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Organizzare un matrimonio in primavera può essere davvero un’esperienza meravigliosa: i tipici colori di Aprile e Maggio donano una certa luce ad ogni tipo di evento, in particolar modo ad un matrimonio, rendendolo davvero unico ed irripetibile.
La primavera, però, può essere anche una stagione davvero ostica, soprattutto per quanto concerne imprevisti o spiacevoli inconvenienti. Quali sono? Ve li spieghiamo in questa guida.
1. Clima sfavorevole
La primavera è davvero una stagione imprevedibile: le piogge torrenziali la fanno da padrona come anche i tipici temporali primaverili. In questo caso, prestate attenzione alla location: se avete intenzione di effettuare un ricevimento all’esterno, optate sempre per un piano B, cioè per un ricevimento anche all’interno. Per quanto concerne gli abiti, assicuratevi che i vostri ospiti non si vestano troppo leggeri: potete anche fornire delle giacchette ad ogni invitato, come curiosi gadget. Certamente lo apprezzeranno!
2. Attenzione alle allergie
La primavera, si sa, richiama le allergie più comuni. Nel momento in cui scegliete la location, abbiate cura che non siano presenti piante particolari che possano provocare fastidiose reazioni allergiche ai vostri invitati. Non ci chiediamo certamente di chiedere ad ognuno di quali allergie soffrono. Vi consigliamo solo di prevenire eventuali imprevisti eliminando le piante particolarmente pericolose per la salute e per la riuscita dell’evento.
3. Attenzione ai malanni di stagione
I malanni di stagione sono davvero molto comuni in primavera. Quando scegliete la location, assicuratevi di optare per posti dal personale molto flessibile. Cercate di scegliere ristoranti con responsabili comprensivi, che non vi facciano pagare eventuali assenze dell’ultimo minuto. Raccomandate i vostri invitati di stare attenti e ad avere cura di sé in un periodo così particolare. I malanni non si possono prevedere ma si può sempre fare qualcosa per prevenirli.
In un periodo così particolare, è assolutamente fondamentale affidarsi ad una wedding planner. Le wedding planner sono professioniste del settore, capaci di prevedere e risolvere una serie di problematiche ed inconvenienti, tipici di eventi di questo tipo. Affidatevi a delle professioniste della vostra zona. Siete di Milano? Esistono tante esperte del settore nell’hinterland milanese. Vivete in Sicilia? Affidatevi a delle wedding planner di Palermo e dintorni e il vostro matrimonio sarà un successo.
Come funzione il sistema italiano per la gestione del fine vita di pile, accumulatori, RAEE e moduli fotovoltaici? Lo scopriamo con un viaggio a 360° nel mondo COBAT, il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, guidati dal suo Presidente, Giancarlo Morandi. L’intervista di Mauro Spagnolo, direttore di Rinnovabili.it
Presidente, il Consorzio che lei rappresenta ha un’attività particolarmente differenziata. Esattamente in quali settori operate? Ormai il Cobat ha scelto di essere, nell’ambito dell’economia circolare, un attore a tutto campo. Noi riteniamo importante applicare integralmente il paradigma di questo nuovo approccio al sistema produttivo e quindi vorremmo potenzialmente trattare tutti i materiali che arrivano a fine vita utile recuperando le materie prime di cui sono costituiti o, addirittura, avviandoli a nuova vita per un riuso. In altre parole: attualmente il Cobat non si pone limiti merceologici. E questo anche perché la tipologia di prodotti che, obbligatoriamente, debbono essere riciclati è in continua implementazione. Ad esempio, il primo gennaio 2018 aumenterà ulteriormente l’elenco di categorie merceologiche che obbligatoriamente necessitano di essere raccolte e riciclate, e non sarà l’ultimo passaggio: la Comunità Europea integra periodicamente l’elenco, e l’Italia si adegua. Di quali prodotti maggiormente vi occupate? Il Consorzio, tradizionalmente, raccoglie e avvia al riciclo ogni tipo di accumulatore elettrico, dalle batterie al nichel-cadmio a quelle al litio, oltre a tutti i tipi di accumulatori da noi denominati “pile”, cioè quelle dell’uso domestico e delle piccole apparecchiature. Oltre a questa famiglia di accumulatori, ci occupiamo di tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche domestiche, dall’asciugacapelli al frullatore, dal televisore al frigorifero e al computer. All’interno di questi prodotti vi sono materie prime importanti e costose, come l’oro, l’argento e il rame che, se vengono recuperate, possono essere di nuovo avviate sul mercato. Nel 2018 si concluderà il progetto che avete commissionato al CNR, con il coordinamento del Politecnico di Milano, per la realizzazione di un impianto pilota con il quale sperimentare tecnologie di ultima generazione per il trattamento, ed il recupero, di accumulatori al litio. Di cosa si tratta? Mentre per le batterie al piombo, nonostante siano state progettate 150 anni fa, è stato sempre possibile recuperare il piombo, la plastica e l’acido solforico, nelle batterie al litio, ancor oggi e a livello mondiale, non esiste una tecnologia matura e testata su scala industriale che consenta il recupero del prezioso elemento presente nell’accumulatore. Fino ad oggi le piccole batterie al litio che si recuperano dalle nostre apparecchiature elettroniche vengono portate in due grandi impianti in Francia e in Belgio dove vengono bruciate nei forni.
Noi stiamo studiando, insieme al CNR, un sistema per riuscire a recuperare il litio all’interno della batteria oltre, naturalmente, a tutti gli altri componenti. Siamo al secondo anno di attività e prevediamo, entro il 2018, di realizzare un impianto pilota per testare la nuova tecnologia per il recupero del litio e di altri materiali tra i quali anche il costosissimo cobalto. In particolare il recupero del litio assume una grande importanza in quanto si prevede un’esplosione di questa tipologia di batterie con lo sviluppo del mercato dei veicoli elettrici. L’attuale produzione di litio nel mondo difficilmente riuscirà a far fronte, a lungo, al suo fabbisogno per cui è indispensabile trovare il modo di recuperarlo. A proposito delle auto elettriche. Energy storage è un altro vostro progetto che mira a sviluppare la fattibilità del riutilizzo degli accumulatori delle auto elettriche per sistemi di accumulo stazionario. E’ davvero possibile immaginare che una batteria da un’autovettura vada a finire in una centrale di accumulo? Si tratta di una intuizione che abbiamo condiviso con Enel e Class Onlus per garantire agli automobilisti, che desidereranno acquistare un’auto elettrica, il riutilizzo della loro batteria. Debbo premettere che parliamo di batterie non giunte a fine vita, bensì quelle che hanno perso la potenza necessaria allo spunto richiesto per una autovettura, e che al contempo sono ancora in grado di funzionare per accumulare energia elettrica. Il progetto prevede un sistema di raccolta di queste batterie, di ricondizionamento e di inserimento in impianti ENEL di stoccaggio.
Un
brano che viaggia fra pop cantautorale e teatro-canzone vestendosi di
sarcasmo ed ironia.
“Gioconda”
è un pezzo che trae ispirazione dalla vita degli uomini in cerca
sempre di nuove esperienze con le donne:
«L’idea
mi è venuta un giorno mentre passeggiavo per il centro di Roma sul
susseguirsi di tante scene e di tante immagini che mi riportavano
sempre sullo stesso punto: l’atteggiamento “provolone” del
maschio marpione. Con ironia rappresento poi la donna, preziosa e
maliziosa, proprio come la Gioconda, il ritratto più celebre della
storia. Con sarcasmo invece raffiguro l’uomo nelle vesti di un
serpente che studia la sua preda, morde, colpisce e fugge”.Pallotta
La
tematica trattata si fonde con la musica in una sorta di commedia tra
pop e teatro/canzone.
Il
singolo è stato prodotto, realizzato, registrato ed arrangiato da
Davide Maggioni
presso Archimede studio,
e anticipa l’uscita
del nuovo disco che è in fase di lavorazione.
Autoproduzione
BIO
Maurizio
Pallotta (cantautore / autore) nasce in Abruzzo, a Castel di Sangro,
nel 1991. Figlio di ristoratori con la passione innata per la musica,
cresce con la consapevolezza che nella vita, oltre il corpo, è
necessario nutrire anche l'anima. Lui lo fa fin da bambino, quando, a
soli 6 anni, scappa dal ristorante di famiglia per andare a cantare
nei locali fino a tardi. Ma la musica non è solo passione e talento,
ma anche studio, costanza e sacrificio. Per questo inizia il suo
percorso artistico studiando canto lirico e musica classica con il
suo primo maestro Piero
Mazzocchetti.
Negli anni, frequenta diverse accademie e scuole di musica e di
canto, raccogliendo l'approvazione e la stima di autori del calibro
di Giorgia,
Giuliano Sangiorgi, Andrea Bocelli ed Edoardo Vianello.
Nel 2012, a soli 21, si trasferisce a Roma e sfrutta tutte le
possibilità che la capitale dello spettacolo gli offre
perfezionandosi, oltre che nel canto, anche nella recitazione con
Paola
Tiziana Cruciani.
Conosce Edoardo
Vianello,
che con la sua grande professionalità e umanità, gli insegna a
sentire la musica non solo come tecnica, ma anche come linguaggio
emotivo.
L'incontro
con Edoardo Vianello e Mariano
Perrella,
dà inizio ad un sodalizio artistico che si conclude con un vero e
proprio attestato di stima quando lo stesso Vianello diventa il
produttore del suo primo disco “Non si può perdere sempre” di
cui Maurizio ha curato ogni aspetto, seguito dal suo amico e
direttore artistico Muzio
Marcellini. La
musica di Maurizio Pallotta restituisce il mix di esperienze, sapori
ed atmosfere che l'hanno reso l'artista e l'uomo che è oggi: un
esponete
della musica italiana con la passione per la musica cantautoriale dal
pop al latino,
con ironia ed intenzione teatrale senza mai tralasciare la forza
della melodia italiana.
“Ti
darò un perché/che ti riporti da me”.
Questi sono alcuni versi del ritornello che riassumono perfettamente
il senso dell’intera canzone. Il brano si pone infatti come un
racconto autobiografico che si sofferma sulle colpe
commesse da un uomo nel proprio percorso di vita
davanti a se stesso e alla donna amata. Come tutte le persone che si
ritrovano a riconoscere gli errori del passato, il protagonista si
rende conto di aver buttato via molto tempo. Ma non si ferma alla
constatazione degli errori passati, si promette di cambiare rotta, di
divenire un uomo migliore, poiché non può accettare di spegnersi
senza averci almeno provato. Dal punto di vista dell’arrangiamento
la canzone presenta sonorità
elettroniche, inserendole nel contesto pop-rock attuale. I
suoni digitali si mescolano a una batteria acustica e alle chitarre
distorte. La
produzione artistica è di Davide Maggioni.
L’idea
dei “Baruffa” è quella di portare in musica le esperienze di
vita quotidiana dei componenti, vissute direttamente o
indirettamente. Questioni amorose, piccole incomprensioni, inghippi
quotidiani, le più piccole preoccupazioni, tutto ciò che in qualche
modo può riempire le giornate. Tutto ciò descritto senza troppa
serietà, spesso in chiave autoironica. Lo stesso nome “Baruffa”
non nasce da alcuna necessità di lanciare un messaggio. Non è altro
che
il nome di un bar che i componenti hanno frequentato abitualmente per
un periodo.
Il
sound dei Baruffa cerca di coniugare la
canzone pop-italiana con sonorità che richiamano sia l’elettronica,
che il rock.
Autoproduzione
BIO
“Baruffa”
è il nome del progetto
che nasce nell’estate del 2016
da Emanuele Rossi (voce), Enrico Da Rù (chitarra) e Marco Marabese
(tastiere e sintetizzatori). “Baruffa” è il nome del bar in cui
il gruppo nel periodo di formazione si ritrovava abitualmente. I tre
venivano da un’esperienza condivisa di band durata più di quattro
anni, in cui hanno scritto canzoni e suonato dal vivo,
prevalentemente tra Padova
e Rovigo.
Nel settembre del 2016 il loro manager, Cristian Gallana, li presenta
al produttore Davide
Maggioni.
Da quel momento è iniziata una collaborazione con lo stesso che
continua tutt’ora. Nel 2017 si piazzano fra i 145
finalisti di Area Sanremo
con il singolo “Ti darò un perché”. È
prevista la pubblicazione di un EP per il 2018.
I
“Baruffa” sono:
-Emanuele
Rossi, 27 anni, di Monselice (PD), studente di Giurisprudenza
-Enrico
Da Rù, 27 anni, di Solesino (PD), professore di Italiano, Storia e
Geografia alle scuole medie
-Marco
Marabese, 27 anni, di Villanova del Ghebbo (RO), studente di
Sassofono al Conservatorio
Vibrazioni
rock e patchanka condite da un vestito gipsy creano il mix perfetto
che identifica il nuovo progetto dell’eclettico gruppo musicale.
Il
singolo “La
mia ciurma”,
con musica scritta da Luigi
Tarantino e Marco Giaffreda
e testo di Luigi Tarantino è frutto della sperimentazione musicale
di diversi generi. Rock,
gipsy e patchanka
si fondono per dare vita ad un sound di forte energia.
Il
testo è metaforico e tutto da interpretare. Vuole, in parte, essere
una
critica nei confronti di chi esercita il proprio potere sulla
società,
società alla perenne ricerca di una guida al punto da assecondarne
ogni richiesta e da lasciarsi indottrinare, al punto da accontentarsi
di vivere una vita così come il sistema impone, pur consapevole di
lasciare al sistema stesso i frutti del proprio lavoro e delle
proprie fatiche. La critica è estesa, però, anche a chi subisce il
potere del sistema. A chi è impotente ed incapace di prendere in
mano il proprio destino e continua a lamentarsi di una vita
stereotipata e difficile, senza però fare nulla per cambiare e per
cambiarla.
Il
singolo è estratto dall’album “Mistura”.
Il titolo dell’album è stato scelto perché fortemente
rappresentativo dell’identità della band. In parte, ne riprende il
nome diventando una sorta di “biglietto da visita” in qualità di
primo lavoro discografico, in secondo luogo identifica la varietà di
stili musicali proposti.
L’album
rappresenta infatti quasi una sintesi delle varie influenze
artistiche collezionate in sei anni di lavoro e rese assolutamente
personali fino a rendere riconoscibile il sound della band.
Line-up:
Marco Giaffreda (Vox and Guitar), Luigi Tarantino (Accordion and
Vox), Valeria Marulli (Vox), Federico Pecoraro (Bass), Alberto Manco
(Drums), Ylenia Giaffreda (Violin), Antonio De Rosa (Trumpet),
Edoardo Albanese (Guitar).
Autoproduzione
Radio
date: 1 dicembre 2017
Pubblicazione
album: 21 dicembre 2017
BIO
Nel
2011 dei musicisti dalle più svariate influenze musicali decidono di
formare una band, perché accomunati da una sola grande passione:
l’amore per la musica. Nascono così i MISTURA LOUCA, un
viaggio musicale tra colori e sonorità della Patchanka.
La traduzione letterale del nome della band, “miscuglio pazzo”,
esprime al meglio la grande varietà di stili musicali proposti negli
spettacoli della band, tra cui: reggae,
punk, ska e gypsy punk, non tralasciando anche qualche sonorità
popolare della Grecìa salentina.
Le esibizioni del gruppo si contraddistinguono per una forte carica
energetica ed un Sound a 360° che rendono ogni concerto una vera e
propria festa. Nei suoi numerosi live la band, formata da otto
elementi, trasmette qualcosa di originale ed innovativo al pubblico,
che diventa sempre più numeroso, collezionando consensi e critiche
in lungo e in largo per la Puglia e non solo. La band di giovani
ragazzi, dopo essersi “fatta le ossa” suonando dal vivo un po’
ovunque (dai pub alle feste in piazza, da quelle universitarie ai
centri sociali), si è esibita nelle più importanti location e feste
salentine fra cui il Postepay Parco Gondar ed in numerosi festival in
tutta Italia come "Collisioni Festival" a Barolo, "Aria
di Friuli Venezia Giulia" in cui è stata selezionata fra i
vincitori del Progetto Giovani, e tanti altri. Forte della propria
esperienza la band ha in pochi anni trovato una ben definita identità
artistica, intraprendendo così un processo di personalizzazione che
l'ha condotta ad aprire
il concerto di Tonino Carotone
nel 2016 e
quello di Mannarino
nell'estate del 2017. Quest’anno segnerà anche l’uscita del
primo lavoro discografico dal titolo “Mistura” prevista per
dicembre, composto esclusivamente da brani inediti. L’album della
band è stato però preceduto da vari singoli. L’ultimo inedito,
lanciato nell’estate del 2017, è "Il Meridionale"
preceduto da "Cosa ti Resta" (2016), “L’Essenza”
(2015) e “Move in Time” (2014).
Suoni americani ed echi nordeuropei fanno da cornice ad un testo che descrive ironicamente la figura femminile all’interno di un rapporto sentimentale.
Particle physics svela una donna che cerca, un po’ per scherzo e un po’ sul serio, di razionalizzare l’amore, come fosse calcolabile e riducibile a una formula matematica, affinché neppure una particella vada sprecata. Il brano è caratterizzato da harmonium, violino e dalle cornamuse assai evocative diSimone Lombardo, suoni acustici ideali per descrivere la parte più umana, che si mescolano agli strumenti elettrici creando un pacifico, ma energico contrasto con il riff della chitarradi Marco Rovino (che qui simboleggia la razionalità e la certezza quasi matematica della ripetizione).
Certamente in questo brano si può sentire l’influenza di quel folk rock d’oltremanica a cui Chiara Giacobbe si è sempre ispirata (The Waterboys, The Pogues, The Clash). Il testo deve essere letto con ironia, come fosse l’insieme di vaneggiamenti di una donna un po’ stanca di provare amore non corrisposto e che, come in una sit com, passa al piano B più assurdo che possa esserci…calcolare la formula per la “conservazione delle particelle d’amore”.
Le voci del brano sono state registrate presso il Teatro Vittoria di Pennabilli dall’ ingegnere del suono Franco Fucili, i violini e gli altri strumenti sono stati registrati presso lo studio Suoni E Fulmini di Rivalta Bormida, ovvero il campo base degli Yo Yo Mundi (band con la quale Chiara collabora da qualche anno) dall’ingegnere del suono Dario Mecca Aleina e con la costante presenza (e consiglio) di Paolo Archetti Maestri, leader degli Yo Yo Mundi e Eugenio Merico, batterista degli Yo Yo Mundi.
Chiara Giacobbe è una musicista versatile che collabora e ha collaborato con molti musicisti e gruppi sia italiani e sia stranieri, tra i tanti ricordiamo per primi gli Yo Yo Mundi anche perché, Chiara, fa parte ormai da anni e in pianta stabile della line up della band ed ha partecipato alla realizzazione del fortunato ultimo album Evidenti Tracce Di Felicitàsuonando il violino in diverse tracce, arrangiando tutte le parti di archi e contribuendo alla scrittura delle musiche della title track e poi a seguire Richard Lindgren (fa parte della sua band italiana, ha inciso e arrangiato Malmostoso), Jesse Terry, Paolo Bonfanti (che ritroviamo anche tra gli ospiti del CD), Gnola Blues Band e moltissimi altri.
ETICHETTA: Sciopero Records
Pubblicazione album: 15 settembre 2017
BIO
Chiara Giacobbe suona il violino, l’armonium, è cantante e songwriter.Diplomata al Conservatorio di Alessandria sotto la guida di Elisabetta Garetti (primo violino dell’orchestra del teatro Carlo Felice di Genova), ha, in qualità di assistente, lavorato con la prof.ssa Garetti presso il Conservatorio di musica A. Vivaldi di Alessandria e collabora continuativamente nell’ambito dei corsi di perfezionamento tenuti dalla stessa. Nella primavera del 2005 vince l’audizione e la borsa di studio, presso la “Fondazione Academia Montis Regalis” (Mondovì, CN), utili a frequentare il Corso di Specializzazione ad Orientamento Filologico, tenuto dal maestro Mangiocavallo.
Inoltre, nel 2008, crea il “Laboratorio ElettroAcustico”, un’orchestra giovanile molto moderna. Il progetto prende vita dal desiderio di avvicinare generi e strumenti diversi; i ragazzi che prendono parte al laboratorio, collaborano con professionisti, sperimentando i diversi e possibili impieghi degli strumenti classici all’interno della musica “non classica”. Negli ultimi anni, i ragazzi si sono applicati a fondo per creare eventi culturali e artistici di livello. Ha militato in diverse formazioni folk-rock e roots italiane; tra tutte i Lowlands, con i quali ha inciso due dischi e un ep acustico, due tour inglesi e uno irlandese, ottenendo riconoscimenti e recensioni presso riviste del settore e passaggi in importanti radio italiane e straniere. E’ impegnata in concerti dal vivo, in studio di registrazione e come arrangiatrice con diversi gruppi e solisti (Jesse Terry, Will T. Massey, Richard Lindgren, Gnola Blues Band, Rigo Righetti, Paolo Bonfanti).
È, inoltre, parte della line up degli Yo Yo Mundi e ha lavorato all’arrangiamento e registrazione degli archi sull’ultimo lavoro della band (Evidenti Tracce Di Felicità). Dal 2012 decide di concentrarsi su di un carriera solista rilasciando l’ep acustico Ready To Go (Rigo Records) e tenendo una lunga serie di concerti in Italia e in Inghilterra. Nel 2013 fonda la “Chiara Giacobbe Chamber Folk Band”.
Difficile definire il genere di appartenenza della band e del suo suono, sospeso tra musica americana e echi nordeuropei; un folk-rock arricchito da qualche sfumatura di blues, musica folk da camera (come la definì il giornalista Paolo Vites); un suono che mischia tradizione e rivisitazione senza mai rimanere ancorato ad uno specifico linguaggio musicale.
La Chiara Giacobbe Chamber Folk Band è Voce e violino: Chiara Giacobbe, Chitarre: Alessandro Balladore/Gianluca, Vaccarino/Alessandro Diaferio, Batteria: Eugenio Merico, Piano/organo/Harmonium: Andrea Negruzzo, Basso: Rino Garzia/Andrea Cavalieri.
Il
singolo è tratto da “Tutto bene”, il nuovo disco della
cantautrice toscana con la produzione artistica di Zibba.
Giulia
Pratelli omaggia un pilastro
del suo mondo musicale di riferimento
in una cover a cui conferisce una nuova veste elettro-acustica
sfumata da toni più scuri è più malinconici:
«… come il ricordo dell’estate passata, come la voglia di
perdersi al mare in un giorno d’inverno».
Vento
d'estate, singolo in uscita il 20 ottobre, sarà accompagnato da un
video diretto da Megan Stancanelli, che rappresenta alla perfezione
l'atmosfera della canzone omaggio.
“Tutto
bene”, pubblicato
dall’etichetta
Rusty Records vede
la produzione
artistica del
cantautore Zibba.
I
testi sono di
Giulia Pratelli e
Marco
Rettani, tranne
che in “Vento d’estate” cover tratta dal brano cantato da Max
Gazzè e Niccolò Fabi. Le musiche sono di Giulia Pratelli.
Le
tracce sono state registrate da Simone Sproccati presso i Crono
Sound Factory di
Vimodrone (MI),mixato
da Riccardo Parravicini presso
MaM Recording Studio di
Cavallermaggiore (Cuneo), masterizzato
da Andrea de Bernardi presso
Eleven Mastering Studio di
Busto Arsizio (Varese). La grafica è curata da Davide
Incorvaia.
Foto di Giorgia
Borneto.Edizioni
Musicali Rusty
Records/Museo dei Sognatori.
Dicono
di Giulia
Pratelli
«Tutto
Bene è
un gran bel disco pop italiano che […]
in più di un’occasione ha giocato carte davvero interessanti,
capaci di segnare il passo».
Full
Song
«Ecco
il nuovo disco di Giulia Pratelli
Tutto Bene, seppur
giovane la sua carriera è già ricca di soddisfazioni».
Musical
News
«Dolce
e intimo, per molta parte assolutamente fresco e rigenerante».
Blog
Music
«Un
bellissimo pop d’autore che si pregia della collaborazione in
produzione di Zibba».
Loud
Vision
«Bellissimo
questo nuovo disco di Giulia
Pratelli […]
troviamo
la delicatezza del pop d’autore al femminile e qualche interessante
arrangiamento diverso dal solito canone pop».
Blog
Della Musica
«Un
disco che ancora una volta porta in contatto lo scenario pop italiano
alla dimensione cantautorale con quell’invincibile gusto per i
dettagli che solo una donna sa esprimere».
100
Decibel
«Il
bello di questo Tutto
bene
– con la produzione artistica di Zibba – restituisce bellezza nei
suoni e quel certo modo di dire le cose sfruttando il potere
salvifico delle assonanze».
Sound
Contest
«Un
gioiellino intimo, delicato e complice. Undici canzoni che si
dipanano morbide, su parole poetiche cantate soavemente da una voce
duttile e precisa».
Grandi
Palle Di Fuoco
«Bellissima
voce incastonata nelle melodie più sicure. I suoni sono decisi e di
carattere».
DeaPress
«Nessuna
ambizione di innovazione ma solo tanta personalità artistica che
gode anche di ottima scrittura e buon gusto».
TV
Numeri Uno
«Giulia
Pratelli in questo disco sembra essere proprio naturale […]
non a caso musica e testi sono tutti suoi, elemento da sottolineare
in un Paese di interpreti dalla voce corpulenta e l’aspetto
piacente».
Clap
Bands Blog
«Un
disco onesto e sincero che parla
schiettamente al cuore ed al ricordo che
si cela in esso».
Onda
Musicale
Radiodate:
20 ottobre 2017
Etichetta:
Rusty Records
BIO
Giovane
cantautrice toscana, Giulia Pratelli ha più volte attirato
l’attenzione di grandi artisti quali Fiorello,
Marco
Masini,
Enrico
Ruggeri.
Ha vinto diversi premi e riconoscimenti: Premio
Castelletto
2008, secondo posto e premio F.I.O.F.A. al Golden
Disc 2008
(oltre a premio Radio Stop e il premio della critica giornalistica de
"Il Tirreno"), premio della critica al Discanto
2008,
premio della critica al
Gran Galà Discanto 2011,
primo posto al Festival
di Ghedi Cover
2009, terzo posto al Festival
Città del Palladio
2010. Nell'estate 2009 è in tour con Gatto
Panceri come
supporter. Nello stesso periodo inizia una collaborazione con il
musicista, arrangiatore e produttore Valter
Vincenti (Loredana
Bertè, Ornella Vanoni, Paola Turci, Mogol, Mario Lavezzi), a cui
affida la direzione artistica del suo primo album “Via!”
(maggio 2012 – Rosso di Sera/EMI). Nell’estate 2011 vince il
concorso “T
Rumors”
e partecipa alla compilation della manifestazione con due inediti:
“Una margherita viola” e “Davanti a un caffè”, per
l’occasione suonati e ri-arrangiati da Ferruccio Spinetti (Musica
Nuda, Avion Travel). Nel 2013 pubblica due nuovi singoli, arrangiati
da Marco Adami: “Piccole Donne”, scritto da Grazia
Di Michele,
e “Cartoline”. Nello stesso anno partecipa al tour “La mia
storia…piano e voce” di Marco
Masini,
che la sceglie come ospite di ogni serata in tutta Italia. Nel
Gennaio 2014 pubblica un’inedita versione di “Ah che sarà”,
nella quale è accompagnata solamente dal bassista Luca Pirozzi.
Nello stesso periodo approda all’EdicolaFiore,
dove Fiorello la accoglie con grande entusiasmo. Giulia diventa parte
del cast e da tre anni partecipa ai live show di Fiorello in diretta
dall’Edicola, ora trasmessi su SkyUno e Tv8. Nel Luglio 2014
pubblica il singolo “Scegli il meglio” feat. Violapolvere (band
pop-rock), che porta le firme di Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone. Il
1° gennaio 2015 si esibisce nello spettacolo “Let It Beatles” a
Lucca, che omaggia l’Anniversario dei 50 anni del tour dei Beatles
in Italia. Il 31 gennaio la replica con un fantastico tutto esaurito.
Comincia poi, sul suo canale YouTube, un appuntamento settimanale con
“Musica
in camera…”,
dove reinterpreta grandi successi della musica italiana e
internazionale, con un'ottima risposta del pubblico. Il 20 Giugno
2015 si esibisce a Firenze al concerto dedicato al World Refugee Day,
insieme a Elisa, Piero Pelù, Bandabardò, Brunori Sas. A luglio 2015
partecipa all'evento "Serenata
per Roma"
("Roma incontra il mondo"/Villa Ada) insieme a Dolcenera,
Enzo Gragnaniello, Luca Madonia, Stag, Erica Mou. In questa
occasione, Giulia duetta conZibba
e da qui ha inizio una solida collaborazione: al momento è impegnata
nella produzione del suo secondo album, con la partecipazione e sotto
la direzione artistica dello stesso.
Nel frattempo Giulia ha completato gli studi in Giurisprudenza,
presso l'Università di Pisa, con il massimo dei voti. Il 13 gennaio
2017 esce il singolo "Dall'altra parte delle cose", primo
brano che preannuncia il nuovo lavoro in studio. Il 12 maggio 2017
esce l'album "TUTTO BENE”, sotto la direzione artistica di
Zibba. Il 20 ottobre esce “Vento d’estate”, nuovo singolo di
Giulia, cover omaggio del noto brano di Fabi/Gazzè e terzo singolo
estratto da “Tutto bene”.
"Voglio
Vivere" è il quarto singolo di Sinforosa in uscita il 20
novembre, che porta ancora una volta la firma di Luca Sala. Infatti è
anticipato da altri tre brani "Finalmente
amore", "Un
raggio di sole" ed "Il giro del mondo" sempre
dello stesso autore. " Il
brano è un inno alla vita, un'esortazione ad uscire dalla solitudine (il male
di vivere del secolo) superando l'orgoglio (spesso causa di allontanamento),
andando alla ricerca attiva dell'amore ed apprezzando ogni piccola (in realtà
grande) cosa poiche abbiamo il diritto alla felicità." -
racconta l'artista.
"Tutto comincia qualche anno fa' quando
i giovani di Bellosguardo (piccolo paese della provincia di Salerno sede
del Saut ,presidio del 118 dove io lavoro) mi invitano come ospite a cantare in
una manifestazione di piazza. Da allora mi hanno invitata in altri paesi sempre
come cantante ospite in occasioni canore ed in una di queste (festival tenutosi
a Paestum) Telesalerno effettua delle riprese e carica i relativi video su
youtube, grazie al mio relativo video vengo contattata per un casting di
X Factor che mi porta a Milano davanti a Claudia Mori. Nel 2014 vado in
onda su Sky Uno davanti ai giudici di X Factor e sempre nel 2014 partecipo al
Tmf che mi dà la possibilità di accedere ad uno stage gratuito al C.E.T. del
maestro Mogol" - racconta Sinforosa Da ricordare la partecipazione di Sinforosa ai casting di X Factor 2016 con
l'inedito "Finalmente amore" (sempre scritto da Luca Sala), dove ha
ottenuto quattro "si" dai giudici e la standing ovation del pubblico
in sala.