematici della filosofia naturale”, è di sicuro il più coinvolgente in quanto esplica la conservazione della quantità di moto.  La dinamica è così una disciplina che descrive le relazioni tra il moto di un corpo e gli enti che lo trasformano.

Le nostre vite di esseri umani sono legate in modo indissolubile dal principio di azione e reazione, ogni giorno ognuno di noi ha l’occasione di modificare qualcosa della propria vita, di conoscere una nuova persona, di interfacciarsi con esperienze straordinarie di cui non si aveva mai avuto alcun pensiero.

Due ragazze, amiche, studentesse fuori sede, in una sera come le altre, decidono di uscire. È venerdì. Il Moonriver è la novità del centro di Roma. Virginia e Chiara non si aspettano nulla di singolare, qualche ora lontane dallo studio incessante dei libri di Meccanica. La Luna, protagonista silenziosa e sognatrice, illumina quel cielo di marzo del 2007.

Viaggiando con gli occhi dal suo viso al suo corpo fasciato in quell’abito stretto, un dissestante connubio di sensazioni gli esplose dentro tutto d’un tratto: si sentì letteralmente sciogliere, avvampare, ribollire le viscere. Che quella ragazza sortisse in lui un effetto particolare ormai non avrebbe potuto essere più lampante, e fece appena in tempo ad appurarlo definitivamente che proprio in quel momento la figura di suo fratello, seguito da una ragazza sconosciuta, si profilò alle spalle di Chiara diretta verso di loro.”

Andrea, musicista per passione, continuava a fissare il corpo perfetto della ragazza appena conosciuta. Era notevolmente affascinato dal brio di Chiara, la sua allegria era contagiosa e la sua bellezza mozzava il fiato. Andrea aveva un carattere mite, opposto a suo fratello Luca, anch’egli musicista. I due speravano di aver successo nella musica ed, infatti, si trovavano a Roma proprio per incontrare alcuni produttori discografici. Marco, un loro caro amico, gli aveva offerto un letto in cui dormire.

Il Moonriver, quella sera del 23 marzo, fu palcoscenico di un incontro che trasformò la vita di cinque persone; la Luna si occupò di illuminare la notte, spettatrice assorta di una storia di crescita e trasformazione nella quale si ha sempre la possibilità di cambiare e migliorare il proprio essere.

Quando c’era la luna” è il romanzo d’esordio di due giovani autrici, Roberta Ambrogio e Sara Stroppa, che, grazie ad una profonda amicizia e passione per la scrittura, hanno portato a termine un progetto di scrittura a quattro mani di notevole interesse, soprattutto se si considera che è stato fatto a distanza, con l’ausilio delle sole email.

“Quando c’era la luna” percorre tre anni della vita dei suoi protagonisti, anni di passioni e delusioni, di accuse e scuse; anni in cui le esperienze celano un retrogusto amaro perché ci si sente invincibili, perché si ha un’energia esploratrice propria di quell’età spensierata.

I loro baci erano quelli di due persone ingorde, insaziabili l’una dell’altro, e quando Andrea spostò di nuovo le labbra sulla sua spalla Chiara rovesciò ancora una volta il capo all’indietro, con gli occhi chiusi mentre gli avvolgeva le braccia attorno alla testa, e incominciò a prendere velocità. Andrea, che stava impazzendo, segnò la sua pelle con un morso.”


Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

Booktrailer
http://www.youtube.com/playlist?list=PL5CrllraTeoP5jQOPNpfeGB_E8Uxg613p

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http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/quando-cera-la-luna.html#.VA9RGPl_tDQ
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