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venerdì 30 settembre 2016

LABBRA LUMINOSE CON I LUCIDALABBRA MI-NY!

MI-NY_lucidalabbra MI-NY vi invita a scoprire i suoi lucidalabbra ultra brillanti. Nove colori imperdibili regaleranno alle vostre labbra luminosità e volume per un effetto da red carpet. Utilizzati da soli o sopra il rossetto per enfatizzarne il colore, i lucidalabbra MI-NY idratano e rendono morbide le labbra grazie alla texture ultra light. Il tocco in più? Il packaging è davvero imperdibile! Dotato di un speciale specchietto e di una luce LED, è ideale per applicare il lucidalabbra in ogni occasione e in modo perfetto per un risultato ultra glam. Per ulteriori informazioni: Mi-ny www.minyshop.com Digital PR a cura di Blu Wom Milano www.bluwom-milano.com p.fabretti@bluwom-milano.com

giovedì 29 settembre 2016

Esce in tutte le radio e store digitali “Cinema”, il singolo di debutto di Cameman



Si tratta di una prima assoluta quella di Nicola Camedda, in arte Cameman, giovane artista hip hop nato e vissuto nella provincia bresciana con il singolo “Cinema” che anticipa l’uscita del primo album “Profondo” prevista per fine Ottobre.
Il suo percorso artistico inizia con la composizione dei primi testi e la creazione delle prime basi all’età di 16 anni ma è soltanto nel 2015 che pubblica il suo primo video su YouTube attirando l’attenzione di appassionati ed utenti online di musica hip hop.

Come tanti ventenni che coltivano il desiderio di fare musica, si comincia con una strumentazione “domestica” per poi arrivare a pensare di rivolgersi ad un pubblico più elevato e prendere in considerazione l’idea di andare in uno studio professionale.
Ho cominciato a scrivere ispirato dalla musica di Babaman, rapper e cantante di fama nazionale che mixa in modo formidabile reggae, rap e dance hall reggae, anche se il mio stile è più smooth . “Cinema” nasce dai pensieri dell’artista e rispecchia il suo stile di vita: il brano dal sound molto orecchiabile e dal flow decisamente morbido cerca di fare breccia nelle persone per veicolare un messaggio di rispetto delle differenze altrui ed una sconfinata voglia di essere ascoltati come vero disagio dei giovani di oggi.

Registrato presso lo studio AltreFrequenze di Brescia, “Cinema” è stato prodotto da Cameman con il supporto professionale di Giorgio Reboldi nella fase di ottimizzazione, mixaggio e finalizzazione del brano.


mercoledì 28 settembre 2016

I Safe & Sound in radio con il primo singolo Day by day



Dal 26 settembre il singolo d'esordio radiofonico per la band lodigiana Safe & Sound. Il brano "Day By Day" nasce dalle prestigiose penne dei cantautori Giacomo Manfredi e Roberto Amadè, ed è perfettamente costruito sulle vocalità dei componenti del quintetto vocale Safe & Sound, che conferiscono al brano un’interpretazione intensa e viscerale.
In un sapiente gioco di contrasti, il brano miscela forza e dolcezza, potenza e leggerezza, attraverso una melodia romantica ed ariosa che poggia su un arrangiamento travolgente dalle sfumature elettroniche.
Un inizio intimista e quasi sussurrato lascia spazio ad un continuo crescendo di intensità, che tra eleganti armonie ed incalzanti giochi di voce arriva a raggiungere la massima espressione nel ritornello finale, cantato a piene voci dall’intera formazione.
Day By Day tratta l’amore in modo semplice e con altrettanta semplicità riesce a trasmettere l’emozione dei suoi interpreti. Alessandra Cantarella, Alice Scalambrino, Daniela Fedeli, Davide Milani e Fabrizio Cammarata: cinque vocalità molto personali che trovano modo di esprimere la propria individualità ma anche di fondersi l’una con l’altra, creando quella perfetta magia armonica che solo l’unione di più voci sa regalare.

BIOGRAFIA

Il quintetto vocale Safe & Sound nasce nel 2011, ma l’unione artistica dei suoi 5 componenti (Alessandra Cantarella, Alice Scalambrino, Daniela Fedeli, Davide Milani e Fabrizio Cammarata) affonda le radici nel 2006, anno del loro incontro e della nascita delle prime collaborazioni musicali e teatrali, sempre più numerose nel corso del tempo.
A seguito di una lunga formazione musicale e vocale, numerosi sono i palchi cantati dai componenti dei Safe & Sound. Diverse sono le esperienze teatrali (tra cui il Teatro Carcano, il Teatro Smeraldo, il Teatro Vigne e al Viale di Lodi, il Teatro di San Giuseppe di Monza, il Teatro della Rosa di Massa Carrara). Ad esse si aggiungono i palcoscenici di tante manifestazioni lombarde e numerosi locali della provincia milanese (tra gli altri il Tocqueville come opening act di dj Prezioso, le Jardin au Bord du Lac, il Mib, l’Hollywood, Eataly Smeraldo, il The Beach Club, la Punta dell’Est).
I loro show uniscono intrattenimento e musica attraverso la riproposizione di grandi classici della musica in versione completamente rinnovata: le infinite potenzialità di 5 voci che si intrecciano conferiscono al gruppo la possibilità di un repertorio eclettico, che spazia dal pop, al soul, al rock, al gospel, allo swing, al musical, pensato per emozionare e divertire.
Nel 2013 esce il primo disco della band, Nell’Armonia contenente l’inedito omonimo, oggi giunto alla terza ristampa. Il 2015 segna per la band il ritorno al mondo dell’inedito, con il brano dalle venature funk Spiriti Liberi.


Intervista ad Alessio Farci al lavoro sul suo terzo album


Alessio Farci nasce a Capoterra (CA), il 4 ottobre 1974. Fin da piccolo inizia ad appassionarsi al canto , a soli 6 anni viene affascinato da un artista italiano della musica leggera italiana , i suoi virtuosismi e la sua interpretazione lo conquistano letteralmente. Trampolino di lancio le cover band che gli danno la possibilità di scoprire l’amore per il canto e  la composizione, preso dalla passione decide di studiare canto lirico e moderno, rispettivamente per cinque e tre anni. Inizia così a mettersi alla prova con gruppi emergenti locali partecipando a diverse rassegne musicali, ricevendo una valevole approvazione da parte del pubblico. Il cuore lo porta lontano dalla sua amata Sardegna e dai suoi gruppi…in Basilicata però, non perde l’ispirazione per la  composizione di testi e musica . Testi tematici e musicalità lo portano finalmente a realizzare brani inediti che danno vita ad un Cd dal nome “Cosa Vorrei…”già all'attivo su 90 canali di vendite online tra cui www.itunes.com e www.emusic.com .
Raccontaci del tuo viaggio come avviene ?
Questa volta il treno che precedentemente è partito  non farà più fermate per nessuno questo è sicuro è un dato certo un dato di fatto  Eccoci qui ,   si riparte da qui , dalle cose fatte con il cuore,  da tutte quelle cose fatte con l ' anima con orgoglio,  in una regione , in una terra  di sacre umili tarantelle , Noi oggi siamo qui a fare il nostro "Rock" ,  cosi intercalo,  spesso nei miei live almeno mi diverte,  ma credo che  a 41 anni ( tutti suonati) dica la propria no !?  . Questa volta con delle  persone valide i miei amici cernitati dopo anni di dure ricerche  musicisti affermati veri professionisti  preparatissimi in fatto di musica  di gusto e non solo con la propensione  di saper emozionare ed emozionarsi con il proprio strumento dei maestri validissimi polistrumentisti con una valigia di vera umiltà perchè in fondo  per me per loro per tutti noi  la musica è questo quella sensazione che non ha bisogno di limiti  di vincoli di nicchia di ipocrisie di falsità  di gente che ti sorride avanti e poi se ti  potesse ti farebbe in mille  pezzi quella fatta di  veri sacrifici di anni continui di studi è soprattutto critiche costruttive perchè sono  quelle che servono ad un vero artista oggi  come in passato  .
I tuoi progetti futuri ?  Stai lavorando ad un nuovo ep?
Dopo aver precedentemente  composto il mio primo progetto dal titolo COSA VORREI... qualche anno fa contenente  9 tracce di rock melodico  visibile su oltre 90 canali di vendite online   che mi ha dato la possibilità di ottenere una certa credibilità orientandomi e proiettandomi   oltre la passione in termini di cantautorato ed interprete di me stesso senza alcuna finzione o ancora meglio imitazione  ma bensì uno stile fattomi negli anni di studi tenorili moderni è quant'altro  sono  passato al mio  secondo lavoro di altre 13 tracce inedite di rock melodico con influenze funky e blues dal titolo UN GRIDO DI SPERANZA dove è contenuto tra l ' altro  un brano dedicato alla mia Amica Fiordaliso il brano in questione è un tango/rock dove ho voluto raccontare le sue vicissitudini ispirandomi a quel grido di ribellione di una donna acerba  che piuttosto di chiudere una porta in tenera età  ha preferito andare controcorrente e contro tutti  ed oggi vanta una grinta una tenacia una  personalità fuori dal comune a mio avviso una donna vera,  la mia WOMANROCK
Le tue origini?
Io di origini Sarde  mi trovo  oggi qui cittadino  a Muro Lucano ( PZ )   Una città che mi ha  subito affascinato sia per la sua storia sia per  la sua paesaggistica  in sostanza praticamente un presepe vivente poi ormai io devotissimo al suo santo patrono San Gerardo Maiella  che ha sempre fatto da scudo a quell' amore   che in passato  mi ha posto davanti a  quel bivio quella scelta quel viaggio di non ritorno dalla mia  Sardegna alla mia  Basilicata  dai oggi mi considero un Sardo/Lucano  o per lo meno è certo vista l ' appartenenza per carattere biologico di  madre Lucana e padre cagliaritano . In Sardegna ovviamente si ha un 'altra realtà musicale molta più scelta di certo non è stato mai un problema si suona ciò che si vuole seguendo il proprio  gusto o stile insomma  le proprie idee   c'è molta più  creatività , di certo le tarantelle sono la cultura dei popoli ma non di certo una nostra realtà un nostro costume Qui in Basilicata ti portano spesso a sorridere anzi a ridere  tutte ste cosette poi  soprattutto le proloco locali  che gestiscono le feste paesane  appena sentono la parola "  rock "  ti associano al rumore estremo anche se poi vanti una scaletta di ben due ore e mezza di spettacolo .
Qual'è il tuo obbiettivo nella musica?
Il mio obbiettivo è quello di in primis esternare la mia musica con la speranza che diventi un vero progetto ma soprattutto di non perdere mai la costanza  la determinazione .
Hai una compagna che ti segue ?
Sono felicemente sposato ed oggi  padre di un bambino bellissimo il mio Francesco di anni 7  ne vado orgogliosamente fiero il mio  acerbo musicista sin dai suoi primi passi propenso allo strumento della batteria  ovviamente inutile dire che qui ha avuto un padre che di certo non l'ha condizionato  in fatto di scelta alludo al suo strumento la musica deve essere libertà assoluta oggi finalmente ho trovato una band un gruppo di veri   LEONI    che hanno la mia  stessa passione la mia stessa voglia di fare bene portando avanti un progetto fino in fondo e sono:   alla voce ALESSIO FARCI  al basso VITO ORGA  alla tastiera VINCENZO LOVALLO  alla batteria MARIO BASILIO alle chitarre ritmiche acustiche  e soliste : FRANK ABBEY  ,   ANTONIO FLAVIANO  ed infine CARMINE MANZI (detto Joe Satriani) professionisti con la  consapevolezza del proprio strumento  con la stessa mia  grinta con la determinazione con l' umiltà .
State quindi lavorando ad un nuovo album?

Attualmente stiamo lavorando al nostro terzo cd dove ho composto altre 11 tracce  tra testi , melodie del cantato ed armonie stravolgendo tutto  questa volta  su sonorità hard/rock  con influenze metal  blues funky   lavorando agli arrangiamenti del primo e  secondo cd come è stato scritto pocanzi    da quel famoso treno  che tutti prima o poi si capacitano o convincono di dover prendere  per non dovere scendere  o  perdere più  dopo tante difficoltà  porte prese in faccia gratuitamente e tante cattiverie  non tanto dalla vita o dalle proprie scelte ma gli stessi vicino a te a me  a noi oggi io Alessio Farci sono pronto sono deciso  a non fermarmi più Stiamo arrivando anime perse siamo una dura è cruda realtà  vi stiamo venendo a sbranare senza spirito di compassione ROCK 'N' ROLL . in fede  Alessio Farci

Nato Libero il nuovo singolo di Valentino Negri


E’ con il grido del rock che il cantautore  Valentino Negri firma ed annuncia  l’uscita del suo terzo singolo dal titolo “ Nato libero “;  testimonial d’eccezione per il videoclip  il Campione del  mondo WBC, e vincitore de “L’’Isola dei Famosi “, Giacobbe Fragomeni.
Valentino Negri, che vive da sempre  le leggi del rock, consapevole dell’oppressione che quotidianamente incombe su coscienze ed operati, cerca di trasmettere attraverso questo brano, una necessità vitale di ribellione mentale ai meccanismi governativi e sociali inducendo cosi  l’ascoltatore a ragionare sulla totale assenza di libertà e sulla vitale necessità di riscatto.

Integrità artistica ed onestà intellettuale quella di Valentino Negri, che incurante di tutto il movimento
“ politically correct ”, compone un testo, quello di “ Nato libero “  che non le manda di certo a dire.
Straordinario poi il modo con cui riesce, ancora una volta, a conciliare il sound cosi internazionale con la lingua italiana;  una impeccabile combinazione di suoni e parole che fanno arrivare il messaggio forte chiaro. 
 “Questo pezzo e questo brano vogliono essere un messaggio di speranza e di riscatto , una scossa per tutti quelli che cercano la forza per continuare a combattere per quello in cui credono  fino all' ultimo round, come direbbe Giacobbe” . 
“Sia il testo che le immagini del videoclip cercano di scuotere le coscienze verso una rivoluzione che vuole e deve essere mentale e culturale”.  “Perché' la rivoluzione dobbiamo farla dentro di noi nel modo di vedere le cose , senza aspettare che cambino da sole o che lo facciano i grandi poteri o le  istituzioni per noi,  perché affidandoci a loro non cambieranno mai”.
“ Il sistema si cambia solo se saremo noi i primi ad avere consapevolezza di ciò che ci circonda senza aver paura, o abbassando la testa;  e' un cambiamento di pensiero e di vedute che ci restituisce la libertà;  solo così possiamo far implodere le strutture di questo meccanismo sempre più corrotto e  malato”.    
“ Se l'uomo ha paura della sua libertà, dovrebbe aver terrore dell'oppressione dei diritti e delle libertà di pensiero in cui siamo,  nostro malgrado,  vittime oggi giorno.  Ma dobbiamo iniziare tutti prima da noi stessi, dai nostri pensieri; questo e' il messaggio: “  perché siamo nati liberi, io sono nato libero e tu sei nato libero,  e tu decidi  di cambiare se lo vuoi , perché il cambiamento parte sempre da dentro , dal profondo” . (Valentino Negri)

 “ Nato libero “ è un brano scritto composto da Valentino Negri, è arrangiato dal maestro Alessandro Tuvo, e registrato e mixato presso lo studio Fusix di Andrea Fusini.
Sotto la direzione artistica di Valentino Negri, firma la regia del videoclip di “ Nato libero “ Francesco Rotunno;
“ e' un video volutamente molto grezzo e girato in low budget per stare in linea con il significato delle immagini e quello che vogliono trasmette “ (VN),  
ambientato tra la Palestra AP Pavia  , con il supporto del maestro direttore sportivo Giancarlo Mezzadra del Presidente Avv. Niutta e la Palestra di Rozzano Kick and Punch di Angelo Valente , entrambi sinonimi di casa per gli allenamenti di Giacobbe.
Special Vip : Giacobbe Fragomeni che interpreta se stesso nell'alter ego dello spettatore , trasmettendo  tutta la rabbia per l'attuale condizione mondiale che ci circonda e che porta le coscienze a ragionare sulla ribellione nei confronti di un sistema che opprime sempre di più lo spirito libero con cui nasce l'uomolottando per  il RISCATTO,  senza mai arrendersi .
“ Giacobbe ed io siamo amici da quando ci allenavamo insieme nella  “mitica ASD boxe Voghera” , con noi,  il leggendario  Giovanni Parisi.

PIER MAZZOLENI “GENTE DI TERRA” È IL NUOVO ALBUM DEL CANTAUTORE BERGAMASCO



Un disco che abbraccia la canzone popolare d’autore descrivendo un mondo e un tempo assediati dalla mancanza di libertà creativa dalla quale, chi crede ancora nel potere dei sogni, cerca di scappare.

Quinto disco - il suo quarto in studio di Mazzoleni – “Gente di terra” raccoglie le sensazioni e le sfaccettature di un autore che ha bisogno di scoprire se stesso e il mondo che lo circonda, tentando di scappare dalla mancanza di creatività che colpisce questo tempo. Non ci sono muri o linguaggi complicati, né bavagli o fili conduttori: ogni canzone ha un suo perché e proprio per questo motivo il disco può essere considerato un album in cammino. Il viaggio di una società in espansione che ha, spesso, paura del cambiamento.
Pier Mazzoleni si espone a sonorità nuove e diverse dalle sue precedenti esperienze, staccandosi dal jazzy che lo aveva contraddistinto.



 

«E’ una scelta obbligata e al contempo naturale”, dice lui stesso, “per non cadere nell’obbligo di un arrangiamento scontato. Ho sentito il bisogno di spaziare e uscire allo scoperto perché l’anima mi tormentava da un po’ con la canzone popolare. E mi sono aperto alle collaborazioni. Ventura oltre che essere un bravo scrittore è anche un amico e mi sono trovato subito in linea con il suo modo di percepire la vita, con il suo scrivere». PIER MAZZOLENI




Le potenzialità di questo album, orchestrato o proposto acustico al solo pianoforte e voce, sono diverse. E’ un disco versatile e giovane che sceglie di lasciare poco spazio all’improvvisazione strumentale. Come se tante pedine cangianti componessero un quadro che a ogni ascolto appare diverso.



Track by track
  1. Un giorno un uomo. Un tributo, dal sapore spirituale, e non religioso, all'uomo che ha saputo percorrere i suoi sogni e gli ideali. Quell'uomo che ha attirato a sé le più svariate genti solo con la forza della parola.
  2. Dolce Maddalena. La storia di una donna in cerca dell'amore del suo Dio. È il suo sentimento più puro che si mischia con l'enfasi di un amore carnale. La chitarra si lancia in un susseguo di note spagnoleggianti.
  3. Volo. Il viaggio di chi sa allontanarsi dal mondo caotico per ritrovare se stesso. "La vita è un viaggio", dice l'autore, e certamente è così. La vita è il più bel viaggio del mondo, da compiere senza pregiudizi. 
  4. Uomo di legno. Una traccia del percorso mistico, parte sostanziale di questo album. Un brano che scorre a suon di canzone popolare, sull'incedere arpeggiato della chitarra. È la vicenda di un uomo "di terra e di mare", come si canta.
  5. Gente di terra. Il fischio iniziale, le voci a rincorrersi come in un grande mercato, gli strumenti atipici, sono i primi segnali della canzone Gente di terra. Una infinita marcia sul globo tra amare illusioni di piedi in movimento e voci che hanno ancora coraggio di farsi sentire. Gente a cui "la vita promette", mentre "la morte la osserva", come scrive Pier. 
  6. Il terrorista Jo. Il disco è in buona parte un concept album, Il terrorista Jo evidenzia quel senso di profonda amarezza di un uomo evaso dalla galera; uomo innocente a suo dire. Quando tutti lo considerano un criminale lui grida "Non sono io quello là no non sono io". Per affinità, l'autore, accosta questa storia alla stessa vita di Dio.
  7. Una rosa che non c’era. In Una rosa che non c'era si respira un'atmosfera di pace. Si evince anche qui che questo è un progetto in forte movimento. La fisarmonica trasporta il brano in una dimensione popolare ricca di pathos.
  8. Sono Dio. Forse l'apice di questo percorso. È proprio Dio che racconta il quotidiano, senza cliché, è una voce aperta e priva di caos. La melodia facile si unisce alle metafore testuali. L'assolo giunge al momento propizio per essere gustato in totale libertà. 
  9. Esmeralda. Una ballata d'altri tempi. Caustica ma reale, il cui protagonista, Sigismondo, sa di essere il carnevale di fronte alla donna che ama, da lui paragonata al Natale. Nella parte finale un flauto dal sapore medievale si lancia in un dolce e magico giro di valzer. 
  10. Cambiamento. Lo specchio dei nostri giorni. Una canzone nella quale i logori e ormai ammuffiti conformismi si scontrano contro chi ha desiderio di evoluzione, chi ha necessità di cambiare le cose. La strofa è in italiano e il ritornello in lingua portoghese. "È solo uno sguardo che trasforma il mondo", sussurra alla fine l'autore, su una chitarra spagnola suadente. La stessa frase viene riproposta nel ritornello, chiave di tutto. 
  11. Per chi. Una poesia fatta di frasi da ricordare, da appendere come tanti post-it, pezzi di vita quotidiana. Un mutamento agognato, quello a cui Mazzoleni ambisce per un mondo che hai il dovere di rinnovarsi. Un'altra canzone di viaggio, in cammino, per chi sa come viaggiare. 

BIO

Pier Mazzoleni è un cantautore che miscela la sua storia alle composizioni, raccontate con pochi ed essenziali elementi, con l’emozione costante del rapporto col pubblico. Racconta testi che profumano di mare, di orizzonti e ironie metropolitane, di club fumosi, di amori, di sè e di ciò che ne rappresenta il contrario.
Le sue canzoni sono intrise e grondanti di jazz e di swing, di ritmi latini, di America, di ricordi e di passioni, di storie comuni. Ma anche e soprattutto di racconti popolari e di attenzione per i più deboli.
Muove i primi passi nella musica a 9 anni, come fisarmonicista popolare, e ben presto grazie alla tecnica acquisita, passa alla musica classica con il suo strumento. Ottiene buoni piazzamenti in alcuni concorsi regionali. I Fratelli Toti e Mino Spallino del gruppo Le piccole ore, lo scoprono e lo fanno partecipare al dopo Festival di Sanremo ripreso in tv da La Bussola di Viareggio, nel Febbraio del 1983 (a quindici anni); lì Pier si esibisce con il gruppo dei Made in Italy con i quali presenta la compilation Discotangotanz, prodotta dall’etichetta Alpharecord di Milano. Segue una tourneè di concerti e dirette radio-televisive in Italia con la partecipazione al programma Domenica in presentato da Pippo Baudo. Il periodo successivo, serve per sperimentare alternative alla musica; risulterà logoro ma al tempo stesso fervido di creatività. Ogni elemento viene trattato con cura; dietro allo chansonnier, c’è tanto lavoro, a corollario di un aspetto genuino. A Pier appartiene una voce forte nel timbro a tratti dolce e teatrale che sa esprimere il significato delle parole; come a sottolinearlo, quasi aspetto dominante delle sue canzoni: “La musica che scrivo è accompagnamento ai miei testi, che però vivono di armonia e con essa si intrecciano”. I testi scorrono lungo un asse immaginario, in una dimensione intuitiva e spesso da Crooner. E non è raro scorgere nei suoi scritti parole, modi di dire o inflessioni francesi, reali o inventate. Pier esce allo scoperto con tutte le carte che può giocare; quella del musicista, del cantante e autore, quella del teatrante.
Gli è naturale la formula del "Solo voce-pianoforte". In concerto Pier libera se stesso, il che contribuisce a creare un ponte continuo con il pubblico.
Costituisce il “PM Acoustic Quartet” gruppo attraverso il quale, oltre al suonare i brani più importanti della musica italiana (soprattutto le canzoni della scuola genovese, e su tutte quelle di Luigi Tenco con cui ha un legame forte e indissolubile), sperimenta generi alternativi e collabora con musicisti del panorama pop jazz italiano. E’ direttore del Centro Emotivo Musicale, la scuola di musica da lui fondata a Bergamo nel 2003, presso cui insegna pianoforte e fisarmonica.
È ospite di Red Ronnie per l’intervista e concerto sul palco dei Miti della musica di Bologna.
E’ finalista al Premio Donida 2010.
Nel gennaio e febbraio 2013, in trio (con il percussionista senegalese Dudù Kouate e l’hammondista-fisarmonicista Alberto Sonzogni), porta in giro il tour teatrale “È un uomo” in cui, con la formula a lui più congeniale del teatro canzone, presenta i brani dei suoi dischi, nella duplice veste di cantautore/pianista e attore recitante. La regia dello spettacolo è della regista Rai Silvia Barbieri. Escono diverse recensioni, su tutte quelle su Il Giorno e sul Corriere della sera.
A ottobre 2013 tiene alcuni concerti in duo acustico, piano e chitarra, a Parigi e a Saint Baux in Normandia prodotti da La fabrica quoi.
Il 20 dicembre 2014 è sul palco del Pala Facchetti di Treviglio con Paolo Vallesi, Andy dei Bluvertigo e Luca Napolitano per un omaggio a Jenni Cerea.
Il 21 marzo 2015 è ospite al “Primo Memorial Luigi Tenco” presso il Teatro della Ruggine di Acquiterme, dove presenta una sua rivisitazione jazz di Vedrai vedrai e alcune sue composizioni dal disco La tua strada.
Ha formato una orchestra a suo nome di 9 elementi, a metà tra il jazz e la classica.
Il 28 maggio 2014 ha visto la pubblicazione, con la casa editrice David and Matthaus, Dicembre mai cercato, il suo primo romanzo, presente nei cataloghi Feltrinelli e Mondadori. Tra ottobre e dicembre 2014 ha tenuto 15 presentazioni, quasi tutte con concerto a seguire. Pier è autore di diversi racconti brevi e di circa 200 poesie, scritte in un intervallo di tempo che va dal 1998 a oggi e non ancora pubblicate. Portano la sua firma i progetti musicali, primo tra i quali “L’Isola canzoni d’autore” del 2006, disco pop jazz, condiviso con un piccolo gruppo di musicisti di chiara fama. Registrato tra Maggio e Giugno 2009 “La tua vera identità”, il suo secondo lavoro, un cd con 12 brani, di cui Pier è compositore e produttore artistico. Il terzo disco dal titolo “La tua strada”, uscito a Gennaio 2012, è stato registrato tra Giugno e Settembre 2011 e contiene 13 canzoni inedite. Il nuovo lavoro, il cui il singolo omonimo è uscito in diverse radio italiane, è scritto, composto e pre-prodotto dallo stesso autore, per l’etichetta Oddtimesrecords e distribuito da Egea Italia. Il 29 marzo 2016 è uscito il suo secondo romanzo, Il destino di Ippolita, edito dalla casa editrice Silele. Il suo quarto album di inediti, Gente di terra, è lo specchio del nostro tempo, è il riflesso di popoli che si spostano sulla superficie del globo; sono le voci degli uomini in cammino, uomini che cercano il loro posto. A fronte di altri uomini che hanno paura del cambiamento. E questo nuovo lavoro è anche la parola spirituale di qualcuno che si è sacrificato per l’umanità.

Contatti e social


Renée by Philippe Rouge: one color, bicolor.. forget the rules and see the world through our lens.

Presentation1-4 Per l’autunno/inverno 2016 il brand Philippe Rouge eyewear presenta il modello Renée disponibile in sei versioni. Il modello Renée di Philippe Rouge è stato realizzato in collaborazione con gli architetti Ludovica Serafini + Roberto Palomba. Il materiale utilizzato è l’acetato Mazzucchelli 1849. Il fashion / design made in Italy si rispecchia da ora nell’eyewear grazie a Philippe Rouge, brand frutto di una forte specializzazione ramificata e dalle forti connotazioni artigianali. Per ulteriori informazioni: Philippe Rouge Eyewear www.philipperouge.com Digital PR a cura di Blu Wom Milano www.bluwom-milano.com p.fabretti@bluwom-milano.com

martedì 27 settembre 2016

Attività di prevenzione sulla droga

Nella provincia di Firenze la lotta alla droga, grazie al "Dico no alla droga", sta andando veramente bene. Il gruppo continua a rifornire di opuscoli “La verità sulla droga”ai commercianti del centro di Firenze e di altre piccole attività in periferia. Una distribuzione capillare che sta dando i suoi frutti. L’opuscolo che sta venendo distribuito inizia parlando della cultura della droga, per poi passare a “Perché le persone fanno uso di droga?” e poi “Come funzionano le droghe?” e per finire con “Le droghe influiscono sulla mente”. Sempre nell’opuscolo ci sono delle informazioni essenziali sulle droghe di uso comune. Le droghe che vengono menzionate sono: alcol, cannabis, marijuana, hashish, ecstasy, cocaina, crack, ritalin, crystal meth e metanfetamine, eroina, LSD. Ogni droga riportata nell’opuscolo menziona gli effetti a breve e lungo termine di ogni droga come pure i nomi più comuni che vengono utilizzati per definirle. I volontari credono fermamente che l’uso/abuso di droghe nella nostra società è frutto di una cultura che ti fa usare le droghe per “sballarti”, trascurando tutti gli effetti devastanti che esse comportano. I volontari del gruppo del Dico no alla droga si rifanno al motto del filosofo e umanitario Ron Hubbard che dice: "Le droghe privano la vita dalle gioie e dalle sensazioni, che sono comunque l'unica ragione di vivere". Il gruppo ringrazia vivamente la Chiesa di Scientology di Firenze la quale sostiene la campagna.

NOBILI RUBINETTERIE: IN FASE DI DEFINIZIONE IL PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN POLO DI RICERCA E SVILUPPO IN SVIZZERA CANTON TICINO LOCALITA' LONDRINO - BELLINZONA

NOBILI_RUBINETTERIE_SEDE Nobili Rubinetterie, azienda storica leader nel mondo nella produzione di rubinetterie da bagno e da cucina, sta in questi giorni definendo gli ultimi aspetti per la realizzazione di un polo da destinare alla ricerca e sviluppo in Svizzera. Il progetto è attualmente in fase di approvazione da parte del comune di Lodrino e dovrebbe essere realizzato nelle valli del Bellinzonese del Canton Ticino. Un nuovo centro da destinare all'innovazione in Svizzera per Nobili Rubinetterie: questo è uno dei prossimi obiettivi dell'azienda piemontese. Il progetto è attualmente in fase di approvazione da parte del Comune di Lodrino e prevede la costruzione di un edificio di circa 10.000 metri cubi da destinare ad attività di ricerca e sviluppo. Concretezza e costruttività quindi da parte dell'azienda piemontese che, con questo nuovo progetto, intende investire sia in nuove unità produttive, ma anche destinare nuove forze aziendali verso la ricerca di nuove opportunità ed innovazione. L'impegno e la serietà, con cui Nobili Rubinetterie da sempre è attiva nell'ambito della tutela dell'ambiente e dell'ecosostenibilità, sono da sempre riconfermate anche grazie alle Certificazioni ottenute e dai percorsi volti a conseguire l'obiettivo della completa sostenibilità delle unità produttive. A conferma, anche per il nuovo polo previsto in Svizzera l'azienda intende realizzare un centro in grado di garantire una forte riduzione dell'impatto fonico e quindi all'avanguardia anche sotto il profilo ambientale. Nella foto la Sede di Suno. www.grupponobili.it Per ulteriori informazioni: Digital PR a cura di Blu Wom Milano www.bluwom-milano.com p.fabretti@bluwom-milano.com

Woytek “Habemus Papam. Il gallo è morto”

In occasione del Giubileo della Misericordia, l’installazione dell’artista di origini polacche da anni attivo in Germania Woytek “Habemus Papam. Il gallo è morto”, ospitata nella suggestiva struttura di archeologia industriale dell’Ex Cartiera Latina dal 1° al 16 ottobre 2016, è costituita da una scultura in bronzo di cm. 250 raffigurante un Vescovo con in mano un gallo e da pannelli con disegni preparatori. “La tematica è quella del libero arbitrio in relazione all’intervento divino quale si presenta nel brano evangelico relativo al tradimento di Pietro: prima che il gallo canti mi rinnegherai tre volte”. (S. Severi).

LASCIATEVI STUPIRE DAL SEMIPERMANENTE MI-NY STAR ISLAND!

MI-NY_star-island Fatevi sorprendere dalla carica energetica della tinta aranciata dello smalto semipermanente MI-NY Star Island e rendete unica la vostra manicure. Facile da stendere e resistente fino a due settimane dall’applicazione, Star Island è ideale per donare una nota di colore che difficilmente passerà inosservata. Per ulteriori informazioni: Mi-ny www.minyshop.com Digital PR a cura di Blu Wom Milano www.bluwom-milano.com p.fabretti@bluwom-milano.com

GRANDE SUCCESSO DI PARTECIPAZIONE ALL’OPEN DAY ORGANIZZATO DA SNAIDERO PER FESTEGGIARE I 70 ANNI DI STORIA

IMG_9866 copia Si è tenuto sabato 24 settembre l’open day organizzato da Snaidero presso la sede di Majano per festeggiare i 70 anni di storia. Un vero e proprio tuffo nel mondo Snaidero durante il quale i tanti partecipanti hanno avuto modo di vedere da vicino una realtà che solitamente non è aperta al pubblico. Oltre cinque mila persone che durante tutto il pomeriggio, senza sosta, hanno affollato i tre mila metri quadrati di showroom e il percorso storico, realizzato all'interno dell'edificio dove sono stati messi in evidenza i tanti particolari del passato che hanno fatto di Snaidero una delle aziende più riconosciute a livello non solo italiano, ma anche internazionale, per design, qualità e innovazione. Dai dipendenti, orgogliosi di presentare la realtà in cui lavorano ai propri familiari, al pubblico incuriosito dalla possibilità di "toccare con mano" un'azienda riconosciuta ed apprezzata a livello sia locale che mondiale, ai giornalisti e agli addettati ai lavori: tutti hanno approfittato della giornata offerta per scoprire in prima persona cosa c’è dietro il marchio che da oltre 70 anni rappresenta una delle colonne dell’economia del Friuli Venezia Giulia. Aprire le porte della propria azienda è stata un’importante occasione per Snaidero per condividere il proprio patrimonio con tutto il Friuli Venezia Giulia, un’opportunità che ha voluto offrire alle persone che collaborano con lei, ai concittadini e a tutti i friulani che erano incuriositi dall’evento. L’area hall, protagonista di un recentissimo restyling che l’ha trasformata da semplice zona d’attesa a luogo di conoscenza, ha proposto un viaggio nella storia del Brand attraverso illustrazioni e fotografie di repertorio che immediatamente hanno fatto comprendere la contemporanea tensione tra artigianalità e alta tecnologia. A concretizzare il tutto, splendidi modellini realizzati a mano dei prodotti che più di tutti si sono distinti nel tempo per il loro design e la forte carica innovativa. Nelle sale adiacenti l’attenzione si è invece spostata alla comunicazione, alla progettualità e al design di Snaidero di questi 70 anni: immagini di campagne pubblicitarie dagli anni ’50, bozzetti e informazioni più dettagliate sui designer che in questi anni hanno collaborato con il Brand, accompagnando il visitatore in un percorso affascinante e pieno di aneddoti. Grande curiosità anche per la nuova showroom, che vedeva esposti 37 modelli delle tre collezioni Snaidero attualmente in gamma, e per la sala convegni che per l’occasione proiettava il video realizzato per i 70 anni. “Siamo orgogliosi che in molti abbiano avuto il piacere di presenziare all’open day di sabato. – commenta l’Ing Edi Snaidero, Presidente e Amministratore del Gruppo Snaidero – Aprire le porte della nostra Azienda, in occasione del festeggiamento dei 70 anni, è stata un’occasione unica per poter accogliere tutti coloro che fossero interessati a conoscere una parte della nostra storia, ma anche del Friuli Venezia Giulia. Poter parlare e ascoltare i tanti commenti positivi, ci ha dato la possibilità di comprendere ancora una volta come la forza di un marchio stia anche nelle proprie origini. La nostra è sempre stata un'Azienda che ha anticipato i tempi, che ha dettato tendenze e stili, sperimentando materiali e forme che sono la nostra forza e identità e che sono riconosciuti in tutto il mondo per autenticità, qualità e per carattere distintivo. La nostra storia è il patrimonio che nessuno potrà mai copiare e testimonia la cultura aziendale che ci permette di guardare sempre con uno spirito di innovazione al futuro.” Per informazioni: Snaidero Rino SpA www.snaidero.it Digital PR a cura di Blu Wom Milano www.bluwom-milano.com p.fabretti@bluwom-milano.com

ORTOPEDIA CASTAGNA SCEGLIE L’AGENZIA WE\GO PER IL NUOVO SITO

OC_copertina Ortopedia Castagna vanta ben 70 anni di storia con una tradizione strettamente legata all’artigianalità e al contatto con il cliente. Quattro sedi in Lombardia permettono un’assistenza a 360° dando un’autonomia unica ai pazienti che decidono di utilizzare i loro prodotti. WE\GO, agenzia multidisciplinare con sede a Padova, è stata scelta da Ortopedia Castagna non solo per studiare il nuovo sito, ma anche per aiutarli in un riposizionamento del Brand. OC_sito               Nella sua zona geografica di competenza, Ortopedia Castagna aveva una forte criticità: tanti e tanti competitors. WE\GO ha quindi portato avanti un’analisi imparziale del modello delle forze competitive per poter formulare una strategia affidabile di penetrazione del mercato. Dopo un primo lavoro di re-branding dell'azienda, sfruttando in sinergia i diversi strumenti, si è trovata la chiave per comunicare un nuovo messaggio e per porre solide basi per tutta la promozione futura. Logo, pay-off, studio del colore e tone-of-voice sono stati completamente cambiati e hanno segnato la strada per il successivo coordinamento dell’immagine coordinata: photoshooting, video, materiale off-line. Con un approccio strutturato al SEO, WE\GO ha creato inoltre delle basi di link building che posizioneranno al meglio il sito nel prossimo futuro. Una volta che la meccanica, le parole ed i contenuti del sito sono stati ottimizzati per le ricerche, i motori di ricerca daranno credibilità al sito, premiandolo a livello di ranking. In questo modo sarà proprio l’architettura del sito a rispondere alle ricerche degli utenti! È poi seguita un'importante azione di Social Media Marketing che dato un obiettivo ed un target di riferimento, è stata studiata per andare a generare valore lì dove il Brand desidera. Tutte le informazioni raccolte ed estrapolate per parole chiave e gli insight propri dei canali social, vengono filtrati ed analizzati per restituire all’azienda dei dati di aiuto nella comprensione del sentiment degli utenti. Per ulteriori informazioni: Digital PR a cura di Blu Wom Milano www.bluwom-milano.com p.fabretti@bluwom-milano.com

lunedì 26 settembre 2016

JANIS by Philippe Rouge: like the sun… follow it with style and be classy. There isn’t only black or white……see the world through our lens!

Presentation1-2 Per l’autunno/inverno 2016 il brand Philippe Rouge eyewear presenta il modello Janis disponibile in sei versioni. Il modello Janis di Philippe Rouge è stato realizzato da RC LAB.. Il materiale utilizzato è l’acetato Mazzucchelli 1849. Il fashion / design made in Italy si rispecchia da ora nell’eyewear grazie a Philippe Rouge, brand frutto di una forte specializzazione ramificata e dalle forti connotazioni artigianali. Per ulteriori informazioni: Philippe Rouge Eyewear www.philipperouge.com Digital PR a cura di Blu Wom Milano www.bluwom-milano.com p.fabretti@bluwom-milano.com

"L'ottobre dell'economia" di Nobili Rubinetterie: il primo convegno verterà sul tema “Il 2016 dell’economia, tra crisi, ripresa e (de)crescita. Quale ruolo per il made in Italy?”

NOBILI_RUBINETTERIE_SEDE 8 ottobre 2016 presso Carlo Nobili SpA Rubinetterie – Via Novara, 29 – Suno (NO) dalle ore 8.45 alle ore 13.15 In collaborazione con ALLIANZ Si terrà l’8 ottobre 2016, presso la sede di Suno di Nobili Rubinetterie, il primo Convegno organizzato dalla Famiglia Nobili per promuovere “l’ottobre dell’economia”. L'evento, alla sua prima edizione, darà l'opportunità a relatori, imprenditori e docenti universitari di confrontarsi sui temi economici più attuali. Il 2016 è stato un anno di significativi eventi nello scenario politico ed economico, sia internazionali che nazionali. Giunti alla quasi chiusura di un anno foriero di importanti cambiamenti, un momento di ponderata e qualificata riflessione sia sul passato sia sugli scenari attesi è quanto mai auspicabile. La Famiglia Nobili, cogliendo una sentita esigenza da parte del mercato di aprire il dibattito per il futuro, ha così deciso da quest’anno di promuovere “l’ottobre dell’ economia”. Considerata la vocazione prettamente imprenditoriale della Famiglia Nobili, è sembrato luogo naturale per lo svolgimento dei lavori la fabbrica stessa, che diventa in tal modo (anche da un punto di vista iconografico) punto di snodo e di avvio delle discussioni sia di più ampio respiro (scenario macroeconomico internazionale) sia più specificatamente collegate alle imprese italiane e al rilevantissimo bacino di eccellenze del made in Italy. PROGRAMMA DELLA GIORNATA 8 ottobre 2016 presso Carlo Nobili SpA Rubinetterie – Via Novara, 29 – Suno (NO) dalle ore 8.45 alle ore 13.15 In collaborazione con ALLIANZ “Il 2016 dell’economia, tra crisi, ripresa e (de)crescita. Quale ruolo per il made in Italy?” Ore 8.45 Registrazione dei partecipanti Ore 9.10 – Introduce Roberto D’Imperio, dottore commercialista e Presidente Edinburgh Group (Associazione internazionale per lo studio delle piccole e medie imprese) Ore 9.20 – Andrea Boltho, Economista, Magdalen College, Oxford Ore 10.00 – Giorgio Marsiaj, Fondatore e Presidente di Sabelt S.p.A., Membro del Consiglio Generale di Confindustria Ore 10.40 – Maurizio Comoli, Vice Presidente Banco Popolare, Ordinario di Economia Aziendale e Presidente CC.I.AA. di Novara Ore 11.20 Coffee break Ore 11.40 Tavola rotonda Moderatore: Mauro Meazza Giornalista de “Il Sole 24 Ore” con: • Alberto Nobili, Amministratore della Carlo Nobili S.p.A. • Eliana Baici, Ordinario di Politica Economica e Direttore Dipartimento degli Studi per l’Economia e l’Impresa presso l’Università del Piemonte Orientale “A.Avogadro” di Novara • Pietro Boroli, Vice Presidente De Agostini S.p.A. • Marco Fortis, Vice Presidente Fondazione Edison • Massimo Pessina, imprenditore Gruppo Norda e editore • Cesare Ponti, Presidente Ponti S.p.A. e Vice Presidente Federalimentari Ore 13.15 Chiusura dei lavori www.grupponobili.it Per ulteriori informazioni: Digital PR a cura di Blu Wom Milano www.bluwom-milano.com p.fabretti@bluwom-milano.com

Intervista di Alessia Mocci a Giovanni Nebuloni per l’uscita di “Inferno a Milano – La nota nella nota”

Lo scrittore milanese Giovanni Nebuloni è proofreader di traduzioni da russo, tedesco ed inglese nella sua società. Nel 2010 fonda la Fact-Finding Writing (scrittura conoscitiva o scrivere per conoscere), una sorta di conoscenza pari o forse superiore rispetto ai paradigmi del saggismo filosofico, storiografico o scientifico.
La sua prima pubblicazione risale al 2007 con “La polvere eterna” (Edizioni di LucidaMente), segue nel 2008 “Il disco di Nebra” (inEdition Editrice) e “Fiume di luce” (Il Filo), nel 2011 pubblica “Dio a perdere” (Prospettiva Editrice), e nel 2012 pubblica il suo quinto romanzo “Il Signore della pioggia” (I libri di Emil). Del 2013 “Viaggi inattesi” edito da Amande, segue nel 2014 “L’umile forma dell’immortalità” edito da I libri di Emil, del 2015 “Nel nome dell’Universo” per 13Lab, e per la stessa casa editrice troviamo nel maggio 2016 il suo nono ed ultimo romanzo “Inferno a Milano. La nota nella nota” di cui oggi parleremo in modo approfondito con lo stesso autore.
Un gruppo di sicari appartenenti ad una congrega russa, la protagonista femminile ormai costante nei romanzi dell’autore, la musica che interagisce con i metalli alterandoli, la velata citazione ad Isaac Asimov, l’uso caparbio del Fact-Finding Writing, ed altro ancora nell’action-thriller “Inferno a Milano. La nota nella nota”.
Ma sarà Giovanni Nebuloni a raccontarci qualcosa di più, e spero che le sue parole possano incuriosirvi abbastanza portandovi non solo a leggere il suo nono romanzo ma anche i precedenti che consiglio vivamente.

A.M.: Ciao Giovanni, è un piacere rincontrarti dopo quattro anni dall’uscita de “Il Signore della Pioggia”, ed in tutto questo tempo sei stato uno scrittore prolifico ed attento. Oggi parleremo della tua ultima fatica “Inferno a Milano – La nota nella nota” edito da 13Lab Editore Milano, con il quale hai pubblicato anche “Nel nome dell’Universo” nel 2015. Questa tua conferma editoriale mi fa dedurre che tu ti sia trovato molto bene con la casa editrice e questo non può che farmi piacere. Ma iniziamo pure “l’interrogatorio”… Possiamo definire “Inferno a Milano – La nota nella nota” un action-thriller con una trama ad incastro che ricorda le matrioske. Il sottotitolo è esplicativo “La nota nella nota”. Ci puoi narrare la logica che ti ha portato alla stesura del romanzo e la scelta didascalica?
Giovanni Nebuloni: Ciao a te e a tutti i miei lettori e… grazie. Per rispondere a questa tua prima domanda, seguo i dettami della corrente letteraria da me fondata nel 2010, della quale si parla anche qui, in questa stessa intervista successivamente. Pertanto, le mie storie devono essere innanzitutto nuove, originali. Ho sempre molto da raccontare. Da parecchi anni, annoto in file qualsiasi idea di narrazione che ritengo possa essere degna di nota e in ogni momento posso andare a ripescarne una o più e svilupparle. Nella stesura di questo romanzo – il nono – ho voluto evidenziare come un corpo estraneo, un’entità straniera possa mettere a rischio, far traballare le fondamenta, seppur solide, d’una metropoli, e minare quindi il mondo. Di conseguenza il messaggio è: “Non abbassiamo mai la guardia, perché il male è una bestia insonne”.

A.M.: Massimo Ferlinghetti, nell’introduzione di “Inferno a Milano – La nota nella nota”, trattando la questione pubblicità e fortuna paragona l’artista ad un atleta che salta in alto, ma sono i giudici di gara a stabilire l’altezza del salto. Trovo molto seducente questo parallelismo e ritengo sia davvero appropriato. Che cosa hai provato leggendo le parole di Massimo?
Giovanni Nebuloni: Massimo Ferlinghetti è colui che ha eseguito anche l’editing del romanzo di cui stiamo parlando. È un giornalista free-lance e conosce l’ambiente.

A.M.: Una peculiarità che vorrei mettere in luce è che il romanzo presenta 290 pagine ma, la sottile e raffinata trama si svolge in sole 80 ore. Restando sulla numerologia: in quanto tempo hai scritto “Inferno a Milano – La nota nella nota” e quanto è durata la revisione prima della stampa definitiva?
Giovanni Nebuloni: Il tempo circoscritto in pochi giorni è una caratteristica di tutti i miei romanzi, affinché la narrazione sia incalzante e perché il lettore, una volta che mi abbia preso con sé, non mi abbandoni tanto presto, non prima dell’ultima pagina. La realizzazione di questo romanzo ha richiesto due anni circa e non prevedo mai una fase specifica, a sé stante di revisione, ma un’attività continua di limatura e avanti e indietro, che avviene contemporaneamente alla scrittura. Per esempio, arrivato a pagina duecento, è facile che mi senta di riprendere i due capitoli da pagina dieci, rivederli e passare alla pagina cento prima di tornare alla pagina duecento. Il mio è un lavoro che implica un andirivieni ininterrotto, fino alla stesura definitiva.

A.M.: Un particolare inquietante di “Inferno a Milano – La nota nella nota” è la scena del night nel centro di Milano, nel quale l’assolo di un sassofono attiva la sconvolgente auto-chiamata dello smartphone di uno dei personaggi. Quale rapporto hai con la musica e quanto il sassofono, oltre ad esser incastonato nella copertina, è per te simbolico?
Giovanni Nebuloni: Mio padre suonava sax contralto (marca Grassi), sax tenore (Selmer) e clarino in si bemolle (Buffet Crampon). Non ho dedicato questo romanzo in sua memoria perché l’ho già fatto con il mio settimo romanzo, “L’umile forma dell’immortalità” (anche in questo la musica è fondamentale). Faceva anche jazz, non con la tecnica di Parker o Coltrane, ma con lo stesso trasporto, con lo stesso cuore dei più grandi jazzisti e io conosco il sax, si può asserire, da prima di nascere, quando ancora nel grembo di mia madre e la musica jazz, classica e rock è parte imprescindibile della mia vita. Ora, in realtà, il sax del romanzo fa sì che uno smartphone chiami se stesso con “la nota nella nota” del sottotitolo del romanzo, cioè un particolare modo di suonare assolo jazz del quale, per ovvie ragioni, non posso dire altro e lo scoprirà il lettore. Qui posso dire invece che un tale evento non è scientificamente e tecnicamente impossibile. Infatti, un suono – un fenomeno fisico paragonabile al moto ondoso dell’acqua – con determinate altezza, intensità e timbro può far vibrare per risonanza certi materiali, anche i micro componenti dei circuiti hardware, cioè del microprocessore, di un cellulare, e far sì che i componenti cambino di stato. I computer ragionano in binario: 0 e 1 e se le note del sassofono fanno cambiare di stato a più componenti – da 0 a 1 o viceversa – è possibile che le note del sax causino la formazione della sequenza di 0 e 1 che costituisce la chiamata del cellulare a se stesso. En passant, qualcosa di simile accade nel film Eagle Eye del 2008, con i noti attori hollywoodiani Shia LaBeouf e Michelle Monaghan, ispirato al racconto di Isaac Asimov “Tutti i guai del mondo” e dove le note di una tromba innescano un ordigno esplosivo.

A.M.: Ed ora la domanda nasce spontanea: gli eventi narrati sono in toto partoriti dalla tua immaginazione oppure attingono dalla realtà milanese?
Giovanni Nebuloni: C’è una parte di realtà: quante società russe (e orientali) hanno acquistato e stanno trattando l’acquisto di immobili e altre società milanesi? Si pensi alla partecipazione russa alla Pirelli, anche ai proprietari russi delle squadre di calcio del Chelsea, del Monaco, del Bari, e ai cinesi di Milan e Inter. Questo mio ultimo romanzo si potrebbe condensare come: “In bilico tra realtà e fantasia, l’acquisizione economica di Milano da parte di un’organizzazione russa è il preludio alla conquista del mondo” e più nello specifico, la narrazione di “Inferno a Milano – La nota nella nota” s’avvia in una prima serata di settembre. Siamo a Milano, in viale Regina Margherita. Una zona residenziale, in un palazzo d’epoca dove i due figli del più grande possidente italiano stabiliscono il parricidio, poco dopo vengono invece assassinati, assieme al padre e a cinque guardie del corpo. I sicari del commando appartengono a una confraternita russa e dileguandosi dal luogo dell’efferata strage – l’edificio a cui hanno appiccato un devastante incendio per distruggere qualsiasi traccia del loro intervento –, s’imbattono in una volante della polizia, sopraggiunta per constatare gli effetti del rogo. Ne colpiscono a morte l’agente alla guida e per circostanze a lei favorevoli, risparmiano la vita a Livia Ferrari, la collega sul sedile a fianco. Un ispettore non ancora trentenne che sta svolgendo indagini inerenti a misteriose e molto consistenti compravendite immobiliari e di società, in Lombardia e a Milano in particolare e la protagonista del romanzo. Segue immediatamente quella che sarà una chiave della trama (si veda il sottotitolo “La nota nella nota”). Cioè la strana, inquietante e, almeno per la confraternita, intrigante funzione dello smartphone d’un monsignore cattolico – un membro della confraternita – che, in un night in centro a Milano, senza intervento alcuno da parte dell’utente, ma alle note di un assolo di sassofono, chiama se stesso (“la nota nella nota”). Il monsignore abbandona precipitosamente il night. Si reca da una suora ortodossa amica, nella vicina chiesa ortodossa di San Vito in Pasquirolo, a pochi metri da San Babila, dove, per un litigio con uno dei sicari di cui sopra, il monsignore viene ucciso. La confraternita inquina la scena del delitto e l’ambientazione si sposta a Tula, una città a cento chilometri da Mosca. Nell’enorme caverna sotterranea ricavata alla sua periferia, e abitata da un migliaio di devoti fedeli, il capo della potentissima confraternita conferma subito che un cellulare che chiama se stesso può essere di fondamentale importanza per la confraternita. In quanto per la stessa – o per l’associazione religiosa anche criminale derivata da antiche sette russe –, per i lori riti, una certa musica è imprescindibile. Con il compito di stabilire l’esatta situazione attuale milanese, e di fare piena luce sulle caratteristiche della “nota nella nota”, il capo delle sette risorte destina a Milano, in incognito, uno degli adepti, il ministro per l’economia della Federazione Russa. Siamo tornati dunque a Milano, da qui non ci si sposterà più fino alla scena finale e… ma stiamo parlando di un thriller e andare oltre non sarebbe opportuno…

A.M.: “Inferno a Milano – La nota nella nota” e Fëdor Michajlovič Dostoevskij: che cosa accomuna il tuo romanzo al grandissimo scrittore e pensatore russo?
Giovanni Nebuloni: Il caro Dostoevskij scrive delle sette russe di cui parlo in questo mio ultimo romanzo nei suoi romanzi “I demoni” e “L’idiota”.

A.M.: Ripercorrendo il tuo passato penso sia doveroso citare la corrente letteraria che hai fondato nel 2010, la Fact-Finding Writing, che si occupa di scrittura conoscitiva o per dirla in altre parole “scrivere per conoscere”. Anche quest’ultimo tuo romanzo è un esempio concreto di commistione tra linguaggio cinematografico e linguaggio letterario in una sorta di visione continua dei personaggi che vengono esposti al lettore come se fossero ripresi da una telecamera nascosta. Quanto è grande la tua passione per il cinema?
Giovanni Nebuloni: Devo prima dire in breve cos’è la Fact-Finding Writing, o FFW, e cioè, con l’umile spirito dell’artista artigiano – d’una persona che ama il proprio lavoro e che opera per realizzare se stesso e offrire qualcosa agli altri –, l’obiettivo della FFW – scrittura conoscitiva o scrivere per conoscere, mediante la narrazione – è di conoscere e non smettere di conoscere. Non conosco altre correnti letterarie attualmente vive non solo in Italia e scopo della FFW è, fondamentalmente, la trasposizione e la trasformazione dell’impulso naturale, congenito nell’uomo, che tende alla conoscenza, mediante la parola scritta, di solito più ponderata dell’espressione soltanto. Ciò che ci differenzia da qualsiasi altra forma di vita su questa terra è la parola scritta. Siamo diventati ciò che siamo, ci siamo evoluti grazie alla scrittura e non vedo perché grazie alla scrittura non si debba conoscere ulteriormente. La letteratura può comprendere qualsiasi altra attività mentale, dalla scienza alle religioni. Il contrario non è vero e perché, tramite la letteratura, non cercare di avvicinarsi al segreto dell’universo? C’è forse qualche disciplina o credo che possa asserire, che sia in grado di provare la determinata verità di una teoria scientifica o l’esistenza, reale e razionalmente dimostrabile, di un Dio? A proposito del nome, mi domandai come chiamare questo indirizzo culturale e ricordai che “Fact-Finding Writing” è un’espressione utilizzata nel linguaggio forense americano, per indicare l’indagine sui fatti durante un procedimento giudiziario, mentre nella comunicazione è la scernita per importanza delle notizie. Decisi di prendere tale espressione e rivolgerla all’indagine generale e universale che solo la letteratura può svolgere. E poi l’inglese sta diventando sempre più la lingua universale e non c’è un italiano che non mastichi, almeno un poco, la lingua di Shakespeare. Il logo della FFW non poteva essere che la fotografia della Via Lattea, la nostra galassia… perché una fotografia dell’intero universo non esiste ancora. Il cinema? Per un romanziere del XXI secolo tenerne conto è imprescindibile. Siamo nell’era delle immagini e il mio stile tiene d’occhio il terzo occhio, il cinema, più che il teatro. “Nell’ottica” stilistica, obiettivo della FFW è avvicinare il linguaggio cinematografico al linguaggio letterario. Vorrei che per il lettore la pagina diventasse “una videata da leggere” – non solo mediante dispositivi digitali –, uno “schermo di carta” che però si possa piegare fisicamente. I personaggi vengono “ripresi” come da una telecamera, con la quale ci si addentra però anche nell’interiorità, dentro la psiche. Nei miei personaggi, tendenzialmente m’immedesimo come può fare un attore alla Strasberg o Stanislavskij. Come in un film, i personaggi si descrivono anche attraverso le loro parole. I dialoghi, anche privi di didascalie, vorrebbero far sì che la pagina su carta o a video venga percepita come “una visione continua,” cioè sempre come in un film.

A.M.: Ci sono in programma presentazioni di “Inferno a Milano – La nota nella nota”? Puoi anticiparci qualcosa?
Giovanni Nebuloni: Sono previste alcune presentazioni a Milano, per esempio in una libreria prossima all’Università della Bicocca milanese, in uno o più circoli culturali, ma si devono stabilire ancora le date. Con la casa editrice, 23Lab Editore Milano, parteciperò alla manifestazione “BookCity” che si terrà a Milano a novembre, e alla prossima Fiera del Libro di Milano nell’aprile 2017.

A.M.: E come mio solito, a fine intervista, mi piace chiedere di salutare con una citazione…
Giovanni Nebuloni: Una citazione che rispecchia lo spirito di tutti i miei romanzi, che si concludono sempre con un moto deciso e inarrestabile verso la speranza, una citazione da Pene d’amor perdute del caro William Shakespeare: “Nei momenti estremi, il tempo conforma tutte le cose alla sua estrema urgenza e spesso, proprio al culmine della parabola, risolve in un punto quello che in lunghe stagioni non era riuscito a risolvere.”

Written by Alessia Mocci

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