L'atmosfera
secolare di Palazzo Doria D'Angri, ubicato nella rinomata Piazza 7 Settembre, è
stata lo scenario di un evento storico d’indiscussa valenza, che ancora oggi
costituisce un momento decisivo per l'intera Storia D'Italia. Esattamente il 7
Settembre 1860, e da qui trae nome la Piazza, Giuseppe Garibaldi ospite in quel
periodo presso il nobile Palazzo, si affacciò dalla balconata centrale e dopo
aver reso omaggio simbolico al Santo Patrono protettore della città, San
Gennaro, proclamò l'annessione del Regno Borbonico delle due Sicilie allo Stato
Italiano appena nato. L'affascinante dimora nobile gode di una collocazione di
privilegiata centralità, poiché è limitrofa alla Piazza del Gesù, a Palazzo
Reale, alla Chiesa di Santa Chiara, al Teatro San Carlo, al famoso Bar
Gambrinus.
Sull'origine
della pregiata costruzione è stato scritto e tramandato fino ai giorni nostri
parecchio materiale interessante. In particolare, si attesta che "Fu
Marcantonio Doria a volere questa dimora di 1100 metri quadrati nel 1755 e per
realizzarla acquistò delle costruzioni preesistenti. Marcantonio però morì
prematuramente. Fu il figlio Giovanni Carlo a portare avanti il progetto del
padre e affidò l'opera all'architetto Luigi Vanvitelli. Non solo la mano di
Vanvitelli ha dato prestigio all'edificio, ma anche quella di Ferdinando Fuga e
Mario Goffredo. Un'epigrafe posta sulla facciata nell'angolo con Via Toledo
ricorda l'annuncio dell'annessione del Regno delle due Sicilie all'Italia il 7
Settembre 1860, data che in seguito diede il nome alla Piazza. Successivamente
dopo il 1940 il Palazzo è stato prima adibito a filiale sede del provveditorato
e poi a succursale di un'importante scuola della zona".
Attualmente
il Palazzo vanta una versatile fruibilità d'utilizzo. Infatti, è l'ideale per
ospitare eventi eterogenei di tipo privato e pubblico, iniziative culturali,
mostre d'arte, conferenze, congressi, riunioni, convegni politici, esposizioni
museali, caffè letterario con biblioteca. Inoltre, sono presenti 9 sontuose
camere corredate da bagni, da poter adibire a zona d'accoglienza lussuosa,
confortevole, e dotata di moderni confort.
Nell’edificio
restano custoditi nel loro massimo splendore conservativo dei capolavori di
magistrale affrescatura. In particolare, spiccano nella coreografia decorativa
l'opera di lucente suggestione dal titolo "L'allegoria con Mercurio, la
sapienza e la poesia" posta nella volta del primo piano nobile e
"L'allegoria dell'aurora" racchiusa nella celebre Sala degli Specchi
realizzata da Alessandro Fischetti e Costantino Desiderio, inserita sulla volta
del Boudoir in ornati di stucco d'oro fatti da Gennaro Fiore.
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